RISPOSTE
BREVI ALLE DOMANDE POSTE
* Quali
sono i loro modelli di riferimento per il lavoro di comunità e come
sono cambiati da 30 anni a questa parte?
Il modello di riferimento mio e del gruppo ARIPS col quale ho per
20 anni realizzato interventi di Comunità, si basa sulle Teorie di
K.Lewin, ma si può definire sincretico: prendiamo dai vari modelli
e dalle diverse discipline quello che ci serve, e quello che non c'è
nel mondo, lo inventiamo noi.
* Che rapporto c'è tra lavoro di comunità
e cambiamento? (e soprattutto quale è il "cambiamento" atteso?)
Il lavoro di comunità è come tutti
i lavori di intervento sociale, finalizzato al cambiamento. Anzi il
cambiamento è l'unico obiettivo che legittima una pratica sociale.
Il cambiamento atteso è la costruzione di comunità consapevoli e competenti,
o meglio, la nascita di sistemi che abbiano una dimensione comunitaria.
Specie oggi, non si tratta di sviluppare o promuovere le comunità,
ma di farle nascere, sui detriti lasciati sul delta della Modernità.
Nascita che non può ispirarsi a odelli esistenti ma che deve essere
progettata creativamente.
* Che rapporto c'è tra lavoro di comunità ed intervento politico?
Il lavoro di comunità riguarda
la consapevolezza e le competenze, il lavoro politico dovrebbe attenere
alla rappresentanza e al consenso. Purtroppo, oggi, consapevolezza
e competenze sono considerati fattori eversivi rispetto alla politica
delle oligarchìe dominanti e disturbanti per il quieto vivere della
maggioranza.
* Esiste ancora uno spazio (culturale, politico, relazionale, psicologico)
per il lavoro di comunità?
Teoricamente enorme, praticamente nessuno. Per l'Impero "liquido"
le comunità devono restare morte e se si creano devono essere inconsapevoli
e incompetenti.
* Quali sono le strategie per sviluppare comunità? Quali i partners?
Quali gli ostacoli?
Le fasi dello
sviluppo sono quelle di sempre, e riguardano ogni organismo dall'individuo
alla società: autoriflessione, consapevolezza, competenza, progettazione,
cambiamento. I partners siamo noi consulenti:
l'attore dovrebbe essere la comunità nel suo insieme e nei suoi elementi
(individui, gruppi, organizzazion, istituzioni). Gli
ostacoli sono enormi: dai soprasistemi che vogliono dominare le comunità,
alle comunità che non vogliono nascere, ai sottosistemi che si difendono
in modo strenuamente corporativo.
RISPOSTA ARTICOLATA
Scenario
- Lavoro
della Comunità, sulla Comunità, con la Comunità
- Modernità
vs. Comunità: la Comunità come ostacolo e come sogno
- Corporazioni
vs Comunità: la Comunità come bottino
- Desovranizzazione
delle Comunità Locali: dall’alto l’Impero, dal dentro le corporazioni
- Il lavoro
di Comunità come manipolazione della Comunità e controllo degli
operatori
- La Comunità
come business: più si lavora, meno c’è Comunità
Microfisica del dominio
- Legalità
come soggettività del potere (le leggi per gli interessi corporativi)
- Eugenetica
dell’inclusione (la corsa ad ostacoli delle garanzie: come fare
appalti e clientele in modo legale)
- Ceti intermediari
e parassitari (sicurezza, certificazione, accreditamento, rendicontazione)
- Illusionismo
del Welfare (l’utente è un mezzo per l’operatore che è un mezzo
per il potere; no profit= pol profit)
La Comunità fra nevrosi e psicosi
- Jena Plissken
tra rovine, ruderi, rottami e relitti travolti da una società "liquida"
- Somatizzazione,
elusioni e fobìe, stereotipie, rituali (contro il contagio e l’iinsicurezza)
- Sintomi
schizo-paranoidi (apparenza e sostanza non hanno contatti; il male
è ovunque ma fuori: bisogna eliminarlo)
- Depressione
(autodistruzione, inibizione, sterilità, ostilità verso il futuro
e i giovani)
Tassonomia delle Comunità postmoderne
- Cloniformi
(omologazione: corporazioni e new towns)
- Apparenti
(retoriche del dichiarato vs.effettivo; rianimazione del patriottismo)
- Artificiali
(talk shows, fan club, non luoghi)
- Transitorie
(eventuali-tifo, obscene-spettacolari, parallele-loisir)
- Mistiche
(settarie, tecnofile, mitogenetiche)
- Virtuali
(immaginario vs. corpi)
La Comunità del lavoro di Comunità: frattale o
virus?
- Ipergarantismo
vs. precariato perpetuo
- Tutti in
guerra contro tutti: la competizione brutale
- Più potere
che capitale
- Asserviti
al potere, prepotenti coi deboli
- Da servi
e secondini a ideatari: leader dell’Evo Immateriale?
L’Intervento di Comunità migliore è quello che non abbiamo
ancora fatto (e non ci lasceranno mai fare)
- La comunità non esiste
e dunque nessun Ente ha i titoli per rappresentarla (tanto meno
il Comune)
- Nessun Ente è in grado
di esprimere una effettiva delega o rappresentanza
- quindi il governo dell’intervento
dovrebbe essere nelle mani di cittadini che si assumono la responsabilità
a titolo personale
- La frantumazione è anche
assenza di patto sociale
- quindi ogni cittadino disponibile, dovrà discutere e sottoscrivere
un “patto di sviluppo comunitario”
- Lo sviluppo della Comunità
deve prendere il posto della vecchia costruzione di cattedrali:
- quindi le Enti e le
organizzazioni comunitarie dovrebbero sospendere ogni attività
straordinaria
- Il finanziamento dell’intervento
deve essere sottratto a poteri extra-comunitari
- quindi il finanziamento dovrebbe essere gratuito
(da parte di ente esterno) o autogeno, tramite auto-tassazione
- l’unico controllo è
quello dei cittadini che partecipano al progetto
- L’intervento di Comunità
deve avere come oggetto l’insieme e le connessioni fra le parti
- quindi l’intervento
dovrà toccare ogni comparto materiale e immateriale, pubblico
e privato
- L’intervento vedrà la presenza
dello stesso team di consulenti
per 5 anni,
- integrato con risorse
tecniche locali in stage di apprendimento
- Tutti i soggetti della
comunità disponibili, dovranno partecipare ad azioni formative integrate
e strategiche
- Ogni aspetto significativo
della comunità deve essere monitorato a stretti intervalli
- Particolare attenzione
deve essere data sia alle forme di comunicazione comunitaria, sia
alla comunicazione verso e da i soprasistemi
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