LA FILOSOFIA DELLA SALUTE DI PATCH ADAMS

Da oggi, e per alcuni sabato ancora, vi proponiamo alcuni interventi di Patch Adams tenuti presso la Libera Universita' di Alcatraz nel corso del "Secondo Festival della Comicoterapia e delle idee trasversali" "In questa prima parte vi raccontero' della mia vita privata, di quella professionale nell'ambito della medicina, del fatto di fare il clown. Spero che questo serva per comprendere meglio anche quanto andro' a raccontare nelle altresessioni.

Ho cinquantacinque anni. Sono cresciuto in una famiglia che lavorava nel settore militare, mio padre era un soldato. Sono cresciuto al di fuori degli Stati Uniti, in Giappone e in Germania. Quando avevo sedici anni mio padre e' morto in guerra e io ne ho sofferto molto. Tornammo allora in America, nel Sud. Li', in quell'epoca, stava emergendo il Movimento per i Diritti Civili (Civil Rights Movement) e stava diventando molto forte: i neri cercavano di farsi riconoscere come esseri umani in una societa' che non li rispettava e io vi partecipai immediatamente. Gia' all'eta' di circa sedici anni, quindi, individuai i due grandi scopi della mia vita, che poi non ho piu' abbandonato: la causa per la pace e la causa per la giustizia. Non ho mai utilizzato il mio tempo per nient'altro che non fosse per questo fine.

All'inizio ho quasi rischiato la vita: venivo picchiato ogni settimana - quando lavoravo per cercare di realizzare l'integrazione - e mi sentivo molto solo: i ragazzini bianchi passavano il tempo a picchiarmi e io ero profondamente insoddisfatto degli adulti. Tra i sedici e i diciotto anni sono finito in ospedale tre volte. Le prime due volte per l'ulcera: praticamente mi stavo "rodendo" lo stomaco a causa di quell'orribile correlazione tra la violenza e ingiustizia.

A diciotto anni ero cosi' infelice che cercai di uccidermi molte volte. Non volevo vivere in un mondo pieno di ingiustizia e violenza. Per la verita' ero un ragazzino molto felice, avevo una mamma meravigliosa: ogni cosa che vi piace di me viene da mia madre, anche se non mi proteggeva dalla preoccupazione per la violenza e l'ingiustizia. Se avete visto il film della mia vita, avrete notato che non sono riusciti a far sembrare Robin William un diciottenne. Nel film si ha l'impressione che quei fatti siano accaduti quando ero gia' piu' grande, ma in realta' cio' che vi sto raccontando e' successo quando avevo diciotto anni.

Nella clinica psichiatrica trovai che i dottori non stavano tanto meglio dei loro pazienti: sapevo che non avrei imparato niente da loro. Il mio compagno di stanza aveva paura degli scoiattoli: lo guardavo e mi accorgevo che la mia sofferenza era molto "giovane": la sofferenza di quest'uomo si trovava a uno stadio molto piu' avanzato, io al confronto apparivo come un "principiante". Prima di entrare in ospedale, pensavo di soffrire in maniera grande e terribile, ma rispetto a quel tizio la mia condizione non era nulla. Mi chiesi: perche'? Perche' la mia sofferenza e' piccola e questa e' grande? La risposta mi venne dalle visite che mi facevano i miei amici: io avevo tanti amici che venivano a trovarmi, anche tutti insieme, e in mezzo all'ospedale ci divertivamo un sacco. Una clinica psichiatrica e' un gran posto in cui osservare la gente ... il mio compagno di stanza con la paura degli scoiattoli non riceveva visite: era solo. Quella era la differenza. Allora cominciai a chiedermi perche' volessi morire. Penso che fosse perche' provavo la sensazione di non poter far nulla, mi sentivo impotente. Tutti dicono che la violenza e' sempre esistita, che l'ingiustizia c'e' sempre stata e che bisogna semplicemente imparare ad accettarle. Ma io sapevo che c'erano state persone nella storia che non le avevano accettate: nel Movimento per i Diritti Civili una di queste persone era Martin Luther King. Lo avevo sentito fare grandi discorsi e cosi', senza averne mai saputo niente prima, studiai la storia delle trasformazioni sociali e mi accorsi che tutti coloro che avevano cercato di realizzare pace e giustizia erano persone normali, non gente eccezionale, semplicemente gente che aveva preso una decisione: sta a me! Voglio la pace e la giustizia? Devo creare pace e giustizia dentro di me e lavorare affinche' il mondo le realizzi. Quindi in quell'ospedale presi due decisioni per raggiungere questo scopo: una era quella di servire l'uomo nella medicina, perche' mi erano sempre piaciute la scienza e la medicina; l'altra, a un livello piu' personale, era questa: decisi che io sarei stato la pace e la giustizia.

Come avrei fatto per dimostrare cio'? Decisi che non avrei avuto mai piu' una brutta giornata; che sarei stato felice ogni singolo giorno del resto della mia vita; sarei stato amorevole a livello universale; sarei stato un esempio continuo della celebrazione della vita. Ora sto lavorando a tutto questo da quasi trentasette anni ... e non ho mai preso ferie! E' davvero da tanto tempo che sono felice e che lavoro per la pace e la giustizia.

Diventare medico era molto facile: si trattava di andare a scuola e prendersi la laurea. Fare il clown era invece un po' piu' complicato. Ci e' voluta la stessa quantita' di lavoro per capire: non ho mai preso lezioni di clown, ma ho deciso di uscire e giocare con tutti. Dal momento che non avevo successo con le ragazze avevo un sacco di tempo libero e trascorrevo quel tempo giocando. Per due anni, ogni singolo giorno, componevo a caso dei numeri al telefono e parlavo per un'ora o due; ogni singolo giorno per due anni ... volevo imparare a stare con la gente. Ho fatto centinaia di esperimenti. Andavo fuori, in mezzo al pubblico, e mi innamoravo completamente delle persone. Un'estate andai in un bar nelle prime ore della sera e decisi di non uscire dal bar finche' non avessi conosciuto ogni singola persona presente e il motivo per cui era la'.

Quando avevo diciotto anni cominciai a vestirmi con costumi di ogni tipo e giocavo e fingevo di essere tanti personaggi diversi per vedere come reagivano le persone. Volevo capire come potevo rappresentare qualcuno e far si' che la gente si sentisse al sicuro accanto a questo qualcuno. Facevo pratica anche avvicinandomi alle persone, andando loro proprio molto vicino e guardandole negli occhi solo per vedere fino a che punto riuscivo ad arrivare. Osservai che se mi comportavo in un certo modo si spaventavano, ma se mi comportavo in un altro modo mi accettavano, quindi decisi di sviluppare la parte che mi faceva accettare.

Cosi' scoprii che l'umorismo, la comicita', era cio' che esercitava l' attrazione maggiore verso la pace: era anzi una calamita addirittura piu' forte dell'amore, perche' nella nostra societa' c'e' molto disagio proprio per mancanza di amore. Scoprii che se lavoravo solo con l'amore potevo incorrere in spiacevoli equivoci: mi capitava magari di avvicinarmi a certi uomini, dir loro che li amavo e ricevere in cambio un pugno, perche' avevano paura dell'omosessualita'; con le donne, se mi avvicinavo e dicevo loro che le amavo, accadeva che loro pensavano che le volessi portare a letto con me. Per questo motivo decisi che sarebbe stato l'umorismo ad aiutare la gente a capire che non erano quelle le mie intenzioni.

A quell'epoca ero uno studente molto vivace, studiavo ancora la storia sociale, la rivoluzione sociale e la medicina. Quando mi iscrissi alla scuola di medicina nel 1967 sapevo che volevo studiare la medicina, ma con l'idea che una volta laureato avrei creato un modello che avrebbe dovuto risolvere ogni singolo problema presente nella medicina e nelle modalita' con cui questa veniva praticata: la soluzione a tutti i problemi con un solo modello.

Dopo che mi laureai, nel 1971, in venti adulti - di cui tre medici - con alcuni bambini andammo a vivere in una casa grande, con sei camere da letto, e li' demmo vita a un ospedale. L'ospedale era aperto tutti i giorni della settimana, per ventiquattro ore al giorno, e pronto ad affrontare tutti i tipi di problemi medici, dalla nascita alla morte. Portammo avanti questo esperimento per dodici anni. Siamo arrivati ad ospitare da cinquecento a mille persone al mese e i pazienti che passavano almeno una notte erano da cinque a cinquanta ogni giorno. Potete immaginare che affollamento! Avevamo sei camere da letto, eravamo in venti adulti con i figli, e in piu' da cinque a cinquanta persone trascorrevano li' la notte: queste persone erano molto sole e bisognose, sole e bisognose, sole e bisognose, soffrivano, erano egocentriche e avevano problemi di salute.

Non facevamo mai pausa. In trent'anni non abbiamo mai fatto pagare nulla ai nostri pazienti per le cure mediche - e non perche' volessimo dare un servizio gratuito ai poveri ma perche' volevamo eliminare l'idea che in un rapporto di scambio tra medico e paziente si dovessero dare soldi in cambio di cure. Volevamo che i nostri pazienti sentissero che ci prendevamo cura di loro perche' loro appartenevano a una comunita' che li amava nello stesso modo in cui una famiglia amorevole si prende cura di voi, senza che nessuno si senta in debito. Quindi non abbiamo fatto un baratto. Nella nostra storia non abbiamo mai voluto aver niente a che fare con le assicurazioni mediche e questa in America e' un'eresia; anche se la gente aveva l'assicurazione, noi non l'abbiamo utilizzata perche' lo ritenevamo un sistema orribile. Siamo anche divenuti l'unico gruppo di medici senza un'assicurazione che coprisse la pratica medica: in America gli ospedali spendono milioni e milioni di dollari per le assicurazioni sull'attivita' medica: e' la medicina della paura. Quando stipulate un'assicurazione sulla pratica medica, state dicendo al vostro paziente: ho paura e non mi fido di te. Quindi vivete la vostra carriera, la vostra professione nel timore e nella sfiducia.

Noi siamo la politica della vulnerabilita'; non abbiamo paura della gente e cosi' siamo diventati l'unico ospedale nella storia degli Stati Uniti che non ha un'assicurazione di questo tipo. Inoltre, da trenta anni siamo l'unico ospedale che pratica anche tutte le medicine complementari: agopuntura, omeopatia, naturopatia, chiropratica, medicina ayurvedica, erbe, la guarigione basata sulla fede, il lavoro sul corpo... da noi ogni metodo per raggiungere la guarigione e' benvenuto. Quando iniziammo, molte di queste medicine alternative erano proibite dalla legge. La nostra legge e' che noi siamo qui per prenderci cura dell'uomo e quindi non ci importa di qualsiasi altra norma, dispositivo o precetto.

Io sono un medico generico e siccome voglio conoscere bene i miei pazienti, il mio primo colloquio con loro dura tre o quattro ore: sono ore molto intense. Voi sapete quanto io riesca a coinvolgere le persone. Ebbene, immaginate cosa riesca a conoscere di loro dopo tre o quattro ore: piu' di quanto abbia mai saputo nessuno. Chiedo che mi venga raccontato tutto, soprattutto quello che non e' mai stato detto a nessuno. Ho bisogno di conoscere tutte queste cose se devo diventare il vostro dottore. Vengo a casa vostra ed entro in tutte le porte, guardo in tutti gli armadi... sono un voyeur ... se c'e' una qualsiasi parte di voi che voi ritenete importante, bene quella parte e' importante anche per me.

Passando tutto questo tempo con i pazienti, ho scoperto quello che la letteratura del XX° secolo nel mondo non ha fatto che gridare per tutto il tempo, cioe' che quasi nessuno e' felice, che quasi nessuno ha la vitalita' che ci vuole per vivere. Quasi nessuno dei pazienti si sveglia la mattina dicendo "My baby... ah, ah, ah!". Cosi' ho cominciato a pensare: che importa se elimino il tumore e sistemo la glicemia nel sangue quando poi la loro vita continua a fare schifo?! Uh, che bello, altri dieci anni di vita orribile!

Alla facolta' di medicina mi avevano detto che se curo il diabete, poi tutto andra' bene. Ma i pazienti mi raccontavano delle loro vite infelici, delle loro insoddisfazioni, del fatto di sentirsi non realizzati. Per questo fin dall'inizio abbiamo integrato la medicina con le arti dello spettacolo, con i mestieri, con l'agricoltura, la natura, l'istruzione, la ricreazione, i servizi sociali ... proprio come ad Alcatraz! Tutto cio' che noi offrivamo aveva la stessa importanza dell'insieme dei trattamenti medici che somministravamo: sapevamo che a volte potevamo non essere in grado di guarire qualcuno, ma che potevamo prenderci cura di tutti. Sapevamo di poter amare tutti. Sapevamo che anche la peggiore delle malattie non doveva per forza avere delle interferenze con la salute di una persona. Vedevamo pazienti con ogni tipo di malattia che non si lamentavano e pazienti senza malattie che si lamentavano moltissimo: noi eravamo molto interessati a studiare, a capire quelli con molte malattie e nessun lamento. Per noi questa gente era sana! Uno puo' essere li' per morire e sentirsi sano. Pensate alle alternative: vorreste passare il tempo a dire: "Oh come sto male! Oh come sto male! Oh come sto male!", oppure volete trascorrere i vostri ultimi giorni onorando la vita?

Ci occupavamo anche di esaurimento psico-fisico. Vedevo che in tutti gli ospedali, in tutte le cliniche, il personale medico non onorava il "dare" ma solo il proprio ruolo nel lavoro: in questo modo alla fine della giornata si e' distrutti. Non capivo questo fatto. Non avevo idea di cosa fosse l'esaurimento. Per me guarire qualcuno significa che qualcuno mi dimostra amore, fiducia e rispetto: come potevo pensare che questo mi causasse esaurimento? Al contrario, mi nutriva, come il vostro amore e rispetto ieri sera; infatti, anche se avrei dovuto sentirmi stanco, ho ballato: e' la stessa cosa. Inoltre noi volevamo che tutto questo fosse divertente, quindi penso che siamo diventati il primo ospedale comico della storia, comico a viverci, comico a morirci. Uno degli articoli che ho pubblicato su una rivista medica si intitolava "Fun death" (La morte divertente), due parole che normalmente non si associano l'una all'altra, ma io pensavo che comunque si deve morire ... alzi la mano chi vorrebbe morire divertendosi ... e altrimenti che tipo di morte vorreste? In tal modo l'umorismo e' diventato parte integrante della nostra vita medica.

In quei dodici anni abbiamo visitato quindici mila persone e non solo non abbiamo guadagnato soldi ma abbiamo addirittura dovuto pagare per lavorare, perche' a quell'epoca nessuno ci faceva donazioni. Quindi ho pagato per fare il dottore e non sono mai stato pagato per fare il dottore.

Oltre a non fare soldi c'era un altro aspetto un po' problematico, e cioe' che non avevamo mai un po' di privacy, ne' in bagno, ne' in camera da letto ne' in qualsiasi altro luogo. Nei primi nove anni nessuno del nostro staff ci ha lasciati perche' penso che ci divertivamo davvero tanto. Come atto politico per cambiare l'erogazione del servizio sanitario, ci siamo resi conto che dovevamo infrangere una delle loro regole: dovevamo utilizzare i media e la pubblicita'. Fino a quel momento ci eravamo rifiutati di farlo, non abbiamo nessuna forma di rispetto verso questi mezzi di comunicazione, sono stupidi, irresponsabili e l'informazione che forniscono e' falsa e contraffatta. Ma non eravamo mai riusciti in nessun modo a raccogliere fondi: io avevo tentato di ottenere mille e quattrocento sovvenzioni e non avevo mai avuto niente, anche se eravamo l'unico progetto in America che affrontava tutti insieme i problemi sanitari: eravamo considerati troppo radicali. Quindi abbiamo smesso di visitare i pazienti, ci siamo dedicati al pubblico e abbiamo passato gli ultimi diciotto anni raccogliendo fondi e portando le nostre idee nel mondo. Prima non avevamo mai viaggiato: ora, se consideriamo nostri pazienti tutti coloro che sono venuti in contatto con noi, possiamo dire che nei primi dodici anni si e' trattato di individui e famiglie, mentre quelli degli ultimi diciotto anni sono stati la societa' e le comunita'. Abbiamo iniziato come progetto per gli stati americani piu' poveri - il West Virginia ad esempio - e siamo ora un progetto attivo in piu' di quaranta stati. In tutti questi anni ho parlato in piu' di novanta scuole di medicina, di chiropratica, di osteopatia e in altre scuole secondarie. Abbiamo anche iniziato l'attivita' clownesca, l'abbiamo fatta per diciotto anni in Russia ed abbiamo intensificato l'attivita' in tutto il mondo. In Russia ci siamo occupati molto degli orfani. Ho scritto il mio primo libro sette anni fa; il libro e' stato recensito molto positivamente ed e' arrivato a interessare Hollywood, per cui poi e' stato realizzato il film che e' uscito nel dicembre 1998. E, cosa non sorprendente nella cultura americana, il film ha cambiato la vita degli americani per sempre.

Il mese prossimo, dopo trent'anni, inizieremo gli scavi per la costruzione del nostro ospedale: e' la realizzazione di un sogno; penso che apriremo fra tre o quattro anni. Abbiamo un terreno bellissimo: se guardate fuori da questa tenda lo vedrete, e' molto simile a questo, montagne - il West Virginia e' pieno di montagne - ci sono tre cascate, grotte dietro le cascate, un lago da quattro acri (circa 1.600 mq), una montagna di latifoglie e un ricco terreno che non riceve prodotti chimici da venti anni. Costruiremo un ospedale da quaranta letti e tutto il personale vivra' nell'ospedale con la propria famiglia. Ci saranno anche altri quaranta letti per persone come voi, quindi se mi direte: "Patch, voglio venire da te per qualche settimana e offrire la mia professionalita' medica, le mie capacita'", dormirete li'. Il nostro ospedale si basera' totalmente sull'arte: gli artisti che faranno parte del personale saranno tanto importanti quanto i medici. Ci sara' un teatro permanente e studi su tutti i tipi di arte. Non come arte-terapia o danza-terapia, ma come arte e danza (applausi). Con la stessa intensita' con cui vorremmo essere il futuro della medicina, ugualmente vorremmo occuparci di agricoltura ed essere il futuro dell'agricoltura: siamo sempre stati contadini nella nostra esistenza e vogliamo essere un modello di agricoltura sostenibile. Inoltre ci occuperemo di istruzione, avremo la nostra scuola, non solo per i nostri figli ma anche per i bambini malati, per i figli dei genitori malati e per alcuni dei bambini della zona. Abbiamo intenzione di pagare il nostro personale tremila dollari l'anno e i chirurghi guadagneranno lo stesso degli agricoltori: in America lo stipendio medio di un medico e' di 182.000 dollari. Molte migliaia di medici all'anno ci dicono che vogliono lavorare per tremila dollari perche' siamo l'unico ospedale in America in cui un medico puo' essere fedele alla propria tradizione di amore e di cura. Avremo anche una scuola, quella di cui ci ha parlato Susan l'anno scorso: uniremo le nostre comunita' e in tal modo ci affianchera' anche questa scuola per la rivoluzione sociale non violenta. Vogliamo infatti poter contribuire a insegnare alla gente come dedicare la propria vita al cambiamento. Grazie alla generosita' nata dal successo del film, potremo anche proseguire con la costruzione del nostro orfanotrofio in Russia. Quest'anno abbiamo gia' comprato dei grandi appartamenti dove potranno vivere i bimbi senza genitori. La cosa piu' pazza di tutto il sogno e' che probabilmente riusciremo anche a ottenere i fondi per comprare un aeroplano che potra' essere utile in qualsiasi parte del mondo: lo chiameremo "Clown One": i gruppi potranno prenotarsi per una settimana e il nostro staff atterrera' con l'aereo nel loro paese, raccogliera' da centocinquanta a duecento persone e volera' verso uno dei tanti luoghi del mondo in cui vi sono tragedie per portare amore ed allegria a chi soffre, come anche altri aiuti che saremo in grado di fornire. C'e' gia' la versione italiana di questa organizzazione. Se vi interessa, potete parlare con Ginevra e dare il vostro nome e indirizzo. Ginevra e' stata molte volte in Russia con me, conosce molto bene la situazione e il nostro progetto, quindi se siete interessati mettetevi in contatto con lei. Bene, penso che mi fermero'. Spero di non essere stato troppo analitico nella mia esposizione, ma voglio essere certo che sappiate tutto questo per poter capire meglio le altre cose. Ora se volete potete farmi delle domanda e, se lo desiderate, possiamo continuare a parlare della solitudine.

Simone Canova, Jacopo Fo, Gabriella Canova, Maria Cristina Dalbosco