LOrganizzazione
aziendale come campo di studio nasce con almeno due anomalie genetiche
che derivano dai suoi progenitori. La prima risale agli studi di
ingegneria applicati allorga nizzazione del lavoro e implica
una visione chiusa focalizzata sui problemi di efficienza che di
volta in volta si presentano.
La seconda risale alla tradizione delleconomia politica che
non disponeva di una teoria dellorganizzazione, ma solo di
una teoria dellimpresa ridotta ai parametri tecnici di una
funzione di produzione, dalla quale il problema organizzativo viene
espulso e reso esogeno.
Per una buona parte del secolo scorso molti studiosi delle più
svariate discipline si sono prodigati per modificarne il patrimonio
genetico, a volte con un genuino interesse a correggere queste anomalie
conservandone le caratteristiche di fondo, altre volte inserendo,
ora in modo estemporaneo ora in modo meditato, prospettive e linguaggi
molto eterogenei. Ciò ha alimentato linee di ricerca molto
articolate e variegate che hanno creato un pluralismo teorico che
non può che essere fecondo e contribuire al progresso della
conoscenza, anche se per ora rende difficile persino definire i
confini, i contenuti e i metodi della disciplina. Ma questo è
solo il riflesso della complessità dei problemi organizzativi,
che possono essere affrontati solo con una pluralità di approcci
e di strumenti. Questa pluralità, lungi dal disorientare
i giovani che si avvicinano per la prima volta a tali studi, ha
favorito linserimento di Organizzazione aziendale in vari
piani di studio di diverse Facoltà, non solo in quelle vocate
alle problematiche economiche e manageriali. Del resto, qualunque
professione eserciti, un individuo finisce col passare, per ragioni
di lavoro, di consumo, di studio e di ricerca, di svago o di sopravvivenza,
tutta la vita immerso in organizzazioni. Alcune hanno per finalità
il profitto, altre la soddisfazione di bisogni, ma tutte hanno il
problema di coordinare gli sforzi dei loro membri per raggiungere
i migliori risultati impiegando risorse scarse. Posto così
il problema, lorganizzazione rischia di tornare a essere un
mero strumento tecnico al servizio di qualsivoglia finalità.
I fini di unorganizzazione sono invece dentro il problema,
non sono fuori. Strategia e struttura si compenetrano. Per questa
ragione, lOrganizzazione va declinata, va qualificata. Questo
libro si occupa infatti di Organizzazione aziendale e mette al centro
la prospettiva economica.
Nel frattempo molti economisti si sono dotati di una teoria dellimpresa
diversa dalla funzione di produzione consentendo loro di aprirsi
sia alla strategia sia allorganizzazione e di sviluppare un
interscambio fecondo con le discipline manageriali. Speriamo di
essere riusciti a tenerne conto nella costruzione
del quadro concettuale per avviare i giovani allo studio dellorganizzazione
aziendale, con particolare enfasi sulla progettazione organizzativa.
Il volume è idealmente diviso in due parti. La prima definisce
il modello di analisi adottato. Individuate le ragioni che rendono
complesso il fenomeno organizzativo (Capitolo 1), vengono
analizzate seguendo un approccio evolutivo le tre dimensioni fondamentali
dellorganizzazione: gli attori e le variabili che spiegano
i loro comportamenti individuali e collettivi (Capitolo 2); lambiente
nelle sue molteplici componenti (mercati, tecnologie, istituzioni)
e il rapporto tra queste e le scelte relative alla struttura interna
e ai confini organizzativi (Capitolo 3); le relazioni interne ed
esterne allorganizzazione e le forme di governo (Capitolo
4).
Limpianto concettuale così sviluppato viene utilizzato
nella seconda parte per impostare la progettazione dellorganizzazione
aziendale. Dapprima si studiano i criteri di progettazione delle
forme organizzative unitarie e divisionali (Capitolo 5), quindi
si verifica come cambiano tali criteri a fronte dei processi di
trasformazione che permeano le organizzazioni, vuoi per ragioni
legate allinnovazione e al cambiamento ambientale (forme adhocrati-che,
orientamento ai processi), vuoi per la necessità o la volontà
di ridefinire i confini organizzativi, ampliandoli o riducendoli
in relazione alle contingenze (alleanze, outsourcing, strutture
a rete) (Capitolo 6). Infine, ci si concentra sulla progettazione
delle microstrutture, partendo dai classici concetti di base (compiti,
mansioni, sistemi primari di lavoro), per aprirsi ai nuovi modelli
di organizzazione del lavoro che derivano dallaffermazione
della knowledge society e dalla diffusione delle nuove tecnologie
(Capitolo 7)1 .
Il linguaggio piano, il ricorso continuo a casi ed esemplificazioni,
un comodo e pratico glossario e una raccolta dei profili biografici
dei principali autori rendono il volume particolarmente adatto per
la didattica e per chi si avvicina per la prima volta a queste problematiche,
anche in assenza di un background di studi o di esperienze aziendali.
1. Il volume è frutto di un lavoro unitario dei due autori
che tuttavia, in ossequio a una regola accademica un po bizzarra
che sopravvive alla sua irragionevolezza, dichiarano che i Capitoli
1-4 sono da attribuire a Giovanni Costa e i Capitoli 5-7 a Paolo
Gubitta..In questo lavoro abbiamo potuto beneficiare dellesperienza
didattica di molti anni di corsi tenuti in Facoltà di Economia
e di altre discipline oltre che in Scuole per manager.
Desideriamo ringraziare i docenti e gli studenti con cui abbiamo
fatto queste esperienze e in particolare i colleghi della Facoltà
di Economia e del Dipartimento di Scienze Economiche dellUniversità
di Padova. Sono troppi per citarli tutti senza correre il rischio
di qualche omissione. Ma non possiamo non ricordare almeno Francesco
Favotto, Arnaldo Camuffo, Romano Cappellari e Andrea Furlan. A Martina
Gianecchini e a Diego Campagnolo dobbiamo un particolare ringraziamento
per aver curato alcune schede inserite nel volume, il glossario
e i profili biografici dei principali autori.
Ringraziamo anche leditore che ha creduto in questo libro
e che ci darà la possibilità di seguire i lettori
e i colleghi che utilizzeranno questo volume attraverso un sito
web in cui saranno reperibili materiali per la didattica e lapprofondimento
allindirizzo www.ateneonline.it/costa.
Giovanni
Costa e Paolo Gubitta
Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Scienze
Economiche M. Fanno
continua
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