PROGETTO ZERO
-istruzioni per la possibilità-

Progettozero(+) è un collettivo di giovani artisti, che si muove nella produzione e promozione di eventi culturali. Si confronta con un concetto di arte come fare aperto, creazione a più livelli e senza barriere di genere: attraverso il suo agire vuole offrire istruzioni per la possibilità, finalizzate a fornire eterogenee visioni ed interpretazioni della vita, al fine di migliorarne (o comunque alterarne) la qualità.
Formatosi nel 2001, ha al suo attivo diversi progetti, e due importanti collettive d’arte contemporanea, di cui blank è il terzo "momento".

Questa pubblicazione fa parte di blank-istruzioni per la possibilità, progetto d'arte contemporanea a cura di zero(+).

Intellettuali, docenti universitari, realtà impennate nel sociale, artisti e liberi pensatori, sono stati invitati a confrontarsi sulla possibile rivisitazione del concetto di benessere, "provocati" da alcune riflessioni tratte dalle teorie di Amartya Sen, premio nobel per l'economia 1998.

L'operazione è in progress e prevede uno sviluppo su due livelli: una serie di "quaderni", che accoglieranno gli interventi più significativi, e un progetto via web, aperto, attivato attraverso il nostro sito: www.progettozeropiu.com.

Si ringraziano gli autori di questi interventi per la loro gentile e libera collaborazione, e tutti coloro che in qualche modo ci hanno risposto e incoraggiato. Si ringrazia infine Sergio Paolini di Arbos , per il prezioso contributo a questa iniziativa.
(Il Senato Magistrale di Psicopolis ringrazia per il pemesso di pubblicazione dei materiali)

Vedi Interventi

Morte del benessere*

"se sono allegro di temperamento e amo la vita pur non essendo in grado di stufare in giro, perchè riesco ad avere soprassalti di felicità ogni volta che vedo un arcobaleno nel cielo, sono indubbiamente una persona felice, ma questo non significa che vi sia benessere... Quindi del benessere è parte costituente non la mercè, né le sue caratteristiche,ma la possibilità di fare varie cose servendosi di quella mercè o di quelle caratteristiche, ed e quella possibilità, non la reazione mentale a quella possibilità, ovvero la felicità, che riflette il benessere" (Sen 1992, p. 152)

Riflettiamo si possibili alternative, strategie di convivenza o vie di fuga[in una parola possibilità) che ci traghettino oltre il malessere che pare dilagante. Agire e non solo pensare questa possibilità è una sfida affascinante e complessa.
Progettozero(+) si fa connettore estetico, ponte alla ricerca di possibili interazioni con elementi scientifici, sociali, culturali e spirituali alla ricerca dello "star bene".

Il punto di partenza sono state alcune riflessioni (tratte da un articolo di A. Motta) sulle teorie sviluppate da Amartya Sen in campo economico, che vi proponiamo di seguito:

"I moti planetari conservano una sublime indifferenza rispetto alle nostre astronomie terrestri. Ma il comportamento dell’uomo non presenta una pari indifferenza rispetto alle teorie sul comportamento adottate dall’uomo" Léon Eisenberg (1972)

Il benessere è creazione, far sorgere dal nulla realtà prima inesistenti, "funzionamenti" prima sconosciuti: il passaggio dal buio all'essere è benessere. Se a prima vista può sembrare una dichiarazione mistica, questa è in realtà una conclusione a cui si giunge facilmente "fiutando" le piste dei recenti studi economici.
Il benessere dell'uomo non è certo proporzionale al numero di beni a sua disposizione, sembrerebbe anzi, che da una certa soglia in poi II trade-off sia invertito. Ecco perché i paesi sviluppati per accrescere il loro benessere devono avere il coraggio di capovolgere un concetto tramandato dalla fetta di economia interessata maggiormente al PIL che ad ogni altro indicatore. Non tanto la quantità di beni ma la reale capacità di vivere stili di vita tra loro distanti può permettere all'uomo dì incarnare un benessere "dinamicamente durevole, potenzialmente eccitante ed autocaricante." (Garcano, 1990)
I paesi sviluppati, in epoca moderna, confondono il "Bene" con i beni disperdendo energie e coscienze in percorsi anti-sociali, anti-umani; il buon senso suggerire, invece, che l'economia debba condurre gli uomini a "star meglio", ad aumentare cioè il loro benessere.
In realtà, nella nostra società si sta diffondendo la sensazione che il crescere dell'abbondanza materiale non corrisponda ad un pari aumento nella dimensione del benessere. Nelle società a reddito elevato, cioè, si comincia a rilevare come il disporre di un maggior reddito faccia star bene" meno di quanto ci si potesse aspettare. L'indice "Very Happy" all’U.S, National Surveys' questionnaire nel periodo 1946-1990 è diminuito (dal 7,5 al 7%) mentre il GDP pro-capite è fortemente cresciuto (da G.OOO a 20,000 Ì). Putnam (2000), Wright(2000), Lane (2000), tutti sostengono che l'happiness sta diminuendo, o non crescendo, nelle economie avanzate. I dati "non incoraggiano l'idea che la crescita economica conduca ad un aumento del benessere"(Oswaid 1997, p, 1818), dal momento che la percentuale di americani che si auto definiscono "very happy" sta diminuendo di fronte di un forte aumento del reddito pro-capite (v. grafico seguente).



Se i risultati a cui pervengono numerosi economisti si distanziano tanto tra loro ciò significa che una maggiore chiarezza, e alcuni concetti nuovi devono essere portarti nel panorama esistente.

A tal proposito, Sen, premio nobel per l'economia 1998, fa notare come l'uomo abbia bisogno di spazi di libertà intesi come capacità di realizzare il proprio progetto di vita, al di là dei disegni di sviluppo imposti dalle nazioni, al di là dei piani di ammodernamento o del progresso tecnologico'.Il nucleo di pura possibilità che è libertà sostanziale: questo è il motore del benessere. Ancora con Sen, il termine "funzionamento" indica ciò che si può "fare e essere" attraverso i beni in proprio possesso, vista la singola situazione; il benessere si misura sul numero degli stati dell'essere e del fare potenzialmente realizzabili, in sostanza si misura sull'ampiezza della "concreta" possibilità di dirigere la propria esistenza al punto finale che si ritiene essere, a ragion veduta, il proprio progetto di vita. Non si parla nemmeno di benessere, quanto di libertà di benessere: questo spazio è denominato "Capability Set", in italiano "Capacità".
Spingendo oltre il senso del messaggio di Sen e proponendo una nuova dimensione in cui spostarsi, "benessere" diventa la capacità di far apparire, di creare dal nulla, "funzionamenti" prima non illuminati nel nostro spazio della "Capacità". Questo processo che "illumina" modi di esistere nuovi, che spalanca percorsi umani alternativi all'ovvio, è la componente fondamentale del benessere. Non quindi il numero degli stati dell'essere e del fare che potenzialmente posso raggiungere, come emergere nel mio spazio di capacità senz'altro aiuto che la mia mente e il mio corpo, questo è benessere. La capacità creativa sul mio progetto di vita al di fuori dai programmi dei governanti, dalle teorie religiose o dal generante, durevole ed eccitante. Benessere come spazio di libertà pura e interna, come "possibilità" incarnata che si esprime infine in una scultura sociale alla Beuvs.Sen giunge a definire lo sviluppo come "un processo di espansione delle libertà reali godute dagli esseri umani". Questa concezione mette al centro le libertà umane e "si contrappone ad altre visioni più ristrette dello sviluppo, come quelle che lo identificano con la crescita del prodotto nazionale lordo, o con l'aumento dei redditi individuali, o con l'industrializzazione, o con il progresso tecnologico, o con la modernizzazione della società" (Sen, 2000).

*(tratto da un articolo di Alberto Motta, "Morte del benessere")

Bibliografia

BRUNI, LUIGINO, 2002, "La felicità e l’economia" paper.

CARCANO. ANGELO, 1990. 'Noi Psicologia" gennaio - aprile, n.26.

EASTERUN, R. 20OO, Income and happiness: towards a unified theory, Mimeo, Oxford University

OSWALD, A.J., 1997, Happiness and economic perfotmance, "ECONOMIC JOURNAL.-. 107, PP 1815-31.

PUTNAM,R.2000,Bowling alone, simon e schuster, new york, 2000.

SEN,1966, "Preference, votes and the transitivity of majority decision" 1964, RES

SEN. AMAHTYA K., 1969, 'Necessary and Sufficient condition for rational chose under mahjority decision", con P.K. Pattanaik, JET.

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SEN. AMARTYA K, 1979, Personal utilities and pubblic judgement or what’s wrong with welfare economics, in Economic Journal p. 547.

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SEN,AMARTYA K.,1985a, commodieties and applications, North-Holland, Amsterdam.

SEN. AMARTYA K.. 1985b, 'Well-being, agency and freedom, in The Journal of Philosophy,

SEN, AMARTYA K. 1986. Scelta, Benessere, equità, il Mulino, Bologna.

INTERVENTI
  1. Terre di mezzo, terre da abitare…Esperienze a partire da una casa di accoglienza per straniero (Bruno Baratto*)
  2. Dea d'acqua - Verso un'antropologia liquida (Massimo Canevacci*)
  3. Intervento di Carmelo Roberto
  4. Benessere (FERDINANDO CASONI / Guru Carana das)
  5. Dov’è la verità zingara? (Renzo Comin*)
  6. Divenire, libertà e potere: il benessere è lo spazio (Guido Contessa*)
  7. Actimond (FILIPPO@GLOBALAB.ORG)
  8. Pessimismo Cosmico e Gnocca Globale (JACOPO FO)
  9. L’architettura del Benessere (ANDREA GRENDELE)
  10. Benessere (PAOLO GUGLIELMONI)
  11. Note in margine al concetto di benessere (DANIELE PISANI)
  12. Villaggio globale……………… abitante adeguato?(PATRIZIA SERBLIN*)
  13. Riflessioni su Benessere come progetto (MARISELDA TESSAROLO*)
  14. Educarsi al benessere (FABIO TESSER*)
  15. Dalla geografia del disagio ai paesaggi della memoria. Per una strategia del benessere.(FRANCESCO VALLERANI*)