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Il debito del Terzo Mondo. Il punto
di vista dei ricchi *
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Le nazioni povere devono a quelle ricche un mucchio di soldi. 41 Paesi
Poveri Fortemente Indebitati (HIPC) sono in debito di 200 miliardi di
dollari. Non siate dispiaciuti per i Paesi ricchi che perdono denaro: si tratta di una politica volontaria e calcolata, che assoggetta i Paesi poveri al loro controllo. Il debito permette al Fondo Monetario Internazionale (FMI) di imporre aggiustamenti strutturali che obbligano gli Stati debitori ad aprire i loro mercati. Questo inevitabilmente fa calare i salari, e il conseguente crollo del prezzo delle materie prime aumenta i profitti delle multinazionali occidentali, riducendo al tempo stesso il reddito dei Paesi non industrializzati. La cifra che il Nicaragua stanzia per la sanita' e' un quarto di quella che spende per ripagare il debito. Il Mali restituisce piu' della propria spesa sanitaria e un bambino su quattro muore prima dei cinque anni. Nello Zambia la somma pagata per il debito supera la spesa per sanita' e istruzione. La restituzione del debito taglia le gambe a economie che lottano per sopravvivere e causa fame, malattie e morte. Se un dittatore imponesse le politiche del FMI verrebbe dichiarato colpevole di genocidio. Molte persone, negli Stati poveri, considerano il FMI un'organizzazione terroristica responsabile di piu' morte e miseria di al Qaeda. Al contrario, i beni finanziari delle banche del Nord del mondo crescono
al ritmo di 2500 miliardi di dollari all'anno: piu' del debito del Terzo
Mondo. Al meeting di Colonia nel giugno del 1999 i G8 hanno espresso
agli HIPC la volonta' di ridurre il debito di 100 miliardi di dollari.
I dimostranti erano entusiasti e hanno cominciato a danzare in strada.
Avevano dimenticato che il debito riguardava anche il FMI e la Banca
Mondiale. Cinque anni piu' tardi, solo otto dei 42 HIPC hanno ricevuto
la riduzione promessa. Ma il Primo Mondo ha infilato la testa in un cappio. Se una persona e' in debito con una banca di 10.000 dollari quest'ultima la tiene in pugno, ma se gli deve 10 miliardi di dollari, e' la persona a tenere in pugno la banca. Il Terzo Mondo ha un debito di 2.500 miliardi di dollari e tiene in pugno l'economia mondiale. Al meeting del WTO di Cancún, nel settembre del 2003, per la prima volta la maggioranza delle nazioni ha sperimentato la forza dell'azione collettiva. Osservando che dopo 55 anni il WTO non e' riuscita a produrre un mondo giusto, tali nazioni possono portare al collasso l'economia mondiale. Oppure possono chiedere la cancellazione del debito e la creazione di un nuovo ordine mondiale, basato sulla tutela dell'ambiente e sulla giustizia sociale. Aiutiamole a scegliere quest'ultima alternativa. Secondo Renato Ruggiero, ex presidente del WTO, ogni anno i Paesi poveri perdono 700 miliardi di dollari di guadagni a causa delle barriere commerciali imposte dalle nazioni industrializzate. Spesa annua sanitaria pro-capite: Usa 2.765 dollari, Tanzania 4 dollari, Etiopia 2 dollari. Nel luglio del 2002 nel Malawi oltre tre milioni di persone hanno rischiato
di morire di fame. La Banca Mondiale e il FMI avevano costretto il Malawi
a vendere 28.000 tonnellate di mais per restituire il debito in dollari.
Il Terzo Mondo, a causa del debito, paga una cifra pari a nove volte gli aiuti che riceve. Giugno 2002 La cifra che l'Ecuador spende per pagare il debito e' circa un terzo di quella del suo bilancio e il doppio di quella stanziata per l'assistenza sociale. Circa due terzi della popolazione dell'Ecuador vive in uno stato di poverta'. "I pacchetti di salvataggio del FMI hanno come unico obiettivo il salvataggio dei creditori occidentali." Ellen Frank, docente di Economia, Boston Tra il 1503 e il 1660, 185.000 kg d'oro e 16.000.000 kg di argento furono trasferiti dall'America centrale all'Europa. Ma esiteremmo ad accusare l'Europa di saccheggio o furto: si tratto' certamente di un prestito. Se le nazioni del Centro America ci chiedessero anche solo un modesto interesse, diciamo meta' di quello che noi imponiamo a loro, l'ammontare del nostro debito sarebbe un numero di 300 cifre. "Solo quando moriranno gli ultimi tre di noi, quando l'ultimo
fiume sara' avvelenato e l'ultimo pesce catturato ci renderemo conto
che non possiamo mangiare il denaro". A fronte di circa 18,3 miliardi di dollari di debito cancellati a 18 tra i paesi piu' poveri del pianeta, l'ammontare del debito che ancora pesa sugli altri e' di ben 2.597 miliardi di dollari. E il servizio del debito (cioe' la restituzione del capitale piu' interessi, nel 2004 e' stata di 373 miliardi di dollari). Se teniamo conto che nello stesso anno i 30 paesi industrializzati dell'Ocse hanno destinato in aiuti allo sviluppo 78 miliardi di dollari possiamo trarre delle conclusioni interessanti. Il debito e' considerato insostenibile quando un paese ha un reddito
pro capite intorno ai due dollari al giorno e un debito estero che e'
pari al 100/150 per cento del valore delle esportazioni. L'obiettivo
del percorso per la riduzione del debito per questi paesi, cosiddetti
HIPC (piu' poveri altamente indebitati), e' riportare il debito di questi
38 stati a un livello sostenibile. Per farlo questi paesi devono adottare
alcune riforme economiche come l'apertura dei mercati e le privatizzazioni
e l'adozione di un piano strategico di riduzione della poverta': cosi'
alla fine del percorso a questi paesi verra' rimesso circa il 51% del
debito. Ad oggi solo 18 paesi hanno completato il percorso e a questi
si aggiunge oggi il Burundi. Insomma, cancellare il debito non sempre significa combattere la poverta' e molte volte ridurlo serve solo a farsi un lifting mediatico che dovrebbe ingannare sempre meno persone. * Capitolo da "Salva la terra... o tutti giu' per terra" di James Bruges edito da Nuovi Mondi Media (http://www.commercioetico.it/libri/infoalter1.htm ). |
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