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Record storico assoluto del deficit statunitense delle partite correnti, salito nel 2004 a $666 miliardi. Il persistere degli squilibri finanziari americani conferma la debolezza del dollaro, mentre si rafforza (suo malgrado) l'euro. Il
deficit delle partite correnti Usa tocca un nuovo record nel 2004
e il dollaro affonda con l'euro che riaggancia quota 1,34 dollari.
Il persistere degli squilibri finanziari statunitensi conferma la
debolezza strutturale del biglietto verde che perde terreno su tutte
le maggiori valute pagando anche il nuovo record dei prezzi petroliferi,
volato sopra la soglia dei 57 dollari al barile, e la giornata no
della Borsa americana. La moneta europea si è spinta fino a un massimo
di seduta di 1,3440 dollari per poi assestarsi attorno a 1,3430
dollari da 1,3307 degli ultimi scambi di ieri. Il disavanzo delle
partite correnti è schizzato per l'intero 2004 al nuovo massimo
storico di 665,9 miliardi di dollari, cifra che corrisponde al 5,7%
del prodotto nazionale lordo, il livello più alto di sempre. Un
risultato su cui ha inciso il forte aumento del deficit corrente
nel quarto trimestre volato a sua volta alla quota record di 187,9
miliardi di dollari da 165,9 miliardi di dollari del trimestre precedente.
Un dato quest'ultimo largamente superiore alle stime, già pessimiste,
degli economisti che comunque non andavano oltre la soglia dei 183
miliardi di dollari. Una dinamica che conferma come gli americani
continuino a importare più di quanto esportano: l'import ha infatti
toccato la vetta-record di 392,1 miliardi di dollari rivelando uno
scarto di 171,1 miliardi in più rispetto a quanto esportato nel
quarto trimestre 2004 (da 155,9 miliardi del terzo trimestre). L'allargarsi
del buco dei conti statunitensi mette dunque nuovamente sotto pressione
la moneta americana accrescendo la diffidenza degli investitori
sulla capacità degli Usa di attrarre capitali esteri sufficienti
a finanziare il doppio deficit commerciale e di bilancio. Con un
passivo delle partite correnti che marcia su questi livelli, ora
gli Usa devono far affluire capitali esteri pari a 2,1 miliardi
di dollari al giorno per finanziare il disavanzo e garantire la
stabilità del dollaro. Proprio ieri il dato sugli investimenti esteri
in asset Usa ha evidenziato per il mese di gennaio un aumento a
91,5 miliardi di dollari da 60,7 miliardi del mese precedente. Ma
gli operatori guardano con timore alla crescente 'disaffezione'
degli investitori asiatici, soprattutto quelli giapponesi che hanno
messo mano al più consistente taglio dei loro investimenti in asset
Usa dal 2000, mentre, sempre ieri, il presidente della commissione
di supervisione finanziaria della Corea del Sud ha definito "non
sostenibile" il fatto che i Paesi asiatici siano chiamati a farsi
carico della tenuta dei consumi statunitensi. Il biglietto verde
perde terreno sullo yen a che si e ' spinto fino a 103,9 per poi
assestarsi a 104,1 da 104,5 degli ultimi scambi di ieri.(ANSA).
USA:
DEFICIT CORRENTE RECORD, SALE A 665,9 MLD IN 2004/ANSA 16
Marzo 2005 18:43 NEW YORK (ANSA) (ANSA) - NEW YORK, 16 MAR - E'
inarrestabile la crescita del deficit statunitense delle partite
correnti, salito nel 2004 alla cifra record di 665,9 miliardi di
dollari, pari al 5,7% del prodotto interno lordo. L'indicatore,
che misura sostanzialmente il debito di un Paese nei confronti del
resto del mondo, segna quindi alla fine dello scorso anno un balzo
del 25,5% sui 530,7 miliardi del 2003, confermando un trend al rialzo
dalle sorprendenti dimensioni. Con un'esposizione su questi livelli,
gli Stati Uniti necessitano di far affluire capitali pari a 2,1
miliardi di dollari al giorno per finanziare il deficit e preservare
la stabilità delle quotazioni del dollaro, cosa che è finora avvenuta
grazie a tassi di interesse mantenuti a livelli molto bassi, con
effetto espansivo sul fronte dei consumi per gli investimenti immobiliari
e le attività finanziarie. Il dato diffuso dal Dipartimento del commercio Usa si presta a diverse letture. Per l'amministrazione Bush, infatti, il deficit appare come un segnale della robusta crescita economica, ben superiore al resto del mondo, da richiedere forti importazioni e un rallentamento delle esportazioni. Parte degli economisti, tuttavia, mette in guardia dai possibili rischi legati al trasferimento in mani straniere di risorse che potrebbero, in prospettiva, avere ripercussioni sfavorevoli sull'economia Usa, nonché ai problemi di una nuova e lunga fase di debolezza della valuta verde. A far comunque aumentare le perplessità sono soprattutto i dati dell'ultimo trimestre 2004, chiuso con un disavanzo corrente in accelerazione al record di 187,9 miliardi di dollari (183 miliardi le stime degli analisti) e con una progressione del 13,3% sui tre mesi precedenti. Più nel dettaglio, gli americani hanno importato 171,1 miliardi di beni e servizi in più rispetto a quanto esportato negli ultimi tre mesi del 2003 (155,9 miliardi l'import nel terzo trimestre 2004): dato rilevante se tenuto conto che il disavanzo commerciale incide per il 91% sul deficit delle partite correnti. Salgono infine a 170 miliardi di dollari gli acquisti di asset denominati in dollari da parte di investitori stranieri mentre, sempre nel quarto trimestre, gli acquisti di Treasury (i titoli del Tesoro Usa) da parte di investitori esteri sono cresciuti a 12,1 miliardi di dollari. 16 Marzo 2005 18:43 NEW YORK / Fonte: http://www.wallstreetitalia.com/
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