Gli italiani poco soddisfatti delle proprie condizioni di lavoro, si sentono sottostimati e c'è poca formazione in azienda (Fonte)

La nuova ricerca della Fondazione per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro rivela che tra i lavoratori italiani il sintomo sanitario più comune associato al lavoro è lo stress. I lavoratori italiani si lamentano di sintomi sanitari legati al lavoro (mal di schiena, cefalee, affaticamento generale) analogamente alla media dei loro colleghi nei 25 paesi dell’Unione europea, ma un numero significativamente più levato di lavoratori italiani (27%), rispetto al resto dell’Europa (22%), menziona lo stress quale sintomo sanitario principale connesso al lavoro.

L’indagine rappresentativa punta i riflettori anche sulle prassi lavorative in quanto un lavoratore italiano su due (51%) godrebbe di sostegno e assistenza da parte dei colleghi rispetto ai due lavoratori su tre (67%) nel resto dell’Europa. L’assistenza da parte di un superiore gerarchico è ancor peggiore, il 34% rispetto al 56% per l’UE25. Ciò si riflette anche a livelli comparativamente bassi di lavoro in gruppo sui luoghi di lavoro italiani; solo quattro lavoratori italiani su dieci (39%) riferiscono che il loro lavoro comporta una costante collaborazione di gruppo, rispetto ad una media di oltre cinque lavoratori su dieci (55%) nei rimanenti paesi dell’Unione europea a 25.

‘Questi primi risultati della Quarta indagine europea sulle condizioni di lavoro rivelano che in Italia negli ultimi cinque anni vi è stato un deterioramento delle condizioni di lavoro, almeno rispetto al resto dell’Europa,’ afferma Jorma Karppinen, direttore della Fondazione europea. ‘I decisori politici italiani sono confrontati alla sfida di raggiungere migliori livelli di occupazione e di qualità del lavoro, così come definiti nei criteri di Lisbona’.

Una nota positiva si registra invece quando la relazione rivela che, in Italia, le restrizioni per i fumatori sul luogo di lavoro sono risultate efficaci. Unitamente agli altri paesi europei nei cui luoghi di lavoro il fumo è stato bandito o limitato negli anni recenti (ad es. Irlanda, Paesi Bassi, Svezia), l’Italia presenta uno dei tassi più bassi di esposizione al fumo passivo sul luogo di lavoro, il 9% rispetto ad una media del 20% per l’UE25.

Le indagini europee sulle condizioni di lavoro della Fondazione, che si effettuano ogni cinque anni, forniscono uno sguardo valido nelle questioni di qualità del lavoro dal 1990. La quarta indagine presenta i punti di vista dei lavoratori su una vasta gamma di argomenti comprendenti l’organizzazione del lavoro, gli orari di lavoro, le pari opportunità, la formazione, la salute, il benessere e la soddisfazione del lavoro. Le interviste sono state svolte alla fine del 2005 con la partecipazione di circa 30 000 lavoratori in 31 paesi (l’UE25, i due paesi candidati all’adesione, Bulgaria e Romania, nonché Croazia, Norvegia, Svizzera e Turchia).