LA STRAGE DI STATO
Vittime e untori. Angeli e demoni.


1. Ignaz Semmelweiss e le puerpere
Prima della metà dell'Ottocento il medico ungherese Ignaz Semmelweiss presta servizio presso l'Algemeines Krankenhous di Vienna, dove più tardi lavorerà anche S.Freud. Dopo varie ipotesi, Semmelweiss intuisce che la cuasa della febbre puerperale, che decimava le partorienti, è legata alle mani dei medici che visitano le donne dopo aver fatto pratica nelle dissezione dei cadaveri. Allora introduce, fra l'ironia generale, l'obbligo di lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calcio prima di ogni visita ginecologica. Nel 1846 nel suo reparto morì l'11% delle puerpere ricoverate. Nel 1847, dopo l'obbligo del lavaggio delle mani, ne morì il 5%. Nell'anno successivo si arrivò ad una mortalità di poco più dell'1%. Poco dopo, Semmelweiss fu cacciato e morì pazzo, ma si deve a lui la vita di milioni di donne.

2. La sicurezza sul e del lavoro
Esiste una sicurezza sul posto di lavoro che dovrebbe impedire ai lavoratori di scivolare dentro una fornace, cadere dalle impalcature, mettere una mano sotto la pressa, respirare amianto o accecarsi con la fiamma ossidrica. In questo settore l'Italia non è prima al mondo, tuttavia sappiamo che esiste la prevenzione ambientale (gas, fuoco, macchine, ecc.) e che esistono i presidi di prevenzione personale (maschere, tute ignifughe, briglie, ecc.). Tutta la storia delle lotte operaie è punteggiata da conquiste relative alla sicurezza sul posto di lavoro, peraltro mai raggiunta.

Esiste però anche una sicurezza del lavoro, relativa alla merce prodotta o al servizio fornito. E' sicuro un lavoro che non produce danni al lavoratore, ma anche al consumatore o al fruitore del servizio. Per esempio, cerchiamo di evitare che nelle bevande siano versati veleni; che negli alimenti siano introdotti virus o batteri; che nei rivestimenti sia presente l'amianto. Ancora, per la sicurezza dei servizi non consentiamo a chiunque di manovrare un articolato o una gru, ma imponiamo una patente speciale; non vogliamo che un cuoco sia affetto da tubercolosi; nè che un ferroviere guidi un treno in stato di alterazione alcolica. Anche qui non siamo i primi al mondo, visto che permettiamo a ogni squilibrato di possedere una pistola (le guardie giurate sono in testa alla classifica dei femminicidi); ad ogni pedofilo di lavorare nella scuola primaria; ad ogni autista di bus, di guidare sotto anfetamina. Ma sappiamo che questa è una grave carenza e forse un giorno provvederemo a rendere obbligatori i controlli periodici della salute fisica e mentale dei tutti i lavoratori, oltre che dei gruisti e dei cuochi.

3. Lo Stato stragista
La tragedia del Covid19 ha visto un sistema sanitario, cioè uno Stato, che ha violato tutte le norme di sicurezza sanitaria mettendo a morte decine di lavoratori e migliaia di utenti. La morte di decine di operatori sanitari è la prova evidente che i lavoratori della sanità sono stati mandati al macello, senza le dovute protezioni ambientali e personali: tutti vittime del lavoro. Le migliaia di operatori sanitari contagiati suggerisce che migliaia di pazienti sono stati vittime di un'infezione iatrogena, cioè infettati da chi doveva curarli. Questi sanitari contagiati sono stati obbligati a stare in corsia, come al fronte, senza la garanzia che fossero sani, tant'è che decine sono i deceduti. I sanitari contagiati, da quanto erano in servizio prima di essere identificati?

Tutto ciò è particolarmente grave per i casi dei medici di famiglia, mandati letteralmente casa per casa, senza tampone preventivo e senza protezioni, a diffondere il virus. Ugualmente grave è il caso dei sanitari operanti nelle case di riposo, nelle residenze per disabili, nelle carceri: obbligati ad essere vittime e kapò dei lager in cui lavorano. Ancora più grave è la mancata richiesta di certificati di "sana e robusta costituzione" per le baby-sitter lanciate a soccorso dei piccoli reclusi, o le badanti che continuano tuttora ad occuparsi di anziani e disabili, magari uccidendoli inconsapevolmente.
E' come se la catena McDonald avesse messo in cucina centinaia di "cuochi" e camerieri con la lebbra, facendo diffondere la malattia fra migliaia di avventori. Ma è anche peggio, perchè si può anche non mangiare da McDonald mentre non ci si può curare senza medico o senza ospedale.
Gli "angeli" sono nello stesso tempo i "diavoli" della pandemìa, anche se non certo per loro colpa. Sono insieme le vittime ed i carnefici (gli untori) per ordine di uno Stato definibile solo come criminale. A due mesi dall'inizio della crisi sono ancora tanti gli operatori sanitari e socio-sanitari che non hanno fatto un tampone, che non dispongono di presidi sanitari e che possono contagiare e uccidere decine di pazienti-utenti, con l'avallo dello Stato.

I giustificazionisti diranno che nessuno aveva intenzione di uccidere sanitori o pazienti, ma noi respingiamo questo alibi. Anche chi non ha curato il ponte Morandi non voleva ammazzare nessuno. Anche il guidatore che ammazza un pedone, non voleva farlo. Anche Mussolini non ha fatto la guerra perchè voleva far morire milioni di italiani. I cantori della retorica del mandolino e della pizza, ogni sera ci snocciolano il numero dei morti affiancandolo a quello dei "guariti", con un tono di sollievo. In quale guerra della storia abbiamo trovato consolazione perchè il numero dei reduci era maggiore di quello dei caduti? L'armata italiana che partì alla volta dell'Urss nel luglio 1942, contava 229.000 unità. I deceduti ammonterebbero a circa 95.000. Ciò vuol dire che l' Armata ha perduto più di un terzo delle sue forze. Un successo, secondo i pensatori odierni, visto che i reduci (i guariti) furono ben 134.000, cioè 39.000 più dei morti e dispersi.