I miti del web e sul web (Eva Zenith)
1. Il mito della privacy e della sicurezza
Fino dagli albori del web è circolata la nevrosi della privacy e della sicurezza anti-virus e worms. L'idea era che tutti fossero interessati a spiare quello che scriviamo sui siti o sui blog più insignificanti. Quindi via non solo a normali password, ma ad una sequela di tutele come i captcha, i numeri di sicurezza, le domande riservate, i numeri telefonici di controllo. Poi si è scoperto che chi vuole può entrare nei database della NASA, creare profili falsi, arraffare milioni di dati personali, in barba a tutte le corse a ostacoli inventati per tutelare privacy. Gli Usa hanno spiato per anni (e forse lo fanno ancora) tutte le cancellerie europee.
Anche la sicurezza "sanitaria" della Rete è un mito nato insieme al web. Software anti-virus, worms, adware, malware, ransomware, browser hijacker ossessionano tutti i navigatori. Chi sono quelli che spendono ore di lavoro per creare migliaia di virus da far girare in Rete? Quelli che hanno fini pubblicitari, spionistici o ricattatori si possono spiegare con l'interesse criminale sotteso. Ma quelli, e sono la maggioranza, che si limitano a mandare in tilt un computer si spiegano solo in un modo: la vendita di sofware anti-virus. I maggiori creatori di virus sono i produttri di anti-virus. Come se un'impresa farmaceutica facesse girare il virus "ebola" per vendere il farmaco che lo cura o il vaccino che lo previene.

2. Il mito della usabilità
La Rete pullula di siti e blogs brutti e incomprensibili che spiegano come fare siti e blogs belli e accessibili. La barzelletta è che questi siti che spacciano elisir di accessibilità (salvo qualche eccezione) hanno pochissimi visitatori. Sono come gli imbonitori televisivi che vogliono venderti i numeri che vinceranno l lotteria. I siti che fanno i "maestrini" oltre a essere in genere brutti e incomprensibili, sono i primi ad avere links interni ed esterni fallati, indirizzi e-mail scaduti, immagini che pesano 1 giga, video che non funzionano.

3. Il mito dell'interazione
A cavallo del millennio è esploso il mito dell'interattività. I siti e i blogs che non davano ai visitatori la possibilità di dire la loro diventarono ciarpame. Come se fosse esplosa la voglia di dibattere e interagire. Quasi subito si è scoperto che nei casi migliori i post si limitavano a "bravo, bene, bis", e nei peggiori raccoglievano migliaia di spam e deliri e insulti di navigatori deboli di mente. In un primo tempo l'autore del blog postava con pseudonimo dei commenti finti, poi è cessata anche questa fatica. L'interazione si è spostata sui social networks ma oggi ci sono i primi segnali che non durerà a lungo.

4. Il mito delle bufale
Il mito è recente. Molti si affannano a dimostrare che il web è il principale veicolatore di bugìe, fatti inventati, manipolazioni della verità. I patetici guerrieri anti-bufale fanno finta di non sapere che da sempre i messaggi scritti, i libri, gli affreschi hanno spacciato bufale. Nella modernità giornali, cinema, televisione sono stati e sono tuttora una makkina di produzione costante di bugìe, fatti inventati, manipolazioni della verità. Tutte le "notizie" di gossip, astrologia, meteo, moda, musica sono mere invenzioni del mercato; tutte le "informazioni" internazionali o istituzionali sono veline di regime; tutti i dibattiti politici televisivi sono propaganda e manipolazione del consenso. Il web è solo il più moderno diffusore di bufale, e fa concorrenza ai mezzi di comunicazione tradizionali sul loro stesso piano, ma senza costi per i cittadini.

5. Il mito delle interferenze elettorali
Recentissimo. L'accusa è che qualcuno (non si sa chi, quindi tutti) usa il web per influenzare il voto con post a favore o denigranti qualche candidato, diffondere notizie false, manipolare il consenso. Questa è l'ultima colossale ipocrisia dell'Occidente. Facebook usa i dati dei navigatori per fini commerciali da sempre. Tutti i siti lo fanno attraverso i cookies, che nessuna legge proibisce. Se lo fa per influenzare i consumi, perchè non dovrebbe farlo per fini politici ?
Per metà del XX secolo gli Usa hanno influenzato, coartato, manipolato i regimi e i leaders politici di mezzo pianeta. La Russia ha fatto altrettanto con l'altra metà. Il Vaticano ha da sempre interferito sul voto politico italiano (ricordate il volantino "Nell'urna Dio ti vede, il PCI no") e non solo. Obama faceva propaganda contro il voto per la Brexit. I boss europei hanno interferito contro Berslusconi prima e contro i 5Stelle e la Lega oggi. E' di ieri la notizia che la campagna presidenziale di Sarkozy è stata influenzata da Gheddafi. Usare il web per influenzare il voto non è diverso che utilizzare le tv e i giornali, lo spionaggio e le mazzette. Ma è molto meglio che utilizzare l'omicidio.