Economia virtuale:
smascheriamo le finte comunità
(Ektor Georgiakis, 2011) |
La speranza di una economia nuova ha fatto perdere di vista alcune regole insormontabili circa la creazione di valore. Il valore si crea per consenso. E linterdipendenza fra il possesso di qualcosa ed il desiderio di quella cosa, a creare il valore. Certo, la storia del capitalismo ha mostrato vistose eccezioni a questa regola, ma sono state poche e di breve durata. Un alterazione alla regola dellinterdipendenza consiste nel far credere che esista un bisogno di possesso o un desiderio duso di una cosa che dunque acquista valore. Il massimo si raggiunge (questo cercano di fare molte imprese della new economy) quando si fa credere allacquirente che esiste la necessità di acquistare una cosa che è già in suo possesso. Se a questo si aggiunge la manipolazione per cui chi acquista qualcosa che è già suo, diventa grato e appartenente allimpresa che vende, ecco raggiunto il miracolo: creare valore dal nulla. Molte imprese della new economy si basano su questo principio, ma
la loro vita è brevissima. Nessuno ha ancora fatto il calcolo
dei portali e delle cosiddette comunità che sono
nate, e dopo un anno si sono trasformate, fuse, riciclate oppure hanno
semplicemente chiuso, ma si tratta di migliaia. Il fatto è
che queste non hanno mai avuto nulla da offrire che fosse davvero
appetibile: solo informazioni e servizi insignificanti, spesso incomprensibili,
di basso costo, dunque replicabili da chiunque. Primo: non si capisce perché queste persone, appena ci riflettono, debbano effettivamente allestire uno spazio casalingo. In cambio di qualche perlina luccicante, offrono gratis il loro lavoro per aumentare il valore delle azioni di unimpresa che non possiedono. Secondo: perché i vicini dovrebbero perdere tempo a visitare uno spazio pubblicitario in casa daltri ? (al massimo ne faranno uno proprio). Terzo: cosa impedirebbe a 10.000 nuove imprese di entrare in questo mercato artificiale, competendo con le prime che hanno rischiato? Così hanno fatto e continuano a fare molte sedicenti comunità-imprese della new economy. Aprono un portale che chiamano comunità, e su questo offrono:
In cambio di questo le imprese-comunità chiedono:
Se questo baratto, molto simile a quelli che proponevano gli spagnoli al popolo maja, riesce, la società diventa famosa, e si fa assorbire da una società più grossa a suon di miliardi, oppure si quota direttamente in Borsa. Per piazzare le azioni a un prezzo cospicuo magari, si spacciano i primi 200.000 entusiasti passanti dal portale come membri della comunità e dunque potenziali utenti fidelizzati, del mercato globale. Lultimo che prende il cerino fallisce, ma la comunità, come una Fenice, risorge sotto altro nome e ricomincia il giro, con altri giocatori dazzardo.
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