Interventi 2002-2003

ektor il 1/2/2003, alle ore 18 ha scritto:
scassinatore?
Non capisco la metafora dello scassinatore. Per me favorire la circolazione delle idee è oggi l'unica rivoluzione possibile. Per esempio, chiunque abbia letto il libro Guerra alla libertà di Nafeez (v.psipol)non può aderire alla "guerra preventiva" di Bush. Anzi trova difficle distinguere questa guerra da quella che Hitler scateno'occupando l'Austria e la Polonia.

Obi 1 il 31/1/2003, alle ore 0 ha scritto:
palla al centro
Mannò, mannò...che in ginocchio la visuale non si espande...si può creare comunicazione con le provocazioni, non con le sfide... Spero di non essere sembrato troppo polemico, non ne avevo l'intenzione, ma purtroppo spesso ho sentito la parola élite in contesti in cui si da' molto per scontato, non ultimo l'aver capito cosa è bene per tutti... Sono completamente d'accordo sul fatto che la mercificazione di tutto sia un processo deteriore e mortificante, ma credo che il potere della comunicazione sia nella sua capacità di trasformazione, non di rifiuto "di chi tanto non capisce" o nella costruzione di torri d'avorio. Per quanto riguarda le iniziative di cui mi chiedi, temo di non poter mettere sul piatto proposte particolarmente rivoluzionarie,sono soprattutto piccole battaglie quotidiane contro l'incapacità di comunicazione...d' altra parte credo che favorire la circolazione delle idee sia più un mestiere da scassinatore che da rivoluzionario. Tu che ne pensi?

ektor il 30/1/2003, alle ore 0 ha scritto:
E vai....!
Caro Obi1, sono qui in ginocchio in attesa delle tue iniziative....davvero!

Obi 1 il 27/1/2003, alle ore 21 ha scritto:
Pochi?
Premesso che Il mondo in cui al commercio e al capitale basta non farci caso mi ricorda tanto la storiella dell'Eden,non sarebbe meglio invece Farci Caso e provare, grazie allo sviluppo di una Comunicazione Efficace e non elitaria ,a cambiare per quanto possibile il corso delle cose nel Mondo Reale? Se PSICOPOLIS rimane una comunità per pochi, o magari per pochissimi, non è che putacaso rimangono poche, e magari pochissime, anche le idee e le opportunità da scambiare?

ektor il 25/1/2003, alle ore 14 ha scritto:
No all'utilitarismo
E' vero, il kommercio ed il kapitale entrano dappertutto: basta non farci caso. E non farsi prendere da istanze utilitaristiche. PSICOPOLIS può (deve) restare una comunità di elite, di quei pochi che vogliono semplicemente scambiare idee e opportunità, fare ricerca, espandere la propria visuale.

doombeat il 24/1/2003, alle ore 11 ha scritto:
La stroria si ripete?
Ho trovato questo forum per caso,ciò che propone Georgiakis mi sembra un interessante tema di discussione. Quando si usa la rete come strumento di ricerca,ciò che sostiene G. ,è inopinabile.Il fatto è che sono più aziende ad avere siti che singole persone.Le aziende di piccola e media grandezza cercano di vendere i loro prodotti ai vicini, hanno pochi soldi per fare politiche di marketing quindi si affidano alla rete perchè offre una vetrina a costi bassissimi.L'impoverimento culturale è dettato dalle leggi di mercato.Il web è ,per sua natura ,uno strumento globalizzato(cosa positiva),l'Eden nell'immaginario religioso cattolico non aveva i ladri e l'inquinamento, poi Adamo ha mangiato la mela e così via.. La rete è un paradosso : globale ma conserva differenziazioni culturali.Il proprietario di un ristorante vicino a casa mia,si è fatto il sito perchè vuole aumentare il numero di coperti a pranzo:il sito è totalmete in italiano.Tutto ciò è ancora una volta funzionale ad un'ottica di vendita.Tutto ciò assomiglia un po' alla storia del libro.La storia si ripete?

Mirco Marchetti il 19/1/2003, alle ore 14 ha scritto:
Ti ringrazio...
Ti ringrazio caro Ektor, forse mi era stato detto ma non lo ricordavo, o forse non sono cosi "primo" come gli altri primi. Comunque riproverò tra qualche giorno. Ciao mirco

Ektor G. il 19/1/2003, alle ore 13 ha scritto:
Mandare materiale alla segreteria
Caro Mirco, credevo lo sapessi. Anch'io non accedo direttamente alla pagina web.Non sono capace e sarebbe una "rogna" in piu'. Ho mandato il mio intervento in .txt a webmaster@psicopolis.com e ho chiesto di pubblicarlo. Tre giorni dopo è successo. Non facciamo tutti cosi' noi "Primi"?

Mirco Marchetti il 15/1/2003, alle ore 21 ha scritto:
Va bene!
Per me va bene. Caro Ektor, mi piacerebbe se qualcuno mi aiutasse pure a mettere un contatore nella bacheca di akkademia. Confesso di averci provato, sono andato in un sito dove ve ne erano di gratuiti, molto semplici, carini, senza banner. Mi dovevo registrare, l'ho fatto, mi hanno mandato degli script da copincollare nella pagina web, ma a questo punto, e scusa se la mia domanda ti parrà magari banale, ma sono ignorantello in fatto di informatica, come posso io modificare la pagina web? Non ci vuole una password per il server? Altrimenti modifico solo la mia pagina web. Capisci cosa intendo? Non so se mi sono spiegato bene. Ciao mirco

gioia il 29/12/2002, alle ore 19 ha scritto:
perchè no
Quest'ultima proposta di Obil non mi sembra priva di senno! In effetti il lavoro è un esempio di scambio partito da presupposti materiali e fisici, ma che via via si è fatto sempre più astratto, intellettuale,... virtuale. In più di qs tempi la qualità è una merce talmente rara che far pagare servirebbe per sottolineare la differenza fra chi pensa e chi no. Recentemente in un ambiente di lavoro in cui si volevano inserire innovazioni che richiedevano un impegno agli addetti (tutti operatori sociali in senso lato) ho sentito dire qualcosa come: " Cosa si aspetta?... fino ad oggi abbiamo operato così.... perchè dovremmo cambiare? a chi importa?". D'altra parte tutto quello che è gratuito (o molto di esso), non ha valore nè viene mai considerato prezioso. Credo che una iniziativa di qs genere potrebbe stimolare la competizione e alla fine produrre un interessante confronto.

Obi1 il 26/12/2002, alle ore 11 ha scritto:
Comunicare e connettere
Se la comunicazione è un flusso che rimane vitale finchè mantiene la possibilità di muoversi e circolare, la proposta di discussione di Ektor tocca un punto molto importante.La comunicazione dovrebbe essere libera e gratuita? Chi è in possesso di informazioni che possono essere utili per altri,dovrebbe (e in base a cosa dovrebbe) scegliere di mettere in comune ciò che sa, innestando magari un circolo virtuoso che potrebbe portare altri a condividere...La comunicazione dovrebbe essere libera e gratuita limitatamente ad un gruppo di pari (o di presunti tali)?Perchè non decidere invece di selezionare il fruitore di conoscenze magari frutto di grandi sacrifici, o presunti tali) attraverso una dimostrazione di impegno, o di appartenenza, o mal che vada almeno di sacrificio finanziario...I dazi aiutano od ostacolano la comunicazione?E'il dessert alla fine... perchè non vendere le proprie conoscenze così da poter ricavare le risorse necessarie per proseguire più agevolmente il proprio cammino, e perchè non pagare per informazioni che , senza un tornaconto squisitamente economico, magari non sarebbero messe in circolazione?

leda il 29/11/2002, alle ore 22 ha scritto:
Aggiungo...
Sono d'accordo con Gioia, ma aggiungo che la competizione scatta anche tra livelli diversi e non solo tra pari: la mia ipotesi è che sia una questione di puro potere

gioia il 29/11/2002, alle ore 0 ha scritto:
siamo alle solite
Sono d'accordo con entrambi! Posso testimoniare che ogni volta che incontro un collega o comunque un professionista che opera nel mio stesso campo o in uno limitrofo, si scatena una competizione che tende a vanificare le azioni di tutte le parti coinvolte. La mia ipotesi è che questo avvenga quando si incontrano "pari" e/o simili. Per esempio accade anche fra due donne professioniste. E' una "guerra fra poveri" e richiederà una strategia specifica per superare il problema.

wildwest il 19/11/2002, alle ore 11 ha scritto:
Forse è per questo!
Forse la causa è proprio nel fatto che "e' una Comunità con spazi gratuiti, non profit e perdipiù gestita collettivamente". Alla gente piace pagare caro, piace avere dei padroni, e non piace gestire alcunche'. Vedi Linux che non riesce a vincere su Windows. Inoltre, tutti gli operatori del sociale sono mossi da una profonda invidia che è il più forte inibitore della cooperazione

Ektor G. il 2/11/2002, alle ore 13 ha scritto:
Come mai è così difficile connettersi per gli Operatori Sociali?
Un dibattito che vorrei proporre è quello che concerne la difficoltà fra gli Operatori del Sociale di connettersi fra loro. Mi sembra strano che per gente che lavora sulle reti e sulle connessioni, abbiano tante difficoltà a cooperare fra loro? Come mai molti operatori preferiscono fare siti a pagamento o su portali "profit" invece che aderire a PSICOPOLIS, che e' una Comunità con spazi gratuiti, nono profit e perdipiù gestita colletivamente?