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PSICODRAMMA

“Lo psicodramma e il futuro”

Barcellona, dal 29 Ottobre al 1 Novembre

L’Incontro Internazionale di Psicodramma di Barcellona è stato la continuazione in linea diretta del Laboratorio Internazionale di Psicodramma che si era tenuto nel Maggio del 1987 a Cattolica.
La caratteristica di base che apparenta i due incontri è il desiderio-bisogno degli psicodrammatisti di incontrarsi per confrontarsi. Se l’incontro di Cattolica ha avuto il significato di incontro-scontro tra le prime generazioni di psicodramma moreniani, l’incontro di Barcellona ha offerto lo spazio alle nuove generazioni di psicodrammatisti postmoreniani che potremmo tranquillamente chiamare neomoreniani. Questi  non sono più tanto preoccupati di una ortodossia a tutti i costi ma sentono la necessità di avere un maggiore spazio per ricreare uno psicodramma che trovi la sua linea creativa nelle radici esistenziali del singolo psicodrammista e nell’humus culturale di un popolo o di una razza. A mio giudizio ciò che ha dato maggiormente la misura di questo stacco è stata la presenza di una quarantina di brasiliani, avamposti di ben 1500 colleghi che praticano nel loro paese questo tipo di psicoterapia. Non possiedo statistiche in merito ma credo che il nucleo brasiliano sia il più forte su scala mondiale e sicuramente uno dei più caratterizzati.
Monica Zuretti, nella sua relazione di Domenica 30 Ottobre sul tema: “Psicodramma, origine e futuro”, ha spezzato una lancia in favore dell’unità. Subito dopo però Ruth Tarquini ha proposto il presente come luogo dell’apertura attraverso la quale l’uomo inventerà il suo cammino. Personalmente sento molto moreniana questa visione di un presente dilatato che raccoglie in sé i fermenti del passato e che costituisce le basi di un futuro forse tutto da ricreare.
È stato un congresso nel quale si poteva lavorare molto e io ho approfittato abbondantemente. Ogni pomeriggio si aveva la possibilità di partecipare a due laboratori da scegliere fra i molti a disposizione.
I conduttori degli incontri erano per la maggior parte spagnoli, argentini e brasiliani.
Molti spagnoli conducono psicodramma analitico, freudiano e lacaniano. Molti argentini sono notevolmente aperti all’inconscio gruppale, ancestrale e cosmico. Ho trovato i brasiliani più attenti alle pieghe dell’inconscio personale, alle realtà e ai fantasmi del teatro interno.
Mi è parso particolarmente interessante quello che i brasiliani chiamano “psicodramma interno”, modalità che può essere usata sia a livello individuale che gruppale e che consiste nel portare l’individuo attraverso la ventilazione respiratoria forzata o semplicemente attraverso una concentrazione intensa su una propria parte del corpo ad una situazione liminale di percezione e di elaborazione dei propri vissuti passati o presenti. Tale stato permette al protagonista di vivere come realmente realizzati movimenti, inversioni di ruolo, azioni altrimenti difficili da interpretare o da portare a termine.
Ricordo a chi fosse interessato a fare un bagno di internazionalità, per quanto riguarda la psicoterapia di gruppo e lo psicodramma, che esiste quest’anno la possibilità abbastanza a portata di mano. Dal 27 Agosto al 2 Settembre di quest’anno, ad Amsterdam si terrà un Congresso Internazionale di Psicoterapia di Gruppo sul tema “Incontro o alienazione”, indetto dall’Associazione Internazionale di Terapia di Gruppo.

Per informazioni o iscrizioni potete scrivere a Congress Bureau – Vrije Universiteit – P.O. Box 7161 – 1007 MC Amsterdam – Olanda.

Terenzio Formenti