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INTERVISTA CON IL PRIMARIO DEL BECHTERER IL PRIMO ISTITUTO NEUROLOGICO DI LENINGRADO
A cura di Franca Maisetti
SECONDA PARTE
DOM.: Che cosa può dirci sul rapporto
medico-paziente?
R. :Bisogna che il malato, il paziente, sotto la guida del
medico psicoterapeuta, veda gli stereotipi viziosi della sua reazione emozionale.
Spesso i malati fanno vedere gli stereotipi di una reazione sbagliata emotivamente.
I nevrotici, ad esempio, stabiliscono delle relazioni sbagliate. Quando
diventano chiari i meccanismi che si succedono nella sua vita, il malato
arriva ad una auto-valutazione. Il malato non può da solo valutare e comprendere
il conflitto. Ecco perché lelaborazione dei vari stereotipi della
relazione bisogna che sia produttiva e il comportamento più adeguato. La
nostra psicoterapia non è direttiva, si svolge con lattività massima
dei pazienti stessi, lo psicoterapeuta agisce come catalizzatore. Lo psicoterapeuta
non è nella posizione del maestro, ma dellesperto, del commentatore.
Ci tengo a sottolineare ciò perché la nostra psicoterapia va rappresentata
sempre come una psicoterapia direttiva. Certo non in tutta lUnione
Sovietica si fa questa terapia, non la si fa a Mosca, ma al Bechterer
si. Noi diamo molto rilievo alla struttura della personalità. Questo non
vuol dire che la scuola di Mosca, dove prevale il metodo direttivo-suggestivo,
non funzioni bene o non abbia dei risultati. Noi pensiamo che il metodo
direttivo-suggestivo possa essere usato con un numero ristretto di pazienti,
mentre i metodi del prof. Karvasarski devono essere usati più spesso. Ci
sono malati con capacità intellettive non alte, non abituati a queste forme
di relazione; dipende molto dalla cultura della società. A Mosca spesso
arrivano malati dalla periferia (Siberia, Estremo Oriente). Questo non vuol
dire che qui abitano solo intellettuali e lì sono incolti, capisce? Comunque
a Mosca cè la prevalenza del metodo suggestivo. Cè per es. il
prof. Orlov che, oltre al metodo suggestivo che conosciamo, usa il suo metodo
chiamato stress-emozionale terapia. E un altro tipo di
terapia suggestiva, molto direttiva e che non utilizza le sfumature relazionali
di cui abbiamo parlato. Questo va molto bene con alcune categorie di malati,
non necessariamente con basso intelletto, ma con alcune forme di alcolismo.
DOM.:E la psicoanalisi?
R.: Facciamo rispondere al prof. Karvasarski. La psicoanalisi
non è più dominante neanche nei paesi occidentali. Noi lo sappiamo era dominante
fino a 15 anni fa, ora sono apparse tante altre direzioni, tante psicoterapie,
esistenziali, umanistiche, behavioristiche. Allora che cosa divide gli psichiatri
sovietici da quelli occidentali? Perché si parla di fenomeni che ogni psicoterapeuta
conosce nel processo di lavoro con il malato.
Il rapporto fra conscio e inconscio? O il problema della psicogenesi? O
i problemi del rapporto tra il malato e il medico?
Neghiamo il transfert di Freud perché il contenuto è assolutamente
determinato, non perché abbiamo paura di questa parola. Noi neghiamo il
transfert legato alla libido, così come neghiamo linconscio legato
alla sessualità. Neghiamo che con il transfert si strutturi una nevrosi
di transfert, una nevrosi post-transferale e che la cura può essere effettuata
solo tramite lanalisi di questa nevrosi da transfert.
D.: E la terapia di gruppo?
R. : Con questa terapia il malato deve comprendere nel modo
più completo il meccanismo psicologico della sua malattia. Questi meccanismi
psicologici i malati li capiscono grazie ai rapporti che si strutturano
nel gruppo durante la cura. Per noi la personalità è il risultato di tutti
i sistemi di relazione della persona con se stessa, con lambiente,
con la gente che lo circonda, nellarco di tutta la sua vita. La violazione
delle relazioni più importanti porta al conflitto nevrotico. Tale conflitto
non è compreso dal malato, si manifesta come contraddizione nella vita,
e noi siamo chiamati a sciogliere tali contraddizioni attraverso lanalisi
delle relazioni sbagliate. Per noi è importante far capire al malato che
tutto il suo male è dovuto ad una sbagliata gerarchia nellambito delle
relazioni. Ristabilire le relazioni nel modo giusto e creare unarmonia
e un equilibrio relazionale è la funzione della terapia di gruppo. Nel gruppo
va analizzato il materiale storico, cioè la vita del malato, quello che
il malato racconta di se stesso, quello che vive nel presente e quanto succede
nellhic et nunc, cioè le relazioni del malato nei confronti degli
altri pazienti del gruppo. Quindi nel passato e nel presente, lapproccio
causale e lapproccio funzionale. Si fanno vedere al malato tutti i
tipi delle sue reazioni emozionali, gli stereotipi emozionali non adeguati.
DOM.: Questo tipo di terapia viene
fatta solo a Leningrado?
R. : Leningrado è il posto dove vengono curati i malati con
diversi tipi di nevrosi e i borderline. Listituto di Bechterer sviluppa
la psicoterapia e la riabilitazione, linterdisciplinarità fra medicina,
psicologia, sociologia, fisiologia. Il professor Kabanov è il capo della
psicologia medicinale nel paese. Qui cè allUniversità
la cattedra di Psicologia dove io ho lavorato a lungo. A Mosca non cè
niente di tutto ciò. Qui a Leningrado, inoltre, cè un buon transfert
tra medico e paziente, non il transfert freudiano, ma da intendere come
un buon rapporto fatto di rispetto, di partnership, volontà di andarsi incontro;
è un transfert empatico, di simpatia, ecc
Quando parliamo del transfert di Freud intendiamo transfert di sensazioni,
di libido del paziente sul medico. Quando usiamo noi questa parola, pensiamo
sempre al contenuto che Freud ci ha messo dentro ed allora evitiamo questo
concetto e questa parola. Nessuno di noi nega che latteggiamento emozionale
del medico nei confronti del malato non influisca sul processo di cura.
Per es. se il paziente mi è simpatico, io posso fare una diagnosi di nevrastenia;
se per es. mi è antipatico posso attribuirgli con la stessa sintomatologia
la diagnosi di isteria o psicopatia. Noi analizziamo sempre le relazioni
fra il medico e il paziente, per fare la diagnosi. Le simpatie e le antipatie
non possono non esistere. Se per es. identifico il medico con mia madre
o mio padre, certamente cè il transfert e cè il contro-transfert.
Nella psicoterapia di gruppo il malato spesso identifica qualcuno nel gruppo
con qualcuno dei suoi parenti e questo materiale va analizzato. Noi abbiamo
la nostra idea sul concetto di transfert e anche di inconscio. Avevamo
detto prima che le relazioni strutturano la personalità e ogni relazione
che si stabilisce nellarco della vita. Alcune relazioni sono coscienti,
altre sono inconsce. Per noi linconscio è ciò che non è abbastanza
integrato nella nostra mentalità sul piano psicologico. Il compito della
psicoterapia della nevrosi è la comprensione delle relazioni, la cui violazione
ha creato la malattia. Alcune cose vanno automatizzate (come quando il pianista
suona ma non sa che tasto premere), altre cose vanno cancellate.
D.: I medici psicoterapeuti devono
essere sottoposti a terapia?.
R.: Pensiamo che il medico debba capire cosa sente e
prova nei confronti del malato, deve saper verbalizzare tutto ciò, comprendere
il malato, ecc.. Perciò negli ultimi 5 10 anni con i medici e gli
psicologi va svolto un training interpersonale. Ci sono gruppi di medici
e psicologi che si specializzano in psicoterapia insieme agli studenti della
stessa specializzazione.
DOM.: Su che base filosofico-politica
si basa la psicoterapia?.
R.: Noi abbiamo sempre aspirato che luomo sovietico,
anche il paziente, sia più indipendente, più sociale, più cosciente. Questo
è stato il nostro motto. Prima della Perestroika era piuttosto un motto.
Lo si può vedere dalla stampa e da tutto un sistema di vita. I metodi pedagogici
finora sono stati improntati sulla direzione, sul comando. Adesso con la
Perestroika noi possiamo portare avanti più liberamente il nostro motto
e lavorare per un uomo più indipendente, più sociale. Con le nostre terapie
di gruppo noi sottolineiamo non solo un motto, ma un modo pratico di fare
terapia. Con una maggiore libertà aumenta anche il nostro interesse e la
nostra voglia di comprendere tutto e la nostra attenzione verso linconscio,
in un certo modo, sta crescendo.
DOM.: Non cè nessun medico
sovietico che è stato sottoposto alla psicoanalisi?
R.: Forse qualcuno si, ma noi non lo sappiamo; alla psicoanalisi
classica no. E appena uscita la collezione delle opere di diversi
psicologi e sono state pubblicate opere di Jung, Freud, Adler, Fromm.
Adesso cè la tendenza a tradurre tutto; non importa se poi li accettiamo
o condividiamo, solo per conoscerli. Mi piace ricordare le parole di Voltaire.
Il direttore dice: Odio le vostre opinioni, ma sono disposto a morire
per il vostro diritto di esprimerle. Non condivido Freud ma, appena
possibile, lo faremo conoscere ai nostri studenti.