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LA PAROLA A …. JEAN BERGERET

Questo grande psicologo ha subito e con profonda cortesia accettato l’intervista parlando della sua tematica proposta nel congresso “Stress e infanzia”.
Esordisce subito affermando che il suo ottimismo, pur presentando una relazione dal titolo “La violenza nelle relazioni tra genitori e figli” e chiarendo la differenza tra violenza ed aggressività: il bambino ha un istinto violento naturale, mentre l’aggressività è un insieme di violenza ed amore, in quanto è un comportamento più tardivo ed elaborato.

M.R.D.: “Ed il mito di Edipo?”

J.B.: “Freud parla di Edipo, solo riferendosi alla parte finale, ma il mito comincia prima. Il primo oracolo di Apollo dice che subentrerà tra i genitori ed il figlio una forte ostilità: “O il figlio dovrà uccidere i genitori per salvarsi la vita, oppure i genitori dovranno uccidere il figlio se vorranno proteggere la loro vita”. Quindi l’ipotesi espressa nel mito è che il primo istinto attivo sin dalla nascita sia un istinto violento, è un puro istinto di sopravvivenza. È come se alla nascita di un nuovo essere non ci fosse posto per due nel medesimo luogo.
“Io e l’altro” è la legge fondamentale della vita che precede lo sviluppo della capacità di amare. Il primo sguardo che il figlio rivolge ai genitori è di inquietudine, si chiede se lo lasceranno vivere, in quanto la sua nascita è fonte di inquietudine per loro; ciò scatenerebbe delle reazioni di violenza sia nei figli, sia nei genitori”.

M.R.D.: “Allora l’affetto fra genitori e figli?”

J.B.: “La violenza nono comporta la volontà di nuocere, può indurre l’attacco per difendersi; la violenza riguarda solo se stessi e la propria sopravvivenza, è una manifestazione  narcisistica. Nella violenza non c’è l’erotizzazione che compare nell’aggressività, in cui si fa soffrire con piacere un altro da se ben definito con ragioni ben definite.
La violenza deriva dall’angoscia vissuta dal soggetto che lo porta ad immaginare una minaccia per la sua integrità personale. La violenza, causata dal fantasma inconscio dell’insicurezza, conduce a reagire violentemente, pur rimanendo essenzialmente difensiva. La violenza è necessaria, l’importante è l’uso che se ne fa”.

M.R.D.: “Ma il termine violenza, un po’ spaventa?”

J.N.: “E’ che spesso l’usiamo intendendo aggressività. Perché la relazione evolva favorevolmente fra figlio e genitori bisogna che l’immaginario primitivo violento sia inglobato rapidamente dalla libido, che deve acquisire sempre più importanza nell’evoluzione affettiva del bambino.
In questo modo la violenza fondamentale si metterà al servizio dell’amore e della creatività”.

Maria Rosa Dominici Bortolotti