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LA SIPS MORIBONDA E IN SVENDITA:
sulle sue spoglie si stanno avventando da una parte gli affaristi e dall’altra gli accademici

La vecchia ammiraglia SIPS è ormai come una barca piena di buchi. Il CD ha perso ogni pudore e i boiardi delle Regioni stanno ultimando il loro golpe bianco. Intanto i clientes della nomenklatura stanno rosicchiando la stiva in cerca di meschini guadagni personali ed i baroni, ormai senza freni, stanno cercando di sfruttare ogni spazio per ampliare il  loro strapotere. Alla faccia dei soci semplici, dei professionisti, degli psicologi pubblici, degli psicologi senza potere: insomma di quanti credevano nella SIPS e credono ancora nella psicologia trasparente.
Iniziamo dal CD. Un gruppo di desperados che in oltre due anni di governo ha prodotto due numeri di Psicologia Italiana, un similgoverno per celebrare meriti che non ha avuto ed un paio di Assemblee nazionali abortite sul nascere. In compenso il CD non è ancora riuscito a mettere in ordine i conti distrattati della gestione dell’ineffabile Past-President Bertini; non si è ancora mosso per il Congresso triennale; ancora non accenna a parlare delle prossime elezioni.
Al punto che non sono poche le voci che insinuano una auto-riconferma dei  5 meschinelli. Già perché il  CD è di soli 5 membri dal momento che ben 2 (Spaltro e Sangiorgi) si sono dimessi e nessun rimpiazzo è stato trovato. Di fronte a dimissioni così vistose, nessuna spiegazione viene data dal CD se non che le cose ora vanno meglio. Vanno meglio tanto che si parla di visite della Finanza e di imminenti denunce alla Magistratura, fatte da ex-soci.
Intanto cosa fanno i Delegati Regionali? Niente per le Regioni che sono da anni in stato comatoso, ma qualcosa da esautorare il CD nazionale attraverso una rivistina (ACTA) e “coordinamenti” di tipo vetero-sovietico molto poco statutariamente legali.
Centinaia sono intanto i mancati rinnovi della quota associativa e quasi ovunque si sente parlare di ipotesi scissioniste. Anche perché ormai è chiaro che il moribondo corpo della SIPS  è quello del suppliziato che viene spolpato dagli avvoltoi. Due esempi per tutti. Fino a pochi anni addietro, se un socio abbinava anche di sfuggita e solo per motivi culturali il nome del proprio gruppo o istituto con quello della SIPS veniva crocifisso. Oggi abbiamo la Sezione regionale lombarda che promuove e sponsorizza convegni e pubblicazioni di socie amici (ovviamente censurando i meno amici). La Divisione di Psicologia di Comunità che sponsorizza seminari a pagamento fatti da soci amici, ovviamente molto amici. La Divisione di Psicologia Clinica, si unisce a quello di Psicologia del Lavoro e alla Sezione Regionale Lazio, oltre che ad uno studio privato e ad un editore (NIS), per lanciare giornate di studio cui sono invitati amici e mariti. Dove si possono avere informazioni sulla giornata? Ma naturalmente presso lo studio del marito della Delegata Nazionale della Divisione! Evviva il buon gusto!
In questo bailamme chi non  perde la calma è il vecchio baronato che lascia ai privati i loro affarucci in cambio del silenzio sulle proprie manovre. È stata nominata una Commissione (con quale legittimità e da chi?) che dovrebbe discutere del riconoscimento delle scuole di formazione alla psicoterapia. Veramente il compito per tale materia è affidato all’Ordine, che speriamo sarà ben diverso dalla SIPS, ma i baroni cercano così di mettere gli psicologi davanti al fatto compiuto: ben tredici accademici su tredici sono i membri della Commissione! Alla faccia dei professionisti e delle Scuole private!

GUIDO CONTESSA