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GLOBLING

Organizzato dalla PRO CIVITATE CHRISTIANA si è svolto ad Assisi dal 22 al 28  aprile un convegno sulla GLOBALITA’ DEI LINGUAGGI: COMUNICAZIONE ED ESPRESSIONE PSICOCORPOREA tenuto da STEFANIA GUERRA LISI. Il metodo della globalità dei linguaggi, prende in considerazione le relazioni esistenti  fra la sfera psicomotoria, psicoorganica, senso-percettiva, emotivo-affettiva, comunicativo-relazionale, mirando ad uno sviluppo armonico della personalità del bambino.
Attraverso l’osservazione dei suoi comportamenti sensomotori si delinea l’obiettivo dei giochi con cui stimolare il bambino secondo i bisogni individuali rivelati. La metodologia di queste  proposte  è sempre basata sulla sollecitazione multisensoriale a cui si dà occasione di risposta con tutti i linguaggi espressivi. Ciò consente all’educatore di individuare in ciascun bambino i linguaggi preferenziali e soprattutto permette di maturare esperienze individuali in un gruppo, in cui nella socializzazione è implicita una comparazione e trasmissione delle diverse tecniche di approccio alla realtà. Quindi ogni proposta ha implicata una “plasticità” di applicazione pratica, date le imprevedibili e diverse risposte, che pretende nell’educatore un atteggiamento di ricerca e di sperimentazione. Questi due elementi così preziosi da saldare in un continuum i processi cognitivi dell’adulto e del bambino sono anche i requisiti necessari per far si che l’esperienza sia gioco, gioco spontaneo.
Durante tutta la settimana, ad una prima e ricorrente fase teorica per delineare i fondamenti di quella che potremmo definire una “filosofia” di vita, si sono susseguite esercitazioni pratiche atte a sperimentare nei partecipanti linguaggi non verbali, e ad evidenziare il corpo come sintesi di tutti i linguaggi. Apprendimento quindi nel sentire, nell’immaginare, nell’esprimere con tutti i linguaggi la simbologia del movimento, del suono, del colore, della forma. Il  metodo della GUERRA LISI è particolarmente indicato per la prevenzione al disadattamento e la integrazione degli handicappati; la docente è infatti nota esperta della riabilitazione e formatrice di insegnati ed operatori socio-sanitari.
Il convegno è stato quindi anche (vista la presenza di due persone handicappate) una occasione per verificare quanto ciascuno di noi abbia da fare e da acquisire da questa realtà. Pochi di coloro che si trincerano tuttora, sentendosi scrupolosamente nel giusto, dietro la propria incapacità, reale impreparazione professionale  o indisponibilità, richiedono quale alternativa di socializzazione abbia il bambino handicappato in un istituto o in un centro dove non si possono acquisire esempi di comportamento normale nello scambio affettivo con i coetanei e dove, a qualunque proposta di riabilitazione specialistica, verrebbe a mancare la motivazione a “comunicare”.
Il comportamento dei “normali” verso una persona handicappata è quello di  porre in atto una varietà di discriminazioni pregiudiziali, con le quali di fatto, senza averne precisa coscienza, limitano la sua possibilità di vivere una vita felice e realizzata. È la motivazione  a comunicare che genera le risposte di “accomodamento”, essenziali per l’evoluzione dell’individuo, possibili solo nel caso che, appunto con l’integrazione, ne sia fornita l’occasione dall’ambiente.
Per cui aver l’approccio “giusto” con la persona handicappata è molto importante in quanto egli adotterà verso la propria menomazione lo stesso atteggiamento dei suoi educatori. Se essi si preoccupano anche egli si tormenta, se essi se ne vergognano, anche egli sarà particolarmente suscettibile, se infine la considerano in modo obiettivo, egli lo accetterà come dato di fatto e non si lascerà condizionare nel suo processo di adattamento. Il messaggio pedagogico è chiaro. Per educare persone (handicappate e non ) dobbiamo interpretarle nelle loro qualità latenti,  come il suono delle forme delle piante, tenendo presente che l’elemento liquido che determina l’albero con le sue caratteristiche, il suo possibile futuro suono (strumento), è  per l’uomo la componente tenera dell’ambiente; è il nostro investimento affettivo che ci permetterà di costruire strumenti che suoneranno armonicamente.

Vincenzo Lombardi

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