indice generale

PSICOLOGI E MATRIMONIO

Un paio di mesi or sono, in un discorso tenuto di fronte ai  componenti del Tribunale della Rota Romana (ex Sacra Rota), il Papa Giovanni Paolo II ha parlato dell'influenza negativa che ha la cultura contemporanea sulla solidità dei matrimoni. In particolare ha detto "…Si tende infatti ad addebitare le difficoltà (nel matrimonio, n.d.r.) a meccanismi psicologici il cui funzionamento viene inteso in senso deterministico, con la conseguenza di uno sbrigativo ricorso alle deduzioni delle scienze psicologiche e psichiatriche per reclamare la nullità del matrimonio".
Ora, può essere che effettivamente i professionisti citati siano particolarmente larghi di manica, ma mi pare che ci siano due aspetti della situazione che non vengono sottolineati dal Papa. Si tratta innanzi tutto dell'area "scricabarile" se si può definire: in realtà a concedere l'annullamento sono i componenti del Tribunale della Rota e non gli psicologi. Se dunque si ritiene che il punto di vista di psicologi e psichiatri sia troppo "tenero" nei confronti dei clienti/pazienti che gli richiedono una perizia, è sufficiente non considerarla o comunque assegnarle un minimo peso fra le  variabili significative per concedere l'annullamento.
Anche perché esiste la possibilità di divorziare e dunque di  trovare comunque un accomodamento legale e rispettabile per tutti coloro che sono coinvolti dal fallimento del matrimonio.
Inoltre è certo un grave passo quello di sciogliere un matrimonio: nonostante tutto è sempre una situazione traumatica per tutti coloro che in qualche misura vi sono coinvolti. Però va anche sottolineato che esistono situazioni in cui agire diversamente, cioè mantenere due persone formalmente legate dal vincolo del matrimonio, significa aggravare la sofferenza, addirittura a volte scatenare conseguenze impreviste che a volte sono cariche di violenza nei confronti di innocenti.
Porre termine ad un matrimonio sia formalmente che di fatto significa sempre riconoscere un fallimento. Mi pare dunque che il Tribunale della Rota dovrebbe porsi un altro tipo di quesito: chi richiede qui l'annullamento del proprio matrimonio rivolge a noi la sua domanda per motivi religiosi ed etici, o potrebbe essere sufficiente ricorrere alla Legge italiana che riconosce il divorzio? Se in questi ultimi anni si è fatto più severo e rigido l'accesso al matrimonio religioso altrettanto dovrebbe accadere per l'annullamento religioso. Psicologi e psichiatri dunque poco centrano in questa discussio
ne pur conservando il compito di aiutare chi gli si presenta a trovare la strada più congrua con il proprio bisogno.

Margherita Sberna