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3° CONGRESSO INTERNAZIONALE DI
SOMATOTERAPIA

Organizzato dalla rivista "Somatotherapies" ha avuto luogo a Strasburgo dal 9 all'11 maggio il 3° Congresso di somatoterapia dal titolo "Il corpo per guarire l'anima". Questo incontro era stato preceduto da altri due congressi a Parigi e a Montevideo. Mi era piaciuto il tema e la possibilità di lavorare sul corpo. Il primo dei giorni del congresso era dedicato esclusivamente a relazioni e tavole rotonde; successivamente era possibile frequentare laboratori su vari argomenti, psicodramma compreso. Precedentemente erano anche previsti seminari e laboratori residenziali di una giornata. La partecipazione è stata numerosa e intesa con un coinvolgimento di 500 persone provenienti da ogni parte del mondo, paesi dell'est europeo compresi. Era presente anche un buon gruppo di italiani attivi sia a livello di relazioni che di laboratori.
I temi del primo giorno sono stati: Attualità della somatoterapia; Le correnti postreichiane e la somatoterapia; Percezione, espressione, sensazione; Corpo e spirito.
Nel secondo e terzo giorno no sono dedicato ai laboratori. Con P. Bour, psichiatra ospedaliero francese, ho partecipato ad una seduta definita "psicodramma relazionale ed apertura simbolica e corporea".
Mi ha entusiasmato la sua capacità di lavorare con gli elementi del cosmo e mi sono sbizzarrito ad essere pioggia accettata volentieri dalla protagonista nonostante anche in Francia mancasse da lungo tempo il sole. Con il canadese G. Tarrab, ho fatto un laboratorio sullo psicodramma: ne ha condotti due, uno moreniano ed uno analitico. La cosa più interessante è stata la complementarietà esistenziale dei due psicodrammi. Nel primo è stata affrontata una situazione articolata su due persone: una madre ed un figlio, il padre era il grande assente che non è apparso neppure nel mondo della parola e delle immagini. Nel secondo ci siamo trovati di fronte al mondo dei padri maschi che si difendono dalla paura nei confronti delle donne madri e figlie. Un giovane padre comunicava a suo padre l'intenzione di avere un figlio e il suo timore inconscio di fronte alla non remota possibilità che nascesse una figlia.
Nel mondo del messaggio ho lavorato in un gruppo con la francese F. Histel sull'aspetto intuitivo del massaggio: come percepire con il tatto i bisogni non solo del corpo ma anche della persona nella sua globlità. Un altro laboratorio è stato tenuto dal musicoterapeuta J. Jost e dallo psichiatra A. Lengrand sempre sul massaggio. Avevano associato una musica ad uno schema di massaggio corporeo che avrebbe dovuto essere adattato ad ognuna delle persone presenti. Da parte mia mi sono trovato in notevole difficoltà ad armonizzare il rapporto con quella musica ed un rapporto tecnico, empatico ed armonico con la persona da massaggiare. Le cose si sono ad un certo punto complicate ulteriormente anche perché si doveva passare rapidamente da una persona ad un'altra sia per massaggiare che per essere massaggiati.
Nei due giorni di tavole rotonde o gruppi di studio e di lavoro tra l'altro si è parlato di Sessuologia e somatoterapia. Gestione dello spirituale in terapia, Corpo e  pulsioni, La somatologia e la ricerca di un modello teorico per la somatoterapia, La formazione del somatoterapeuta.
In sede postcongressuale ho passato un'intera giornata con il francese C. Camilli sul massaggio "sensitivo". Si tratta di un professionista famoso per aver messo a punto delle tecniche di massaggio che tengono
conto della globalità dello schema corporeo nelle sue varie componenti, della dinamica conscio - inconscio e della possibilità di inviare al massaggiatore e di ricevere da lui dei massaggi consci inconsci che permettano al terapeuta di intervenire nel modo meno direttivo possibile. Questo tipo di trattamento viene da lui praticato particolarmente nell'ambito dei disturbi psicosomatici. Il vederlo lavorare è un piacere, il sentirlo lavorare sulla propria pelle e sulla propria persona è un passeggiare con lui lungo i confini dell'armonia e dell'arte di vivere. Nel suo "rifugio" all'ombra dei Pirenei e nei seminari che conduce qua e là per la Francia e la Svizzera, alternando roccia, sci e massaggi, tiene dei corsi di formazione pluriennali. Il nostro gruppo era formato per metà da persone in formazione e per metà da neofiti.
Ai partecipanti al Congresso ho lasciato come ricordo la poesia "TI SENTO" che nell'originale italiano dice.
Ti sento
ti vedo
ti sfioro con lo sguardo
ti tocco con gli occhi
mi accorgo che ti sto respirando
dammi un cenno
che io possa sentire
che esito anche per te.

Terenzio Formenti