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SIAMO FELICI MA NON LO SAPPIAMO

Siamo felici, ma non lo sappiamo perché ci impegniamo, con la complicità dell'immaginazione, a "considerarci" felici.
Se immaginiamo il contrario ed agiamo di conseguenza, vivendo però assiduamente il presente, il gioco è fatto e scopriremo che la vita è una meravigliosa avventura. Peccato che siamo in pochi a saperlo.
Infatti, nel cuore di ogni cosa, c'è un briciolo d'amore (avamposto alla felicità) ed un granellino di allegria (il suo lievito). Il primo passo, comunque, è quello di minimizzare le contrarietà e bloccarne l'affermazione.
La felicità non è, come talvolta erroneamente crediamo, un attimo fuggente, bensì un piacevole stato del corpo e della mente che ha l'attitudine ad essere durevole. Una cosa è la gioia (che costituisce pur sempre il passaggio obbligatorio per la felicità), un'altra cosa è la felicità, che è una gioia, per così dire, cristallizzata, la cui notevole caratteristica è che è autocaricante. Infatti, più siamo felici e più abbiamo la tendenza ad esserlo, appunto perché la felicità si autoalimenta.
Per di più le penalizzazioni (=dispiaceri) in tale stato verranno registrate con una carica negativa più sbiadita, se non addirittura come gratificazioni.
La persona felice quindi è anche un "trasformista", non tanto perché riesce a trasformare la realtà, bensì perché riesce a trasformare il suo modo di vederla e considerarla. Infine non dimentichiamo che, per essere felici, occorre anche la consapevolezza di esserlo.

Angelo Carcano

Istituto Internazionale di Psicologia Applicata

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