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LA FORMAZIONE INDIVIDUALIZZATA:
L'ESPERIENZA NELLE IMPRESE

Nell'ambito della formazione aziendale il contributo professionale dello psicologo consente l'attuazione di esperienze anche non finalizzate direttamente alla produzione: per esempio la sperimentazione di nuovi modelli formativi. Si sta diffondendo, recentemente, la "formazione individualizzata" dove la relazione fra formatore/trainee acquista un diverso significato per il rapporto umano uno ad uno. L'ottica della personalizzazione sempre più spinta ha suggerito la realizzazione di questo intervento. Viene recuperato il gusto originale di fare formazione, tagliando il progetto su misura della persona: le conseguenze sono significative nei confronti di entrambi gli attori del processo formativo. Il rapporto cambia anche per il formatore: infatti non esiste più il cliente o il partecipante; la relazione è con il titolare del progetto che diviene il punto di riferimento costante di ogni azione formativa. Il potere della "cattedra", lo status dato dalla competenza, che nella formazione  in gruppo possono giocare un ruolo significativo, perdono importanza. Il formatore è semplicemente un esperto che mette a disposizione la propria competenza per ottenere un risultato concordato con il trainee. La verifica dell'operato di entrambi è immediata e continua come il ritorno dell'investimento. Quali sono le caratteristiche dell'approccio individualizzato? Un punto di  successo è quello di poter adattare il progetto formativo e la metodologia didattica alle caratteristiche e alle modalità di apprendimento del trainee. Per questo è realizzato un colloquio preparatorio da chi effettuerà la tutorship nell'intervento. Il Tutor realizza l'analisi dei bisogni formativi, individua le modalità di apprendimento più idonee e si occupa della stesura del progetto formativo. La figura del Tutor è centrale nel percorso in quanto attua il collegamento fra i docenti e verifica i livelli di apprendimento del trainee: per questo egli determina la sequenza e la complessità dei moduli formativi in relazione ai progressi didattici effettuati. Quali i vantaggi e  i limiti di questo approccio? Tra i primi va citata la possibilità di adeguare il ritmo dell'apprendimento al "respiro" del trainee. In questo senso sono individuate anche le metodologie didattiche a lui adeguate. È possibile una costante revisione del progetto formativo: gli incontri infatti avvengono con scadenza settimanale, con costante feed-back al tutor. Il rapporto individuale consente di verificare costantemente l'applicazione degli apprendimenti in aula al contesto aziendale, attraverso l'"home-work" mirato ai problemi reali. Proprio questo fatto obbliga il formatore a vestire ruoli diversi, a secondo del momento in cui si trova il trainee. Alternativamente sarà il docente, l'ascoltatore attivo, la guida, l'allenatore… E il trainee avrà in ogni momento la possibilità di esprimere il gradimento nei suoi confronti  fornendo segnali per l'adattamento del lavoro. Altro vantaggio è il clima di sicurezza psicologica in cui si trova il formando. Certamente il rapporto a due introduce elementi di simpatia e di stima con una lubrificazione veloce del rapporto anche con docenti che intervengono episodicamente. La formazione personalizzata presenta, come ovvio, anche alcune  limitazioni. Forse la più evidente è l'impossibilità di utilizzare la dinamica del gruppo per favorire l'apprendimento. Un rischio da tenere presente è la possibilità di "sconfinamento" dal campo della formazione a quello della consulenza. La trattazione di problemi di diretto interesse del formando, lo portano a chiedere la "soluzione" già confezionata al docente. L'esperienza maturata da Studio Centro Formazione ha portato, in tre anni, ad individuare alcune caratteristiche dell'utente che si indirizza a questo modo di apprendimento. Sembra che sia soprattutto la piccola e media impresa particolarmente interessata. Frequentemente sono figli di imprenditori che vogliono affinare la preparazione al di fuori dei classici Master. Anche titolari d'impresa, soprattutto di giovane età, sono sensibili alla proposta. Non mancano i dirigenti responsabili di particolari aree aziendali, soprattutto nel settore della commercializzazione e del marketing.

Ferruccio Cavallin