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IN
MARGINE AL 1° CONVEGNO DELLA
SOCIETA'
DI FORMAZIONE PSICOLOGICA
-
SIFORP
La
neonata SIFORP, prima Società autonoma affiliata alla SIPs, ha scelto
di fare il suo 1° Convegno nazionale sul tema: "I TERRITORI DELLA FORMAZIONE
PSICOLOGICA".
Il Convegno è nato da una serie di riflessioni maturate in
chi, da sempre, si guadagna da vivere facendo il formatore, o meglio, lo
psicologo-formatore. La formazione in generale è uno dei comparti più sviluppati
e in maggiore sviluppo tuttora fra tutti quelli dell'immateriale, che è
poi il settore di punta della società post-industriale. La formazione psicologica
è parte "pregiata", cioè centrale, della formazione in generale.
Non esiste alcuna possibilità di formare, istruire, addestrare, informare
chicchessia senza tener conto e fare uso della scienza e della prassi psicologica.
A parte il significato sociale, culturale e politico di questa centralità
della formazione psicologica, questa voce senza ombra di dubbio raccoglie
il maggior fatturato fra tutti i settori della psicologia. Se possiamo stimare
in 50.000 miliardi il bisogno di tutte le attività formative in Italia (stima
molto vaga, in assenza di studi su bilanci della formazione), possiamo anche
attribuire alla formazione psicologica almeno il 20% di questa somma, cioè
10.000 miliardi.
Possiamo chiederci come mai un settore così importante della psicologia
sia stato finora trascurato al punto da non essere trascurato nella Legge
istitutiva dell'Ordine. Le responsabilità sono attribuibili a tre soggetti
in collusione fra loro. Anzitutto gli psicologi formatori. Coloro che insegnano
all'Università si percepiscono come ricercatori clinici, "docenti",
e raramente come formatori, cioè tecnici dell'apprendimento psicologico.
Coloro che operano nel mercato hanno troppo lavoro per spendere tempo in
attività associative e non hanno avuto (finora) interesse a difendere il
proprio ruolo, già ben riconosciuto dai clienti e ben pagato.
In secondo luogo la comunità degli psicologi. Questa si è di fatto identificata
coi problemi della psicologia clinica, intesa come psicoterapia, confondendo
se stessa (una parte) col tutto psicologico. Tale identificazione è sorretta
in parte su motivi culturali (il fascino del guaritore, del medico, del
guru) ed in parte su motivi di bottega. La psicologia ha subito la leadership
della psicologia pubblica (accademica e sanitaria) e la psicologia pubblica
è stata finora soprattutto clinica. Sempre dalla comunità psicologica arrivava
una seria opposizione al riconoscimento della autonomia della formazione
psicologica, perché non riconducibile ad una parentela accademica. Quando
nel Convegno SIPs di Venezia (8 anni fa?) proposi di creare una Divisione
di Formazione Psicologica all'interno della SIPs, l'obiezione che vinse
di stretta misura in Assemblea, fu quella che la formazione era una funzione
della Psicologia del Lavoro e come tale dovesse essere inglobata in quella
Divisione.
Il terzo fattore del ritardo va ricondotto alla comunità dei formatori.
La quale ha trovato molto comodo espandersi in tutti i settori, compresa
la psicologia, senza dover dare conto di sé a nessuno.
Oggi la situazione può essere descritta così: una marea di laureati e non,
sedicenti formatori, che si esibiscono in tutte le branche della formazione
psicologica, facendo man bassa delle teorie, tecniche e strumenti della
psicologia; un piccolo numero di psicologi-formatori molto ben inseriti,
totalmente insensibili ai problemi della categoria; un altro ridotto gruppo
di psicologi-formatori del tutto privi di identificazione con questo ruolo.
Negli ultimi 3-4 anni però si sta operando una trasformazione del settore.
Da una parte la grande categoria dei formatori tout court sta vivendo una
grande crisi, soprattutto causata da Tangentopoli (i "grandi"
formatori avevano come clienti i maggiori tangentomani). In parallelo assistiamo
ad una grande crisi del settore psicoterapeutico: con diminuzione dei clienti
e incremento vistoso degli operatori. Infine, la categoria degli psicologi
è stata nel complesso rafforzata dalla Legge dell'Ordine e molti giovani
che entrano nella professione si stanno orientando verso la formazione.
Questi processi di trasformazione hanno facilitato la nascita della SIFORP,
che intende battersi per vedere riconosciuti alcuni principi:
1 - la formazione psicologica è un SETTORE AUTONOMO della professione psicologica, perché esiste una domanda del mercato, esistono operatori dedicati in via esclusiva ad essa, esiste un corpo teorico-metodologico sufficientemente accreditato;
2 - la formazione psicologica deve essere praticata da operatori con uno SPECIFICO CURRICULO formativo, psicologico e professionale;
3 - NON E' PIU' ACCETTABILE che nella formazione psicologica operino i formatori tout court, privi di adeguata formazione psicologica;
4 - NEMMENO E' ACCETTABILE che operino nella formazione psicologica gli psicoterapeuti o gli psicologi clinici, privi di una adeguata e specifica formazione professionale.
È
evidente che, malgrado l'evidente ragionevolezza di questi principi, il
problema cruciale è ora quello di definire con esattezza i confini del territorio
della formazione psicologica. Qual è l'oggetto di studio e di intervento
della formazione psicologica? Quale l'area specifica della formazione riservabile
ai formatori di psicologia? In sintesi, quale è la formazione che definiamo
psicologica e come la possiamo distinguere da altri tipi di formazione?
Quando e come una attività di formazione psicologica si differenzia dall'intervento
psicoterapeutico e clinico?
Un'altra importante questione su cui la SIFORP si dovrà impegnare
a trovare risposte è quello dei curriculi formativi specifici. Se infatti
sosteniamo che la formazione psicologica deve essere riservata a psicologi
e non psicologi, PURCHE' in possesso di formazione, psicologica e professionale,
specifica, dobbiamo pervenire ad una definizione di quest'ultima.
Il processo è analogo a quello percorso nel caso della psicoterapia. La
Legge ha sancito che questa dovesse essere riservata a psicologi o medici,
che avessero una specifica formazione psicoterapeutica. Il passo successivo
è stato quello di riconoscere quali fossero i curriculi e le Scuole adatti
a fornire tale formazione specifica. Il fatto che questo problema sia stato
affrontato con la famigerata Commissione Ministeriale per il Riconoscimento
delle Scuole di Formazione, non deve deprimerci. La SIFORP spera che almeno
la questione della formazione psicologica sarà gestita dall'Ordine (se si
deciderà a diventare vivo!).
Guido Contessa