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LA LETTURA NELLO SPAZIO DEL METODO EC

In ogni interazione il rapporto che si crea è anche definito da come il corpo occupa lo spazio, dall'uso che si fa dello spazio tridimensionale circostante in termini di:
-          spazio personale
-          distanza
-          orientamento
-          posture.

SPAZIO PERSONALE

Allo spazio che occupa la volumetria della struttra-superficie del corpo si aggiunge un'area non visibile occupata da ognuno di noi nella relazione con l'altro, detta per questo spazio personale.
Quest'area varia da persona a persona nelle diverse circostanze comunicative, influenza gli altri e stabilisce il tipo di rapporto.
Il presupposto è che lo spazio intorno al nostro corpo non è vuoto, come visibilmente appare, ma è psicologicamente occupato dallo spazio personale.
Nell'ottica del nucleo teorico i fattori (consapevoli e non) che determinano la sua formazione e le rispettive variazioni sono sostanzialmente due:
-          i modelli culturali con le relative norme dei vari gruppi di appartenenza,
-          gli accumuli emotivi formativi.
In base alle norme sociali che ognuno ha interiorizzato e gli accumuli emotivi formatisi, lo spazio personale viene segnalato dalla distanza e dalla vicinanza che viene agitata con gli altri.
Viene ora proposta una rappresentazione dello spazio personale occupato dai modelli e dagli accumuli emotivi. I modelli culturali possono essere paragonati a un reticolo che, se da una parte costituisce una difesa dagli assalti e dalle invasioni comunicative, dall'altra può costituire anche una "prigione" che impedisce l'incontro profondo con gli altri. Gli accumuli emotivi possono essere paragonati a raggi che dall'interno vanno verso l'esterno, sempre pronti a fuoriuscire se la circostanza è della stessa valenza (fig.1).

DISTANZA SOCIALE

Ogni ambiente ed ogni cultura ha le sue misure spaziali che regolano i rapporti meno profondi, più convenzionali. La disciplina che studia l'uso dello spazio è la prossemica che indica come ad esempio gli inglesi frappongono molto spazio fra l oro e gli altri e come al contrario gli arabi lo annullino.
Sul diverso uso dello spazi viene spontaneo fare il confronto fra le norme in uso nella nostra cultura e quelle in uso tra gli arabi. Ad esempio quando ci troviamo nell'ora di punta su un autobus affollato, accettiamo la vicinanza dell'altro come norma transitoria, ma mai ci metteremmo sedere accanto a un altro in un autobus semivuoto. Gli arabi invece sui loro autobus, quando si ha la fortuna di trovarli semivuoti, siedono l'uno accanto all'altro e non distanti, per no perdersi il piacere del contatto anche se transitorio. A differenza della nostra, la cultura araba contempla il contatto corporeo che non è una richiesta di intimità, ma un modo di conoscersi meglio attraverso lo scambio di informazioni non verbali quali l'odore, il calore, i movimenti di adattamento del corpo, da cui gli arabi traggono informazioni sulla loro accettazione.
A questo fattore culturale, molto utilmente messo in evidenza dalla prossemica, dovrà aggiungersi l'altro fattore che, secondo l'ipotesi del nucleo teorico, riguarda gli accumuli emotivi.
Questi due fattori sono osservabili attraverso la distanza che prevede la vicinanza e la lontananza dei corpo nel rapporto comunicativo. La vicinanza diminuisce le convenzioni sociali e aumenta la possibilità di coinvolgimento emotivo, la lontananza permette il distacco emotivo e segnala le varie posizioni sociali, per esempio quando si cammina a braccetto con un amico, quando tra colleghi ci si dà una manata sulla spalla,  al contrario quando si saluta allungando molto la mano per tenere a distanza l'altro.
Più vi è distanza, maggiore è il livello di convenzione, di formalità e di difesa dei ruoli soprattutto gerarchici, come per esempio nei cerimoniali dove più il ruolo è di prestigio e più si sta lontani. Se invece aumenta il grado di intimità perché i ruoli non  sono più  a livelli gerarchici così diversi, la distanza diminuisce, come accade tra amici, colleghi, e in tutti i rapporti affettivi più stretti.
Lo psicolinguaggio nasce proprio dalla osservazione dell'uso dello spazio, si dice in proposito che una persona "mantiene le distanze", "è poco avvicinabile", o al contrario che "è avvicinabile", che "non tiene a distanza".
La distanza funge da barriera (o da cuscinetto protettivo) sia che si lasci uno spazio "vuoto", in modo che l'altro non si avvicini più di tanto, sia che si usino barbarie del tipo scrivanie, tavoli larghi o disposizioni particolari di poltrone e sedie. E sarebbe considerata una invasione superarle.
Ma le barriere non si ergono solo a difesa dei ruoli ma anche a difesa dei "non risolti", degli accumuli emotivi, del bisogno di ristabilire o stabilire un rapporto profondo.
Il bambino quando è piccolo non ama gli spazi tra lui, le cose e le persone, perché non ha ancora introiettato queste norme e anche perché ha meno accumuli. La misura del suo passaggio alla condizione adulta è data da non compiere più invasioni nello spazio altrui sul presupposto che non abbia più bisogno delle continue verifiche affettive che attraverso il contatto corporeo egli ricerca. Meno è soddisfatto il bisogno di contatto corporeo, maggiore sarà la dimensione dello spazio personale per quanto riguarda gli accumuli.
Il posizionamento sulla distanza tra corpi è utile in certe situazioni comunicative, quando è necessario stabilire rapporti "convenzionali", formali, quando non vanno messi in gioco i propri vissuti, le proprie emozioni. Il posizionamento della vicinanza è utile quando è richiesto più coinvolgimento per meglio partecipare ad un lavoro, a un divertimento, a una ricerca. Non addestrandosi a posizionare anche sull'avvicinamento dei corpi si può correre il rischio di "arroccarsi" in una posizione che esclude l'altro, per esempio all'ombra di un ruolo non nostro, che si agisce con fatica.
Una estensione possibile dello spazio personale è rappresentata dall'automobile, dalla casa, dalla villa che possono costituire territori, estensione dello spazio personale, ed un tempo inaccessibili e simboli di ruoli prestigiosi.

MODALITA' TRATTENUTA  MODALITA' ESPANSIVA

Nello schema che segue si è voluto dare una immagine del flusso spontaneo dei "non risolti" che va dall'interno verso l'esterno, ma quando questo movimento non può avvenire perché, ad esempio, le norme sociali non sono interiorizzate in modo rigido ce lo impediscono, esso viene trattenuto. "Non sta più nella pelle" si dice di un adulto che ha qualcosa da esprimere e deve trattenere, e la "pelle" diventa il simbolo di quel bordo separatore tra l'interno e l'esterno del nostro essere.
Il non risolto si manifesta con due modalità: quella trattenuta di chi mantiene le distanze, e quella espansiva, di chi invade lo spazio personale dell'altro (fig.2).
Chi trattiene investe le sue energie nella difesa dei nuclei conflittuali non risolti per non trasgredire la norma sociale che invita a trattenere l'emotività, ma lo sforzo di trattenere porta progressivamente il soggetto ad avere un bisogno maggiore di spazio personale per tenere a bada le debordanti emozioni ed evitare il contatto diretto che potrebbe essere coinvolgente e avere reazioni incontrollate, in caso di incontro con la circostanza della stessa valenza.
Chi mette in atto la modalità espansiva riduce lo spazio personale per entrare in contatto con l'altro o perché è scattata la sintonia con circostanza, oppure perché liberamente esprime con naturalezza il suo mondo emozionale.
La libera espressione di emozioni può essere vissuta con disagio, quindi come invasione, se gli altri non la desiderano, con piacere se l'altro l'accoglie.
In questi casi le differenze culturali sono determinanti, basti pensare ai problemi di integrazione degli immigrati. Ma oltre alle differenze dei modelli di comportamento, una emozione può non essere gradita in un  momento in l'altro preferisce stare con se stesso. Torna l'importanza del feed-back, come capacità di ascoltare l'altro che consente di non agire quei comportamenti quando gli altri non sono pronti a riceverli.

L. P. Pacifico, psicologa-antropologa

Schemi e testo tratti da "Flessibilità relazionale", Franco Angeli, 1994.
Spazio tridimensionale occupato
dalla struttura-superficie del corpo
Formazione dello SPAZIO PERSONALE
quando il corpo è in relazione con l'altro

Modelli culturali e norme                                                                                     Accumuli emotivi
fig.1
SPAZIO PERSONALE
Modelli culturali e norme                                                            Accumuli emotivi
                                                                        Modalità trattenuta            modalità espansiva          
                                                                                                Contatto                       invasione con
                        \                                                                   con piacere                            disagio

fig.2