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IL TEMPO DEI SOGNI
Nel
folklore dell'Italia Meridionale i sogni rispettano una calendarizzazione
che scandisce il ritmo del loro apparire. Ci sono giorni della settimana
e periodi dell'anno particolarmente propizi al presentarsi dei sogni.
In un paesino calabro, ancora oggi, vi è la credenza che i sogni
del lunedì e del martedì siano "veri", cioè atti a predire il
futuro (Satriani '89). La notte dell'Epifania, legata all'apparizione del
Sacro, è particolarmente favorevole all'anticipazione di eventi importanti
riconoscibili tramite la decodificazione del sogno. Il potere divinatorio
dei sogni è stato riconosciuto non solo nelle antiche civiltà, ma permane
tutt'ora presso gruppo etnici dei paesi cosiddetti "non civilizzati"
e presso la cultura popolare in molte aree occidentali. Il contenuto dei
soci esercita, tuttavia, un forte potere suggestivo anche su coloro che
lo riconoscono come fenomeno dell'attività psichica, significativo per il
sognatore, ma assolutamente privo di capacità preditiva.
È difficile sottrarsi all'ansia che induce un sogno funesto come alla
gradevole attesa che sollecita un sogno bello e ricco di promesse. Al di
là della definizione più adeguata, il sogno è ritenuto da tutti una modalità
del comunicare, sia se considerato come proveniente dall'estero, sia considerato
prodotto esclusivo di colui che lo sogna. In ogni caso esso si avvale di
codici speciali che devono essere decodificati per poter leggere il messaggio
contenuto nell'organizzazione della scena onirica.
All'interpretazione del sogno sono preposti gli specialisti. Sono sempre
esistiti coloro che, avvalendosi di poteri particolari, hanno messo in guardia
uomini famosi, hanno curato i malati tramite l'incubatio presso
i sanatori-santuari della Grecia classica, hanno predetto eventi riguardanti
non solo il singolo ma i gruppi umani, tutti abilitati a ridurre il significato
latente del sogno a significato manifesto. Con spirito diverso da quello
dei maghi, dei vati e degli indovini, gli piscoanalisti interpretano i sogni
dei loro pazienti. Con spirito diverso, ma con lo stesso intento di osservare
il sogno quale segno di dinamiche sotterranee che riguardano la rete di
interrelazioni umane all'interno della quale il paziente si muove quotidianamente.
Fino al XVI secolo (circa) è rimasta pressoché inalterata la convinzione
che i sogni fossero inviati dall'esterno, da Dio, da alcuni santi, da Gesù
o dalla Madonna, ma anche dalle anime dei defunti, appartenendo il sogno
al mondo
..
Gli interrogativi circa i tempi in cui i sogni appaiono più frequentemente
hanno ridotto gli studiosi del campo a cerare delle correlazioni significative
fra gli accadimenti della vita del sognatore e l'insorgenza dei sogni che
ad essi, più o meno esplicitamente, fanno riferimento.
G. Cardano, medico in veste di mago, proprio nel XVI secolo, sebbene
fosse anch'egli convinto che l'attività onirica è da addebitare ad interventi
estranei al sognatore, intuì tuttavia che i sogni giungono in momenti particolari
della vita. Questa affermazione anticipa di qualche secolo gli studi che
conducono a riconoscere il sogno come prodotto esclusivo del sognatore.
Per quanto concerne la calendarizzazione dei sogni, Freud è convinto
che gli stimoli diurni, soprattutto quelli del giorno che precede il sogno,
offrano il filo per tessere la trama della scena. Anche quando il contenuto
del sogno è riferibile a momenti molto antichi della vita del sognatore,
vi è un richiamo attuale che rende propizia l'attività onirica.
Freud non è d'accordo con la "teoria periodica" che, proprio nel
momento in cui egli riconosce il sogno come la "via regia" per
decifrare l'inconscio del paziente e pertanto legato alle dinamiche psichiche
e alla vita di relazione, alcuni studiosi indicano come causa del sognatore
eventi fisiologici scanditi ritmicamente ad intervalli di circa un mese
gli uni dagli altri. Attualmente non è più solamente il significato latente
che viene preso in considerazione; si è compreso che anche quello manifesto
aiuta a mettere in luce le problematiche del sognatore che si rivelano senza
dover ricorrere al camuffamento.
Nelle tecniche che si utilizzano nella conduzione di gruppi terapeutici,
soprattutto, o esclusivamente in quelli in cui il sogno viene preso in considerazione,
esso è considerato una interessante modalità di comunicare. I conduttori
di tali gruppi si chiedono perché in certi periodi vengono portati molti
sogni da uno o più pazienti e perché scarseggiano o addirittura scompaiono
in altri periodi. Il ritmo dei sogni nel gruppo è sicuramente legato a particolari
eventi del processo terapeutico, ma circa la correlazione fra tali eventi
e la quantità dei sogni i pareri degli esperti sono discordi salvo per alcuni
casi.
È condivisa l'opinione che l'interruzione delle sedute, la perdita
di qualche membro come pure l'arrivo di qualcuno nuovo, possano sollecitare
sogni di ansia portati anche da più persone. Ricordo che in un gruppo dove
ricoprivo il ruolo di co-terapeuta, il cambiamento della sede degli incontri
provocò l'insorgenza di sogni in buona parte dei partecipanti. Il contenuto
di tali sogni, pressoché uguale, ricordava case semidistrutte, appartamenti
disordinati con elettrodomestici non funzionanti.
Sembra, secondo alcuni, che la resistenza al transfert e al cambiamento
induca una eccessiva produzione di sogni il cui scopo inconscio sarebbe
quello di arginare la comprensione del fenomeno in atto.
Anche la regressione sembra favorire sogni nei quali viene espresso
il bisogno funzionale nei confronti del gruppo fantasticato come madre o
come utero protettivo nel quale ritornare passivamente o nei confronti del
conduttore che della madre porta i segni in momenti di richiesta di dipendenza.
Nel gruppo di giovani che conduco da 16 mesi, i sogni portati per la maggior
parte da una ragazza si sono localizzati fra il secondo e il terzo mese
della terapia e sono riapparsi fra il sesto ed il settimo. Attualmente,
si Silvia che gli altri "sognatori" portano sogni sporadici anche
se sono quasi sempre riferibili ad eventi gruppali.
Per quanto mi riguarda, credo che i primi mesi, per un gruppo di terapia,
siano particolarmente difficili. Problemi di assestamento, di organizzazione
spazio-temporarle, di possibilità di comunicare, ecc., inducano sogni esprimenti
ansie, dubbi ed anche speranze.
Allorché il processo entra in una fase di comunicazione condivisa e perciò
compresa, il gruppo diventa una Gestalt le cui parti interagiscono influenzandosi
reciprocamente.
In questo caso i sogni solo sporadicamente possono indicare la difesa in
atto; il più delle volte essi servono a comunicare non solo il problema
personale, ma gli eventi riguardano tutti o alcuni comportamenti del gruppo.
Questi sogni contribuiscono a favorire "l'attività dell'Ego in azione".
Maria Antonia Ferrante