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RIPENSANDO A LAING
“EROS e TANATOS” a Bologna
25-26 ottobre

Tutto di lui mi è piaciuto, anche il suo essere istrione, splendido attore-narratore, nell’attraversare e riattraversare la follia, la realtà del consenso e del dissenso, come nel caso di Layla oggetto-soggetto del suo video-tape trattato nel workshop, che ha  toccato punti talmente emozionali e di comunione, che alcune persone del gruppo hanno dichiarato la loro personale schizofrenia.
Oppure l’aspetto etico-religioso, dove quel vecchio tabù di mischiare religione e laicità viene totalmente annientato dal suo: “il mio corpo sta dentro la mia anima e viceversa”. E anche il mito di Narciso riletto non come chiuso e isolato nel proprio infelice amore, ma come vittima disperata della scoperta che l’altro da sé, l’essere amato non era che la propria immagine, l’altro io allo specchio, quindi coppia, destinata alla sterilità, al Thanatos e non all’Eros, in quanto quest’ultimo implica uno scambio, un interscambio, che per Narciso non ci sarebbe mai stato.

Maria Rosa Dominici