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PREVENZIONE E RIABILITAZIONE
dei disturbi di Apprendimento

Sono molteplici e varie le cause che ostacolano le possibilità di apprendimento, in quanto comprendono aspetti psichici, neurologici, educativi e sociali. I disturbi di apprendimento rappresentano uno dei problemi più importanti negli USA, dove la percentuale di bambini che presentano difficoltà a scuola va dal 5 al 20 per cento. Molti studiosi concordano nell’esigenza di potenziare i “Centri di diagnosi e di riabilitazione” per individuare e trattare questi problemi. Punto di partenza è costituito dalla possibilità di formulare una diagnosi precoce dalla quale far scaturire una guarigione più favorevole. I programmi di trattamento devono comprendere interventi preventivi e assistenziali alla donna, a partire dalla prima fase di gravidanza, e quindi sui neonati e sui bambini fino all’età scolare e oltre.
Gli interventi dei Centri medico-psico-pedagogici, in sostanza, devono realizzare un ventaglio di approcci per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento dei disturbi, in direzione di molteplici variabili: bambini, famiglie, scuole e altre agenzie socio-sanitarie e assistenziali. Un’attenta valutazione, poi, richiedono le turbe evolutive, come indice di ritardo nella parole e nel linguaggio, di immaturità nel controllo psico-motorio dell’adattamento sociale. Finora, sono stati riscontrati nella prassi due errori piuttosto grossolani compiuti da molti medici e psicologi. Il primo è quello di dire ai genitori: “Vostro figlio non ha niente, aspettate qualche anno e tutto tornerà normale”.
Il secondo errore è quello di affermare: “Il bambino è malato al cervello, perciò non esiste alcun rimedio, inutile curarlo”. In realtà, un esame approfondito delle molteplici aree psico-motorie e sulle fasi evolutive consente di pervenire a realizzare una diagnosi differenziale da cui organizzare un primo piano di  trattamento e di insegnamento articolato su interventi specifici e individualizzati e secondo una metodica di lavoro interdisciplinare, da verificare ed aggiornare continuamente. Per i soggetti da 0 a 5-6 anni, infine, vanno pianificate ipotesi terapeutiche, nelle quali siano comprese attività prassognosiche di natura percettiva, tattile, visivo-motorio e uditivo.

Francesca Mineo