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QUESTIONE SIPS:
PER CHI LAVORANO GLI SQUALI?

31 Gennaio, ROMA. Si tiene l’Assemblea Generale della SIPs, la seconda nei due anni di vita dell’attuale CD Nazionale. Il fatto che ci sia tensione si vede dal numero dei presenti (circa 200) che non era così alto da anni, in rapporto con un o.d.g. apparentemente innocuo e privo di punti di particolare rilievo. Nei corridoi si dice però che ci sarà battaglia a proposito della questione degli standards di formazione.
L’Assemblea inizia con la solita ora abbondante di ritardo. Non sono tanto i soci a mancare: è il CD che latita! Al momento si pensa alla solita, caratteristica, disorganizzazione. Ma l’andamento successivo dell’Assemblea farà capire che si tratta di ben altro e – alla luce del senno di poi – consentirà di distinguere buonafede da veri e propri intrighi di potere.
Più ci penso e più mi sembra assolutamente assurdo quanto è successo in seguito. E pensare che il m io nome all’interno della SIPs è noto come quello di una “rompiscatole” dal facile brontolio e dal frequente ricorso al giudizio dei Probiviri. Sempre di più – però – mi vado convincendo con l’esperienza dei fatti che non sono  mai le persone apertamente critiche ed aggressive all’interno di questa società quelle cui sono attribuibili azioni distruttive nei confronti della Società stessa e della Psicologia in generale.
Bene, se qualcuno si aspettava una esplicitazione dei conflitti presenti nel CD da parte di qualche suo membro particolarmente rivoltoso e poco disciplinato, viene subito deluso. Ancora prima che l’assemblea abbia inizio c’è un gesto di attacco distruttivo che certo è stato sottovalutato: fra i documenti forniti ai presenti ce n’è uno che riporta, come estratto, la votazione di 2 mozioni all’interno dell’incontro del 12/1/87. La prima mozione, a firma Contessa, propone di rendere operativo dal 10/2 il documento sul Directory delle Scuole di Formazione  elaborato dalla Commissione “Formazione Permanente” (di cui fanno parte anche Spaltro, Piemonte, Della Corte, Dominici) con il coinvolgimento di oltre un centinaio di scuole. La seconda mozione – di Bertini – così recita: “Pur apprezzando il lavoro svolto dal Comitato “Formazione Permanente”, ritiene che il dibattito culturale su un argomento e in un momento così delicato quale quello attuale, non sia sufficientemente elaborato nella riflessione responsabile della base della SIPs in tutte le sue componenti. Pertanto si ritiene appropriato che il documento stesso venga presentato dal Comitato stesso come copertura di un dibattito più ampio e incisivo, mediante anche la programmazione di scadenze opportune nel processo decisorio”. Il documento si conclude evidenziando la bocciatura della seconda mozione.
Sgorga dal cuore spontaneo un quesito: ma perché questo Presidente non si assume le sue responsabilità e o sostiene le idee della maggioranza o si dimette?!?
Si apre così una larga serie di gesti di marca non solo aggressiva, ma anche subdola e distruttiva che partono proprio dal Presidente SIPs che – per la prima volta nella storia a me nota della Società – affida, con l’acclamazione ottusa della maggioranza dei presenti la presidenza dell’assemblea al socio Calvi. Il Presidente non si fida del suo CD tanto da temere qualche gesto pericoloso nel caso fosse il Past-Presidente (Fumai) o uno dei vice-presidenti (Cavadi o Majer) a dirigere l’assemblea durante la discussione della sua relazione. Ma perché proprio Calvi e non un Probiviro come si affanna a chiedere Rossati? L’insistenza di Bertini sulla persona dovrebbe insospettire: ma gli stessi membri del CD sono disposti alla mediazione molto più che il loro presidente. E incassano il colpo senza esteriorizzare la rabbia che probabilmente li ha presi. Forse considerano il gesto come una specie di “capriccio”, un’espressione di potere senza conseguenze.
Dopo aver partecipato a 4 incontri del Comitato Scientifico per l’ideazione e l’organizzazione del XXI Congresso degli Psicologi Italiani, avendo potuto osservare il comportamento di Bertini quando è messo in minoranza, anch’io ho interpretato la manovra come gesto di rivalsa di un presidente più volte messo in minoranza dei membri stessi del CD.
Dunque Bertini inizia a leggere la sua relazione sull’anno appena trascorso e si evidenzia un altro elemento che precisa la sua posizione all’interno della Società: la maggior parte della sua relazione riguarda il mondo accademico e l’istituzione di nuovi insegnamenti di psicologia e di una nuova facoltà a Palermo (che coincidenza!).
Calvi fa poi votare la relazione del Presidente che – grazie anche alla non belligeranza dei Consiglieri – viene approvata a larghissima maggioranza. Ma Calvi “non si accorge” che i bilanci consuntivo e preventivo non sono stati presentati né discussi. Da quel momento però il Presidente si ritira materialmente e psicologicamente in un angolo e assume un atteggiamento assente come se quanto succede non lo riguardi.
Iniziano quindi gli equivoci ed insieme le bordate al CD: su proposta di Spaltro, molto attivo e aggressivo per tutta la giornata, viene corretto il bilancio preventivo ’87 decurtando del 20% le entrate e le uscite. Il CD tutto è in minoranza, ma il Presidente ride, guarda per aria, corre in giro a salutare amici e colleghi.
A questo punto Calvi dovrebbe restituire la Presidente, ma se ne guarda bene. Alcuni Consiglieri chiedono a Bertini di riprendere la presidenza o delegarla a un membro del CD, ma egli rifiuta. Ancora una volta i Consiglieri abbozzano. È il turno dell’Albo, di cui parla Pierucci i cui sforzi e passi avanti ricevono velate critiche ed esplicite svalorizzazioni, senza che Bertini muova un dito.
C’è poi la storia dello Statuto: sono presenti 1 proposta del CD, una seconda della Commissione Statuto nominata dal CD stesso e – verrà poi richiesto formalmente – una terza proposta della Commissione Langella mai discussa precedentemente. Rossati inizia a dar lettura della filosofia e delle motivazioni che sono sottese alla proposta del CD, ma viene bruscamente interrotto prima della fine della lettura senza che Calvi intervenga per chiedere ordine alla platea. Inoltre Calvi consente la discussione sul documento del CD e sul suo statuto dando per scontato che sia stato letto ai presenti. Infine consente di far votare e mette ai voti una proposta – delirante – che chiede garanzia – qualsiasi sia la riforma statutaria che risulterà vincente, sulla non rieleggibilità degli attuali membri del CD. Nonostante l’evidente aberrazione (non si può votare una legge prima della Costituzione su cui essa si basa) i membri del CD  votano a favore della rieleggibilità. Va detto che fra coloro che pure alzano la mano per approvare ci sono anche quei “Cincinnato” che pur di conservare la loro carica si sono autopromossi e hanno calpestato norme statutarie  che impedirebbero il cumulo delle cariche, la rieleggibilità, e che fisserebbero le scadenze precise dei mandati.
Ma proprio dal gruppo di queste “colombe” si leva la voce “innocente” e “moralizzatrice” di Lombardo (sì, è proprio Lui, l’eminenza grigio del Presidente, il coordinatore della redazione di “Psicologia Italiana” per volere di Bertini, vice-delegato nazionale della Divisione di Psicologia Clinica) formato arrampicatore accademico ma aggressivo contestatore della SIPs. È lui che presenta una lettera “riservata” del consigliere Contessa (spedita a 150 Istituti – tanto era riservata!) e a testimonianza delle smanie di potere del consigliere stesso, legge una frase interpretandola in modo capzioso. A questo punto Sprini, ordinario di Psicologia e Direttore del nuovo corso di Laurea in Psicologia, è colto da una crisi isterica e comincia a chiedere urlando chi abbia pagato carta e bolli per tale lettera: arriva fino al palco dove sta lo sbigottito CD per elemosinare una risposta; per avere informazioni, cerca di afferrare la gonna di Gerosa, tesoriere della Società, che gli passa vicino per caso. Con le vene del collo ingrossate e il colorito cianotico, intima a Contessa le dimissioni sul posto, zittisce più volte Rossati che tenta di parlare. E in tutto questo Calvi e Bertini tacciono, anzi consentono questo comportamento che si potrebbe definire eufemisticamente non dignitoso.
Nella bagarre passa inosservato (per fortuna!!) l’intervento di Majer che come coordinatore delle Divisioni riesce a presentare senza che l’Assemblea si opponga il varo di Comitato Promotori di alcune nuove Divisioni della SIPs. Intanto l’assemblea è distrattissima e Calvi  non esiste, mentre Bertini “gioca” con un tubo di carta; ci si avvia così verso la fine, sempre più tumultuosa ed agitata e, occorre aggiungere, sempre meno gestita in termini democratici. Alla fine – mi si dice (io alle 19,30 ho dovuto lasciare l’arena per non perdere l’aereo prenotato) – che si è votato di fare una assemblea straordinaria sul tema del Directory.
Certo quest’assemblea “al massacro” sarà ricordata negli Annali della storia della Società come un esempio di autodistruzione, nel senso che nessuno può ritenersi vincitore: tutti ne hanno ricavato ossa rotte, Bertini compreso, ma certo anche tutta la SIPs nel suo complesso. Ma poiché pare strano che manchi una strategia efficace agli “avidi di potere”, ci si chiede “cui podest?!.

Margherita Sberna