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Sabato 14 febbraio si è tenuta nel teatro
della Villa Belvedere di Mirano (VE), organizzata dal Comune di Mirano e
dalla Divisione di Neurologia dellOspedale Civile di Mirano, una tavola
rotonda sullinvecchiamento celebrale nei suoi aspetti clinici, diagnostici
e sociali. La considerazione e lapprofondimento di tale problema,
con la programmazione di efficaci interventi sia sul piano culturale che
su quello operativo, sono diventati oggi una necessità data levoluzione
cronologica della nostra società. Infatti, prendendo in considerazione le
tabelle dellIstituto Centrale di Statistica si osserva che in Italia
la vita media della donna, ad esempi nellanno 1881 1882, si
aggirava sui 35 anni o pochissimo di più (35,7); un po meno quella
delluomo (35,2). Già ottantanni dopo, nel 1960-1962, la durata
media della vita della donna italiana era salita a 72 anni e quella delluomo
a poco più che 69 (69,8). La diminuzione della natalità unitamente a tale
continuo aumento delletà, ad opera soprattutto del miglioramento ambientale,
del progresso igienico-sanitario, della migliore alimentazione, delle più
favorevoli condizioni qualitative e quantitative di lavoro e dellattuale
benessere generale, comportano anche un progressivo invecchiamento della
popolazione e parallelamente una incidenza delle patologie della terza età.
Nellambito complessivo di tale fenomeno spiccano le problematiche
del Sistema Nervoso Centrale come punto chiave della senescenza di tutto
lorganismo. Ogni anno vengono riconosciuti da 1,5 a 5 nuovi casi di
demenza e ogni 1000 ultrasessantacinquenni. Tale problema si aggrava se
si pensa che la malattia non interessa solo il soggetto stesso, ma agisce
pesantemente anche su tutto il nucleo familiare per la progressiva, spesso
irrecuperabile ed irrefrenabile perdita di autosufficienza psico-fisica
del paziente. Oltre alle forme di demenza conclamata esiste una percentuale
quasi altrettanto numerosa di dementi latenti e un gruppo molto
esteso, difficilmente quantificabile, di smemorati senili benigni,
involuzioni mentali che troviamo spesso anche prima dei 50 anni con dismesie,
difficoltà nellapprendimento, nelladempimento dei compiti anche
abituali e instabilità emotiva. Il deterioramento mentale coinvolge quindi
le famiglie, medici di base, strutture specialistiche e di ricovero. Date
le interconnessioni cliniche, sociali, psicologiche proprie di questo problema
si pone la necessità di affrontarlo su un piano di interdisciplinarità e
di coordinamento. Questa è stata infatti lottica che ha caratterizzato
questo importante convengo nel quale si sono trovati riuniti geriatri, psichiatri,
neurologi, rappresentanti di strutture sociali e psicologi. Decisivo apporto
alla conoscenza e successivo trattamento di queste problematiche è dato
dal contributo dello psicologo che, utilizzando gli strumenti di indagine
della neuropsicologia, fornisce dati indispensabili per laccertamento
di lesioni già individuate sul piano anatomico, per la diagnosi differenziale
tra disturbo psichico e deterioramento mentale su base organica e inoltre
informazioni sul grado e caratteristiche dello stesso, nonché sullo stato
cognitivo dei pazienti in terapia farmacologica per verificarne landamento.
Tale convegno si è proposto di focalizzare il problema dellinvecchiamento
celebrale nel complesso delle sue implicazioni e di attuare un confronto
tra gli operatori dei settori medico e psico-sociale, il ruolo e i programmi
per predisporre ed organizzare fin da ora servizi e strutture in grado di
dare risposte corrette ed efficaci alle attuali e sempre più pressanti esigenze
della collettività.
L. Broccali