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PSICOLOGIA DELLO SPORT & F.F.A.A.
È noto chela psicologia
ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo tumultuoso e, a volte, contraddittorio
nel senso che non sempre ha saputo prevedere le esigenze latenti di fasce
di utenze non tradizionali. Parallelamente intere aree della società italiana
sono andate sensibilizzandosi ai problemi esistenziali dei propri addetti
ed hanno indirizzato ai ricercatori una massiccia domanda di studi e di
interventi ai quali non è stata data, finora, una risposta adeguata. Il
fenomeno mi apre interessante perché grandi sono le opportunità che vengono
offerte alloccupazione ed alla ricerca di chi saprò impegnarsi con
creatività e costanza. Attualmente i settori più maturi sono lo sport e
le FF.AA. come dimostrano la legge 304 e linteresse che il mondo sportivo
rivolge a quegli psicologi che possiedono una adeguata e specifica formazione
professionale. In qualità di psicologa che ha operato a lungo nei 2 settori
e che, pertanto, è a conoscenza delle problematiche esistenziali dei 2 mondi,
ritengo che lo sport militare sia uno dei campi più stimolanti. Esso è,
infatti, quasi un mondo a sé nel senso che le varie problematiche sportive
ed umane si evidenziano, confluiscono e si differenziano nel richiedere
il superamento di ogni approssimazione e di ogni settorialità. Penso agli
istruttori sportivi la cui identità professionale risente del doppio ruolo
di tecnici sportivi nonché di ufficiali o sottufficiali di carriera, di
persone, cioè, che vivono in una struttura rigidamente predeterminata. Problemi
non dissimili hanno gli atleti-soldati ai quali è data sì lopportunità
di continuare gli allenamenti durante il servizio di leva, ma che, proprio
per questo, si trovano, non di rado, a dover affrontare situazioni e vissuti
di non facile soluzione.
Le FF.AA. contribuiscono notevolmente allinnalzamento
del livello agonistico dello sport di vertice come dimostrano i successi
ottenuti in tutti gli sport da atleti delle varie armi che sono impegnati
in campo nazionale ed internazionale. Questa è, dunque la realtà che ha
fatto emergere la richiesta latente di studio e di assistenza ma che pone,
anche con una certa urgenza, il problema della formazione professionale
di quegli operatori che intendono inserirsi in questo mondo. Si dovrà acquisire
una competenza specifica intendendo con questo termine la capacità
di individuare e trasferire con mobilità e coerenza il patrimonio tecnico
e culturale della psicologia dello sport in campo militare. Fino ad ora
sono state le strutture C.O.N.I. a provvedervi, dato che lo sport militare
trae le sue origini dalle convenzioni stipulate nel 1954 tra il C.O.N.I.
ed il Ministro della Difesa. A seguito di tale accordo sono stati costituiti
i centri pre-olimpici e i centri sportivi dellArma dei Carabinieri
dai quali dipendono Sezioni di tutti gli sport. Se si considera che lesercito
ha addirittura speciali compagnie datleti sparse su tutto il territorio
nazionale e che lo stesso avviene per la Marina Militare, la Guardia di
Finanza e la Pubblica Sicurezza, si può facilmente intuire la vastità dei
possibili interventi operativi.
Fondamentale è, infine, il problema della tipicità della formazione
richiesta agli psicologi sportivi militari nel senso della necessità, per
loro, di acquisire una professionalità specifica, quasi una particolare
forma mentis che, nel rispetto della singolare struttura delle
FF.AA. sappia utilizzare teorie, conoscenze proprie della psicologia dello
sport e, alloccorrenza, sappia inventare di nuove al fine di evidenziare
le notevoli risorse umane di questo ambiente, portarle a maturazione e farle
fiorire.
Wanda Radatti