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QUESTIONE SIPS
Il Congresso triennale della SIPS chiude
in generale una legislatura ed è sempre tempo di bilanci, personali e collettivi.
Io credo di avere un dovere particolare di fare un bilancio, per riguardo
ai 192 soci che alle ultime elezioni hanno votato il sottoscritto
IN REALTA non sono stato eletto nel CD nazionale, bensì cooptato sei
mesi dopo linsediamento, a causa della triste scomparsa di un amato
collega. Malgrado ciò, ho potuto per oltre due anni vedere da vicino il
Governo della SIPS ed in qualche caso anche influenzare il lavoro.
1.UNA VALUTAZIONE DEL CD USCENTE
Dovendo valutare un organismo cui si è partecipato
è facile cadere nellautoelogio, oppure in una critica deresponsabilizzante.
Due pericoli seri. Il realismo e la obiettività sono merce nella comunità
psicologica. Tuttavia proviamo.
Questo CD ha lavorato molto, davvero. Una giornata al mese e rare assenze:
ben 3 Consiglieri e il Presidente sono stati al di sotto di una giornata
di assenza.
Questo CD, per merito del Consigliere Rossati, ha ridato continuità alleditoria
SIPS. Mi sembra ridicolo entrare nel merito circa la scientificità
maggiore o minore della Rivista Psicologia Italiana, in questa gestione
rispetto alla precedente. Mi basta osservare che in questi tre anni si è
tornati ad una certa regolarità in questo servizio ai soci, il che, non
ci crederete, è un piccolo miracolo.
Questo CD, per merito del Vice-Presidente Cavadi, ha varato due nuove Sezione
Regionale: Val dAosta e Molise. E per lo sforzo congiunto del sottoscritto
e di Majer ha messo sulla dirittura darrivo ben 4 nuove Divisioni:
SPORT, RELIGIONE, FORMAZIONE, ORIENTAMENTO.
Questo CD ha aperto un dibattito sulle SCUOLE DI FORMAZIONE, che non era
mai stato affrontato nella SIPS. Questo CD ha promosso il primo Congresso
della storia, nel quale i Professionali sono presenti con pari dignità.
QUESTI SONO I RISULTATI, forse pochi MA NON TANTO INFERIORI A QUELLI PRODOTTI
DAL PRECEDENTE CD.
Poi ci sono le promesse mancate o i risultati assenti. Alcuni fallimenti
non sono direttamente imputabili al CD, altri certamente sì. Per esempio
la questione della Legge sullAlbo: non sarà certo colpa di Pierucci
se non passata, ma certo si tratta di un risultato mancato. La Università:
non sarà certo colpa di Bertini se la SIPS è del tutto fuori dai processi
di cambiamento, ma certo è un altro risultato mancato. Limmagine sociale
della psicologia e della SIPS sono in discesa libera, e non certo per colpa
del CD, anche se è colpa nostra non aver saputo rimontare la china.
Dove questo CD è colpevole davvero? La prima colpa sta nella mancata moralizzazione
della SIPS. Il processo degenerativo, iniziato con i due precedenti CD,
ha raggiunto il suo culmine, con la silenziosa connivenza di questo CD.
La seconda responsabilità sta nellaver affossato o lasciato affossare
sia la RIFORMA STATUTARIA, sia il DIRECTORY delle SCUOLE. La terza responsabilità
sta nellaver rallentato in ogni modo la espansione della SIPS, a causa
di pregiudizi settari, e di incapacità gestionali.
2. UN BILANCIO DELLA SIPS, OGGI
Come proviamo la SIPS a Venezia? In positivo,
più viva e aperta al dibattito e alle differenze. In negativo, più debole,
frantumata, anarchica. In genere: PIU CONSAPEVOLE. Mi sembra si sia
diffusa la consapevolezza che stiamo entrando in una fase nella quale lumanismo
amicale è sempre meno possibile, e deve fare spazio al sano gioco politico
delle maggioranze e minoranze.
Mi sembra che tutti convengano che lo STATUTO non è più adatto, nella forma
attuale, ai bisogni della SIPS (come vada rivisto è materia di diabattito).
Mi pare che lUniversità (almeno i settori più avveduti e meno conservatori)
stia prendendo coscienza della esistenza e dignità della componente Professionale,
e che questultima stia cominciando a emergere come soggetto politico.
Mi sembra infine che si stia affacciando un sia pur timido atteggiamento
di apertura: alle nuove Divisioni e Regioni, alle Scuole private, alle prospettive
occupazionali non tradizionali, ai non accademici.
3. UN BILANCIO PERSONALE
Sono stato cooptato nel CD sei mesi dopo il
suo insediamento. Ho iniziato e finito questa esperienza come unico soldato
della banda dei Ragazzi della Via Paal. Ho quasi strappato due ministeri
secondari, senza portafogli, e senza potere giurisidizionale, e ne ho addirittura
perso uno a metà strada (sottrandomi niente meno che da una Assemblea Straordinaria!).
Arrivo a Venezia col solo incarico di coordinare il Comitato Sviluppo Professionale
soprattutto, credo, perché si tratta di un ministero tanto poco
gratificante che nessun altro Consigliere né il nostro Presidente pigliatutto
hanno mai desiderato.
NON SI PUO certo dire che abbia vinto, per i miei 192 elettori, la
partita del potere!
Vista in unaltra ottica, però, il mio bilancio non è del tutto negativo.
I miei elettori non erano sufficienti alla mia nomina, ma sono basati per
la mia cooptazione.
Ho perso la battaglia per il DIRECTORY, ma ho vinto almeno circa la apertura
del dibattito e lavvio di un processo. Ho vinto la battaglia per le
NUOVE DIVISIONI, anche se ho dovuto mediare circa il loro numero ed i tempi
di attuazione. Ho vinto la battaglia di far gestire il Congresso di Venezia
da un Comitato paritetico di accademici e professionali (anche se da poi
questa parità si è appannata per la strada). Sono riuscito a far mettere
al centro di molti discorsi le nuove prospettive occupazionali, anche se
ho fallito nel dare loro una posizione centrale.
Nel complesso credo di avere fatto fruttare i miei 192 voti specie in una
direzione: la VALORIZZAZIONE della componente PROFESSIONALE. Invece credo
di avere fallito nella difesa della LEGALITA STATUTARIA, che non sono
riuscito a migliorare di un palmo. Non sono riuscito a far prevalere lidea
di un CD che governasse per interventi, anche perché mi sono trovato
contro il fronte compatto di Bertini, Fumai, Cavadi e Pierucci la cui filosofia
di governo è basata sullassenza e sulla mediazione.
4.UNO SGUARDO AL FUTURO
Il tempo dei bilanci è anche quello dei progetti.
Mentre valutiamo il passato, dobbiamo prefigurare il futuro.
La mia opinione è che nella SIPS oggi e domani si gioca una grossa partita,
che lo stesso sviluppo della psicologia in Italia. Coloro che leggono i
conflitti interni alla SIPS come frutto di nevrosi individuali, sono poco
lungimiranti. Se nella SIPS vi sono tanti conflitti è perché in essa si
ripercuote una accesa lotta circa le direzioni future della psicologia italiana.
Su questo tema si possono fare mediazioni e compromessi temporanei, ma deve
essere chiaro che si tratta di una lotta politica insanabile nel medio periodo.
Insanabile nel senso che tenderà a porsi come conflitto a somma zero. La
psicologia italiana è al bivio.
Una prospettiva è quella di diventare come la filosofia e la sociologia:
una scienza di base, diffusissima, ma immersa in altre scienze e professioni,
cioè senza uno specifico professionale. Questo in fondo è ciò che vogliono
alcuni accademici snob, ma questo è ciò che vogliono i medici (per tenersi
la psicoterapia), i pedagogisti (così hanno in esclusiva leducazione),
gli statistici e i sociologi (che possono riservarsi la ricerca empirica),
gli ingegneri e gli economisti (liberi di fare anche gli psicologi del lavoro).
La seconda prospettiva è quella di diventare come il diritto, leconomia
o la medicina: una scienza forte, riservata a professionisti forti gestori
in esclusiva di settori del sapere. QUESTO E CIO CHE VORREBBERO
coloro che hanno una visione moderna, competitiva e desacralizzata della
psicologia.
Il superamento del punto di biforcazione dipende oggi in certa parte dalla
SIPS, dai suoi equilibri di potere interno e dal suo impatto con la società
italiana. Se la SIPS non va avanti allargando le aperture intraviste in
questi ultimi due anni, è probabile che di fatto spinga per una contrazione
della psicologia. E ciò avverrà se la SIPS vedrà prevalere le piccole conventicole
del vecchio potere che finora ha dominato.
Ciò avverrà nuovamente se la Presidenza della SIPS sarà affidata ad un accademico.
Negli ultimi dodici anni (4 legislature) tutti i Presidenti sono stati accademici,
ed 1 solo non accademico: linesistente Fumai.
Ciò avverrà se la Presidenza della SIPS sarà ancora una volta consegnata
ai medici: tutti gli ultimi Presidenti accademici erano anche medici
(da ciò forse la tiepidezza per lAlbo?).
Ma soprattutto avverrà se la SIPS non si darà una strategia ed un assetto
nuovi. Che delineerei come segue.
5. CAMBIAMENTI DI ASSETTO INTERNO
Il primo punto è la RIFORMA dello STATUTO, finalizzata
a realizzare il potere centrale. Le idee possono avere qui sfumature
(governo presidenziale, proporzionale per liste, maggioranza bloccata, ecc,)
tuttavia è ESSENZIALE arrivare a far sì che il CD NAZIONALE possa esprimere
la sua linea allinterno come allesterno. Se si continua come
ora la paralisi e limpotenza aumenteranno, diminuendo la forza contrattuale
della SIPS verso lesterno. Le ipotesi circolanti su una struttura
di tipo federativo possono accarezzare le ambizioni di certi valvassori
ma hanno il difetto di aumentare le divisioni e la paralisi. Analogo rafforzamento
va dato alle SEZIONI rispetto alle DIVISIONI, che stanno diventando repubbliche
autonome. Infine, è essenziale, in vista di una aspra lotta politica, rafforzare
i PROBIVIRI, dando loro veste di garanti attivi della legalità.
Il secondo punto è lapertura della SIPS a TUTTI COLORO che fanno effettivamente
lo psicologo, al di là dei legalismi faziosi e settari. Occorre puntare
alla rappresentanza politica di tutti i CIRCA 20.000 colleghi. Il terzo
punto è la assunzione del ruolo aggressivo verso lesterno. Ruolo che
sarebbe facilitato da un aumento del potere sia del CD nazionale sia delle
Sezioni Regionali; ma anche dalla proliferazione delle Divisioni, che devono
diventare interfacce della SIPS per tutti i diversi settori di penetrazione
potenziale.
6. CAMBIAMENTI DI STRATEGIA
Rafforzando linterno, la SIPS deve poter
competere verso lesterno con le organizzazioni professionali limitrofe,
coi mercati professionali, col sistema delle istituzioni. È assolutamente
inutile fare della SIPS una organizzazione di SERVIZI per i SOCI, i quali
possono trovare pubblicazioni scientifiche, consulenti fiscali, sindacali
e giuridici, spazi di incontro presso ogni altra organizzazione. Ciò che
invece nessuna altra organizzazione può dare agli psicologi è la RAPPRESENTANZA
POLITICA, CULTURALE E PROFESSIONALE presso le istituzioni, il mercato ed
i competitori.
La SIPS deve trasformarsi in organo di coordinamento e rappresentanza
della comunità psicologa verso lesterno. Solo così potrà ottenere
lALBO, aprire nuove frontiere occupazionali, allargare il potere accademico
e professionale: in sintesi, favorire lo sviluppo della psicologia in Italia.
Può darsi che queste ipotesi siano premature per limminente triennio
SONO CERTO che diventeranno ancora più realistiche nel triennio successivo.
E NOI SAPPIAMO ASPETTARE!!!
Guido Contessa