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SERVIZI SOCIALI

Ci giunge notizia dalla Fondazione Zancan che lo scorso ottobre si è svolto a Roma un seminario sul tema “Legge finanziaria 1988: politiche sociali, diritti umani dei più deboli”, dal quale è stato prodotto un documento che è possibile richiedere nella sua forma integrale. Ne pubblichiamo qui uno stralcio che ci pare testimoniare l’ampiezza della riflessione.
“…. In relazione alle politiche sociali e ai diritti umani dei più deboli ecco i principali rilievi che sono emersi. Premesse:
a. la politica sociale è strettamente collegata alla politica economica. La mancanza di guida politica sulla economica si ripercuote in senso negativo sulla politica sociale.
b. Il nodo centrale perciò sta nel fatto che la legge finanziaria, che aveva lo scopo di contenere il disavanzo e ricondurre la spesa ad un  governo unitario, regolando tutti i capitoli di spesa ha man mano dilatato i suoi compiti e ha finito col sostituire la programmazione economica. Di conseguenza la politica rischia di essere subalterna alle pressioni dei centri economici perdendo di vista il bene comune.
c.Dietro l’apparenza di traguardi economici positivi stanno in realtà grandi fragilità nello stesso sviluppo economico, mentre aumentano le povertà. Contemporaneamente la logica congiunturalista della finanziaria finisce  con l’imprigionare tutte le politiche di settore, impedendo di fatto quelle riforme che sarebbero invece necessarie.
d. Occorre perciò riprendere il rapporto fra politiche economiche e politiche sociali: le prime devono essere coerenti con le seconde.
e. Il sintomo più evidente della fragilità del sistema economico italiano, che ha enormi ripercussioni sul piano delle politiche sociali è il livello di guardia raggiunto dal debito pubblico (un milione di dollari, che è pari al cento per cento del prodotto interno lordo).
f. La mancanza di una politica economica di ampio respiro indebolisce una azione sindacale fondata sulla solidarietà, allarga gli spazi per l’azione dei Cobas  in una logica di sopraffazione delle categorie più deboli da parte di quelle più forti.
g. Alla radice ci sta la crisi della solidarietà: occorre passare dalla solidarietà che si esprime con il dono alla solidarietà che si esprime con la condivisione.

Gruppo di studio Fondazione Zancan