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STRESS
PSICOLOGICO E SISTEMA IMMUNITARIO
Relazione
Convegno su:
"STRESS: FATTORI ORGANIZZATIVI E INDIVIDUALI"
Mi sembra che i relatori che mi hanno preceduto siamo riusciti ad evidenziare bene i fattori di stress psicologico insiti nella confusività e contraddittorietà delle leggi, nel caotico apparato burocratico dello Stato ai vari livelli, nella dis-organizzazione del lavoro. Anche sul fronte dello specifico stress dell'operatore bruciato (burn-out) abbiamo acquisito maggiori conoscenze. Sulla linea della ricerca dei fattori psicologici dello stress, possiamo allora tentare di spingerci oltre. Con la mia relazione intendo evidenziare la posizione più radicale di questo assunto (venti anni fa era considerata sarcasticamente fantascientifica) e cioè lo stress psicologico ha una diretta influenza, negativa o positiva, sul sistema immunitario. Per bene comprendere questa affermazione, a partire dalla concezione originaria di "stress" (la traduzione letterale italiana del termine inglese è "sforzo, tensione") di Selye come comportamentale "relazione generale dell'organismo" di fronte ad una aggressione ambientale (stressor) di natura chimico-fisica, occorre sviluppare il ragionamento in almeno tre tappe: la prima, evidenziata col passare del tempo anche dallo stesso Selye, è che ai fattori chimico-fisici si aggiungono quelli di ordine psicologico e che tali fattori stressori determinano analoghi reazioni di stress nell'organismo tanto dell'animale che nell'uomo; la seconda tappa prevede che questi fattori psicologici "aggrediscono", attraverso vari mediatori ormonali, diversi punti critici dell'organismo (organi bersaglio), ivi compreso il Sistema Immunitario, quello che sta in difesa di tutti gli altri sistemi e organi del corpo; terza tappa, l'acquisizione che i fattori esterni stressori (chimico-fisici o psicosociali) e la relazione stressoria di difesa (olisticamente intesa) dell'organismo, esiste una "scatola nera della mente" , il tipo di personalità, ovvero il "personale modo di reagire allo stress" tanto che lo stress sorga dall'interno tanto che sorga dall'esterno dell'organismo. La psicoanalisi ci ha reso noto ormai da tempo la componente inconscia della mente; mentre dell'intelligenza "inconscia", la "scatola nera" del sistema immunitario inteso come "cervello liquido", è da pochissimo tempo che se ne parla e non solo in termini speculativi ma anche in termini clinici e sperimentali. È alla luce di questi "passaggi" che va vista questa ricognizione bibliografica degli ultimi vent'anni sull'intricato ma avvincente argomento. Anticipo altresì che i diversi autori citati (biologi, etologisti, medici e psicologi pur di diversa impostazione teorica: sperimentale, comportamentale, psicoanalitica) convergono tutti quanti sull'importanza del "fattore psicologico" sull'organismo. Per comodità espositiva farò riferimento a quanto è apparso negli ultimi 20 anni su "Psychologie" sullo stress ma anche facendo riferimento ai concetti di ansia, aggressività, frustrazione, emozione e narcisismo. Per limiti di tempo e della vostra pazienza citerò soltanto alcuni dei più significativi articoli. La relazione completa spero possa apparire negli atti del convegno se riusciremo ad avere i fondi necessari per la pubblicazione. Il materiale raccolto, al di là dell'assunzione cronologica, viene organizzato al fine di convalidare i passaggi sopra menzionati. Per coloro che riterranno di allargare o volessero approfondire l'argomento rimando alla bibliografia che elenco a corollario della relazione.
Le origini della scoperta del fenomeno "stress" modello deterministico psico-fisiologico di corpo
Inizio
obbligatoriamente con il sintetico articolo, anche nel titolo "Stress"
di Selye (62) del 1979 (n.35) scopritore dello "stress", a compendio
dell'ampio escursus di studi e ricerche sull'argomento che aprono la prospettiva
psicoimmunologica. Ecco le sue parole: "Mi chiedevo come mai le
malattie più disparate dovessero avere tanti sintomi in comune: una persona
colpita da una grave emorragia, da un'infezione, da un tumore in uno stato
avanzato. In tutti i casi perde l'appetito, le forze e l'ambizione, di solito
perde anche peso e persino l'espressione del volto tradisce lo stato di
malattia. Ero convinto che questa "sindrome d'infermità", che
è essenzialmente la stesa indipendentemente dalla malattia specifica di
cui si soffre, si potesse analizzare scientificamente
. Piano piano
la mia vecchia idea di una sindrome genera di infermità mi tornò alla mente:
mi resi conto che la reazione che avevo prodotto nelle cavie con estratti
ovarici pieni di impurità e con sostanze tossiche ne era la replica sperimentale.
Ingrossamento surrenale, ulcere gastrointestinali, riduzione delle strutture
linfatiche, erano i segni generali di sofferenza dell'organismo attaccato
da agenti patogeni. Così queste tre modificazioni divennero gli indici obiettivi
di stress e la base per sviluppare l'intero concetto di stress in termini
scientifici. Siamo ancora all'interno del modello strettamente "fisiologico"
esplicativo dello stress che possiamo tradurre con "sforzo difensivo"
biologico generale dell'organismo di fronte ad una aggressione ambientale".
Sforzo biologico che Selye suddivide in tre stadi:
1 - reazione di allarme
2 - resistenza
3 - esaurimento
Ma in questo articolo del 1979 Selye fa anche queste significative aggiunte
che aprono la via ai fattori psicologici:
E' abbondantemente dimostrato che stimoli nervosi ed emotivi (rabbia,
paura, dolore, ecc.) possono fungere da agenti stressanti stimolando la
Sindrome generale di adattamento
. La medicina psicosomatica dimostra
che gli atteggiamenti mentali possono causare modificazioni somatiche: gli
esempi più comuni sono le ulcere gastriche o l'ipertensione causate da
scosse emotive. In una serie di esperimenti, l'équipe di ricerche mediche
dell'esercito svedese ha cercato di determinare se stimoli psicologici possono
determinare reazioni biochimiche e fisiologiche capaci di produrre disfunzioni
organiche
. Benché le reazioni emotive prodotte dall'esperimento fossero
solo di modesta entità, i soggetti presentavano modificazioni biochimiche
significative. In un esperimento simile ma molto più impegnativo, un gruppo
di 31 militari doveva restare continuamente al tirassegno per tutta la durata
delle 75 ore, benché l'età media fosse di appena 29 anni, le reazioni emotive
e biochimiche furono molto più pronunciate. Un ufficiale di questo secondo
gruppo presentò episodi di panico e claustrofobia, con altissima secrezione
di adrenalina, cefalea, disturbi della vista, palpitazioni e accelerazione
del ritmo cardiaco. In entrambi gli esperimenti, il 25% dei soggetti presentava
tracciati irregolari all'elettrocardiogramma, che si normalizzavano solo
dopo alcuni giorni di riposo.
1. Fase
di evoluzione concettuale del fenomeno dello "stress"
Modello relazionale psicofisiologico del corpo
È del 1980 (n. 42) una interessante intervista di D. Goleman
a R. S. Lazarus (33), un eminente studioso dello stress. Ecco alcuni brani
dell'intervista.
D.G. (l'intervistatore) Come definisce lei lo stress?
Lazarus: "Lo stress psicologico
non appartiene né alla persona né alla situazione; esso dipende da una transazione
fra i due."
Da questa risposta si arguisce che il concetto di stress centra
sulla relazione fra soggetto e situazione ambientale. Tuttavia, pur essendo
una definizione ineccepibile ed avanzata (concezione relazionale) rispetto
a quella "causalistica" di altri autori, non è chiaro se da questa
relazione tra soggetto e ambiente sortiscano stress psicologici oppure somatici.
Mi sono preso la briga di chiarire nel mio articolo "Stress: riflessione
critica" (24) le ambiguità del termine. Ancora nel 1984 (n. 66) l'articolo
di K. Bammer e J. Wagner (5) "Fattori psicosociali del cancro".
"La strada che va dalla verità lapalissiana: "lo stress è causa
di malattia", fino alla costruzione di analisi efficaci dei processi
patogeni è lunga. Una tappa importante di questa strada è la comprensione
che la malattia e le capacità di difesa sono strettamente connesse con l'attività
del sistema nervoso e che nella terapia riveste un'importanza sempre maggiore
la regolazione di queste attività
. L'ipotesi che la malinconia, la
depressione, la paura, le catastrofi personali ed i drastici cambiamenti
nella propria vita sono collegati con le affezioni cancerose, risulta consolidata
dal vasto numero di osservazioni ed indagini. Ciò nonostante la medicina
ha finora completamente trascurato questi legami
.. Le indagini sperimentali
di W.B. Cannon, che è stato il primo a studiare i processi emotivi, vegetativi
ed ormonali della relazione di allarme, e che ha potuto generare un'ulcera
gastrica mediante la stimolazione del diencefalo, e la ricerca di Hans Selye,
che ha descritto le funzioni biologiche della relazione di allarme e la
sindrome generale di adattamento, hanno fornito gli impulsi essenziali per
lo studio dei legami psicosomatici nel processo canceroso
Lo stress
non è altro che uno stato di attivazione dell'organismo in cui esso deve
mobilitare tutte le sue difese per far fronte ad un pericolo incombente".
1. Fase
di evoluzione concettuale del fenomeno dello stress
A questo punto è interessante far rilevare che ci sono
sostanzialmente due diverse scuole di pensiero che hanno portato rilevanti
contributi e che alla fine possono convergere.
Modello psicoanalitico di corpo
È del 1982 (n. 53) l'articolo di M. Pines (56) "La
resistenza allo stress". Dice l'autrice: "Le persone resistenti
allo stress, come risulta dagli studi più recenti, hanno degli atteggiamenti
caratteristici verso la vita: apertura al cambiamento, capacità di coinvolgersi
in tutto quello che fanno, il senso di padroneggiare la propria esistenza".
In questo caso l'autrice, senza mai usare termini psicoanalitici, mette
in evidenza la "forza dell'Io" del soggetto, capace di reagire
ugualmente ai fattori di stress. Nel 1983 (n. 59) viene pubblicato un articolo
di M. Marchal (48) "Il ruolo dell'inconscio nelle malattie organiche".
È evidente dal titolo il taglio psicoanalitico. Per la prima volta un "rispettabile"
autore , su una altrettanto rispettabile rivista, cita il nome di GRODDECK,
psicoanalista "selvaggio" contemporaneo di Freud che affermava
(troppo arditamente per l'epoca) il ruolo dell'inconscio nelle malattie
organiche. In questo articolo l'autore di evidente impostazione psicoanalitica,
senza mai citare lo stress, apre la prospettiva dello stress psicologico
sul sistema immunitario. Al di là dell'allargamento di prospettiva sulla
componente immunologica del complesso meccanismo dello stress che questo
articolo implica, la prospettiva psicoanalitica mette in evidenza anche
il ruolo della componente inconscia psichica non solo, come noto da tempo
dei disturbi psicopatologici: in primis, la conversione isterica e della
malattia psicosomatica, ma pure, come affermava a suo tempo Groddeck, delle
malattie organiche. "Sul piano del senso" il sistema immunitario
sembra orientato verso un unico fine: conservare ogni volta che sia minacciata
l'unità biologica del soggetto il suo "Sé", distruggendo tutto
ciò che lo minaccia e permette così la stabilità nell'esistenza e la resistenza
alle forze di morte sempre presenti". Il metodo psicoanalitico non
solo permette di dare senso e intenzioni alle reazioni dell'organismo, entrando
all'interno della "scatola nera" della mente, consente di compiere
il "gioco" dei diversi meccanismi estero-intra-psicofisiologici
che lo compongono. Diventa allora possibile cogliere il senso e gli specifici
meccanismi psico-fisici che entrano in gioco tanto nel reagire nei confronti
dell'aggressione esterna dei virus, interna del cancro e delle malattie
autoimmuni. Nel vaso dell'aggressione microbica, si metti in evidenza la
"forza" o l'indebolimento psichico dell'individuo. Nel caso del
cancro si mette in evidenza l'indebolimento psichico e la "latitanza"
del sistema immunitario. Nel caso delle malattie autoimmuni, il pervertimento
di una frazione del sistema immunitario.
Perché dobbiamo incoraggiare e come possiamo sostenere le capacità
terapeutiche della mente? (37) quando abbiamo problemi psicologici siamo
anche più esposti alle malattie. Il nostro sistema immunitario non reagisce
solo a virus e a batteri, ma anche agli stress, dolori e lutti causati dagli
avvenimenti critici della vita. Che poi ci ammaliamo seriamente o no dipende
da due fattori psicologici: la possibilità di tenere sotto controllo la
situazione e l'appoggio che in questo riceviamo dagli altri
. Se un'esperienza
dannosa significa per noi la fine del mondo, ecco che il cuore, il sistema
immunitario e il sistema digerente sono messi a grave rischio. Se invece
la cosa è vista si come negativa, ma non tanto spaventosa da non poterla
sopportare, la reazione dell'organismo è meno intensa: in questo caso il
livello di attività biochimica celebrale cresce solo qual tanto da permettere
una risposta efficace, senza ridurci all'impotenza
Per chi può contare
su dei saldi legami personali è anche utilissimo confidarsi con gli altri
dopo un'esperienza traumatica. In una serie di recenti ricerche J.W. Pennebaker
ha dimostrato che i sistemi fisici e psicologici prodotti dal trauma si
alleviano se si riesce a riparlarne con qualcuno: possono bastare 15 minuti
al giorno, per quattro giorni consecutivi, dedicati ad elaborare e comunicare
- a voce o per iscritto - i propri sentimenti e pensieri (il ciclo poi si
può ripetere secondo i bisogni). Per chi poi non avesse nessuno con cui
parlare sembra che possa essere di grande giovamento anche il semplice fatto
di mettere su carta i sentimenti dolorosi suscitati da un'esperienza traumatica.
E per avvicinarsi alle conclusioni, è del 1995 (n. 127) il recentissimo
articolo sul "burn-out" di M. Burischn (11). In questo convegno
siete stati ampiamente e approfonditamente relazionati in merito a questo
"complesso subdolo e deprimente stress psicologico del lavoratore".
Quello che tengo ad evidenziare, rilevato nell'articolo citato, è che nel
"torrente di sintomi" che la sindrome da affaticamento implica,
alla base c'è sempre anche un indebolimento della reazione immunitaria.
Penso di dover chiudere riportando alcune considerazioni del Prof. Mario
Farnè, medico e psicologo, uno dei massimi esperti dello stress e delle
tecniche di rilassamento in Italia, che spero di aver presente al prossimo
convegno che faremo sull'argomento non essendo potuto venire a questo per
altro concomitante impegno già preso in precedenza.
Dal suo articolo (n. 93 1989) "Tre punti di partenza"
(21): "Al giorno d'oggi tutti i medici sono concordi circa lo
stretto rapporto che lega i fenomeni somatici a fenomeni psicologici; le
divergenze riguardano solo il peso relativo da attribuire a questi due elementi".
Ma non solo questo dice Farnè: "Le malattie specificamente umane.
I disturbi reumatici ed allergici, l'ulcera, l'asma, l'ipertensione, l'infarto
miocardico, l'obesità ed altre malattie o problemi oggi tanto frequenti
nell'uomo non si riscontrano negli animali
Il motivo di queste differenze
non va cercato nelle struttura anatomica o nei processi metabolici (dato
che esistono grosse analogie tra mammiferi superiori ed uomo), ma in ciò
che distingue l'uomo dagli animali, in particolare nel processo di civilizzazione
col suo insieme di abitudini particolari di vita". Personalmente
ritengo che il "peso" dei fattori psicologici sia gravemente sottostimato.
Questo convegno vuole tentare di riparare a questo inconveniente. E per
concludere definitivamente, credo di aver dimostrato, superando ogni vostro
ragionevole dubbio, l'effettiva influenza della psiche, prima in generale
sull'organismo e poi, man mano che gli studi andavano avanti, su apparati
e sistemi specifici quali le malattie psicosomatiche per definizione, quale
l'ulcera, ma anche malattie organiche quali l'infarto del miocardio, malattie
neoplastiche ed infine nello specifico sul sistema immunitario. Tuttavia,
onde evitare di essere frainteso, desidero chiarire che ritengo indispensabile
rafforzare le strutture sanitarie tradizionalmente poste dalla nostra società
civile in difesa della salute: Infettivologia, Igiene, Immunologia, nonché
i sacrosanti Ospedali e Servizi Territoriali. A tali strutture devono aggiungersene
altre che si occupano della prevenzione, terapia e riabilitazione dello
stress sotto il profilo psicologico.
Dr.
Luigi Fasce
Psicologo Dirigente e Responsabile Modulo
Trapianti d'organo
A. O. Ospedale
San Martino e Cliniche
Univers. Convenz. Di Genova - tel. 0336/251022