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NUOVE PROSPETTIVE PER LA PSICOLOGIA PRIVATA

GLI  PSICOLOGI PRIVATI IN AZIONE

L'Azione Psicologi Privati Italiani - APPI è una associazione costituita recentemente da liberi professionisti interessati allo sviluppo e alla qualificazione della loro disciplina e professione e spinti dal desiderio di sancire il giusto ruolo dello psicologo, presidiato in molti campi da altri tipi di professionisti non appositamente qualificati. Dunque l'APPI opera con lo scopo di tutelare  i diritti e gli interessi degli psicologi liberi professionisti che operano prevalentemente nel settore privato, è infatti requisito indispensabile per iscriversi all'associazione in qualità di soci seniores essere liberi professionisti da almeno dieci anni. Il primo presidente, Lorenzo Varnavà sottolinea che la libera professione si esprimerà in futuro in ambiti sempre più diversificati e suscettibili di sviluppo; lo dimostrano la crescente domanda di intervento psicologico e l'estendersi dei settori nei quali si prevedono la presenza e l'apporto dello psicologo - settori connessi alla medicina, all'educazione, all'industria, allo sport, alla prevenzione, alla selezione e formazione in campo sociale ed occupazionale. Le finalità dell'APPI - continua il Dott. Varnavà - sono dunque quelle di tutelare ed espandere il mercato della libera professione psicologica, di garantire la qualità e la deontologia delle prestazioni (nonché la libertà di scelta degli utenti) e di fornire un'adeguata rappresentanza politico-istituzionale dei liberi professionisti nei confronti del Ministero della Sanità, dell'Ordine delle Università, delle Regioni. Quest'ultimo è un punto di estrema importanza perché - prosegue il Presidente Varnavà - non possiamo permettere che "altri" si occupino del destino e della tutela di chi vive dell'esercizio della professione privata; ora più che mai lo psicologo privato deve divenire manager di se stesso. Non possiamo dimenticare che la qualità della psicoterapia dipende essenzialmente dalla professione privata, tale disciplina fonda la sua tradizione sul lavoro di ricercatori/professionisti formatisi e cresciuti nell'area privata, su posizioni a volte lontane da quelle alla base delle scelte delle burocrazia ministeriale ed accademica.
L'0APPI si pone dunque come punto di riferimento e coordinamento degli psicologi liberi professionisti per renderli  in grado di soddisfare il mercato sempre più ampio e diversificato.
Questo significa inoltre - conclude il Dott. Varnavà - favorire la nascita di un dialogo con le altre associazioni operanti nel campo per elaborare strategie comuni e favorire nuovi e preziosi orizzonti di sviluppo.

QUALE TIROCINIO PER GLI PSICOLOGI DEL FUTURO?

Tra gli obiettivi dell'Azione Psicologi Italiani vi è quello di curare la formazione ed il training sul campo dei neolaureati in psicologia che vorranno intraprendere la formazione privata. Il Servizio Pubblico potrà in futuro offrire sbocchi solo ad una minima percentuale delle migliaia di neolaureati che stanno entrando a far parte della categoria; è consequenziale dunque osservare come  il futuro di tali professionisti sarà il libero mercato. L'APPI è molto sensibile ai problemi degli studenti e dei giovani laureati; l'associazione lo scorso 26 marzo ha promosso un incontro, coordinato dal Dott. Robert  Bergonzi, con gli studenti dell'Università di Torino sul tema "Quali prospettive per gli psicologi del futuro?". Tale iniziativa ha registrato una numerosa partecipazione di giovani universitari vogliosi di scoprire cosa riserverà per loro il domani, sono molteplici gli interrogativi e le esigenze emerse, una problematica che coinvolge tutti gli studenti è quella del tirocinio post-laurea previsto per sostenere l'esame di Stato. Il tirocinio è effettivamente uno dei problemi che caratterizza il percorso della professione di psicologo, sono notevoli le difficoltà che chi vorrà svolgere la professione privata incontrerà e ancora più difficile sarà per coloro che vorranno specializzarsi nei diversi ambiti della psicologia del lavoro poiché anche in questo frangente gli accademici e la burocrazia ostacolano la loro preparazione. Il tirocinio è regolamentato dal D.M. del 13/01/1992 n. 239 che al comma 2 art. 1 recita: "Il dipartimento e gli istituti di discipline psicologiche delle università ovvero presso strutture private o pubbliche ritenute idonee dalle autorità accademiche d'intesa con il competente consiglio dell'Ordine". Nell'ultima edizione relativa alle stipule d'intesa tra l'Università degli Studi di Padova e gli Enti privati possiamo contare nella Regione Lombardia 13 Enti con cui sono stati stipulati protocolli d'intesa. Non sembrano un numero esiguo e poco rappresentativo dei professionisti operanti in Lombardia? Nel regolamento è presente una nota - si obietterà - che fornisce agli psicologi  dell'indirizzo "lavoro e organizzazione" la possibilità di aprire nuove stipule d'intesa con enti privati; in tale regolamento non è però specificato quanto difficile sia superare i numerosi cavilli burocratici e farsi accettare una domanda, non è inoltre sicuro che una volta superate le barriere del timbri, delle firme, del timbro firma, delle date di costituzione, dei progetti, della lettera di motivazione ecc… la struttura in cui il povero tirocinante "supplica" di svolgere il proprio tirocinio non venga definita dalla cosiddetta Commissione Tirocini incapace di fornire le garanzie sufficienti a tutelare l'ormai disperato tirocinante. La validità di un tirocinio dovrebbe essere strettamente collegata ad aspetti sia qualitativi che quantitativi, il tirocinante dovrebbe essere coinvolto sia nella dimensione osservativa che in quella attiva pur non dimenticando spazi per elaborare le informazioni ed una attività di supervisione ma questo i privati non possono garantirlo? E l'Università e le USSL? È molto importante sottolineare che il tirocinio dovrebbe, oltre a consolidare e approfondire le nozioni, conoscenze e capacità acquisite in anni di studio universitario, coinvolgere l'intera personalità del tirocinante e la sua capacità di confrontarsi con i propri e gli altrui vissuti psicologici. È sicuramente un momento "critico" per il futuro professionista. È importante dunque che i giovani laureati che intendono svolgere la professione autonoma abbiano la possibilità di scegliere di svolgere la loro attività di tirocinio presso enti privati, è importante che questi giovani psicologi siano tutelati ed aiutati nella scelta del loro percorso professionale. Lo stesso "Sole 24 Ore" del 15 aprile scorso titolava "Il tirocinio avvia la carriera" e continuava "è un vero e proprio banco di prova per lo psicologo che voglia trovare occupazione nelle aziende o che, eventualmente opti per la libera professione…." L'APPI si sta muovendo in questa direzione, perché la preparazione all'esame di stato non sia solo un'attività sterile vissuta come impostazione, ma diventi una verifica attiva delle proprie scelte, una ricerca cosciente della propria strada professionale, un confronto continuo per poter essere dei professionisti seri e affidabili.