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La
psicologia sta rivisitando oggi i temi classici che hanno accompagnato la
sua breve storia, quella di quattro generazioni di psicoanalisti, dalla
Vienna di fine secolo ai giorni nostri. Ne consegue una crisi delle posizioni
ideologiche, delle ortodossie rigidamente intese; ne consegue ancora un
proporsi di scenari caratterizzati dalla propria vicenda specifica e di
quella di altri gruppi di ricercatori, di sostanziale eclettismo. La psicoanalisi
vive oggi esperienze di perdita di identità. Non cementata dalla necessità
di fare blocco a fronte di un tentativo di delegittimazione proveniente
dalla cultura e dalla società in cui si è trovata ad essere innestata, non
più garantita dalla solitudine epistemologica, non più rassicurata dalla
privatezza estrema della sua clinica, essa attraversa una crisi profonda,
malgrado la diffusione raggiunta ed i clamorosi ed inaspettati successi
conseguiti nell'ambito delle più disparate discipline. La psicoanalisi si
trova ad un giro di boa. Gli psicoanalisti più attenti ne hanno preso coscienza,
e nel momento in cui ne prendono coscienza avvertono anche l'esigenza di
porre dei punti fermi; e noi con loro. Ovviamente non è cosa facile. Il
percorso che, tramite questi ELEMENTI intendiamo proporre al lettore, si
propone appunto anche, se non soltanto, questo scopo. Ci teniamo, e tentiamo
di dare una risposta, cosa sia oggi la psicoanalisi per noi. Cosa possa
diventare la psicoanalisi per noi. La psicoanalisi, si noti bene, quella
che risulta orientata, direttamente o almeno indirettamente, alla diagnosi
e alla terapia dei disturbi psichici, quella che pone al centro della sua
attenzione il soggetto disturbato e che alla nostra disciplina chiede innanzi
tutto sollievo. Ci chiediamo quali siano le sue connotazioni essenziali;
quali risultati clinici conseguiti, in una prospettiva di validazione; quali
rapporti con la psichiatria dinamica, con le psicoterapie non analiticamente
orientate, con la psicologia clinica. Ci chiediamo quale sia il rapporto
della psicoanalisi con il diritto, qualora ve ne sia uno, come noi riteniamo.
Rileviamo come a fronte di una produzione vastissima nel campo della psicoanalisi
clinica ed in quello delle discipline che dall'insegnamento della psicoanalisi
hanno attinto a piene mani nuovi argomenti di riflessione ed inaspettate
chiavi di lettura per i dati acquisiti (l'etnologia, la storia delle religioni,
la critica d'arte, ecc.) risalti invece il deserto dei contributi nel terreno
di ricerca che potrebbe essere comune per gli psicoanalisti e gli operatori
del diritto. Ci chiediamo allora se vi sia uno spazio per la nostra disciplina
nell'ambito del diritto, nell'ambito, in specie del processo. Sigmund Freud
non avrebbe avuto dubbi sulla risposta. Una riflessione quindi, quella
nostra, che vuole essere insieme clinica e forense. Un testo, quello nostro,
in cui ad una parte, per così dire istituzionale, se ne aggiungono altre
due esemplificative del nostro modo di lavorare nella pratica clinica e
del nostro approccio psicoanaliticamente orientato a fronte di alcuni temi
classici della nostra disciplina e della più ampia ricerca culturale. L'ambizione
è che ne risulti, sia pure in rapidissimo tracciato, una disciplina scientifica
(rientrante quindi a pieno titolo tra le cose dette scienze della natura)
utilizzabile in primo luogo nella prospettiva del trattamento dei disturbi
della psiche (diagnosi e terapia) ed in secondo luogo nella prospettiva
di una sua possibile utilizzazione nel processo (penale e civile), con funzione
di supporto esperto in vista delle decisioni che il giudice debba prendere,
delle linee difensive che le parti in causa debbano predisporre ed attuare
in corso di causa.
Lo studio non è quindi rivolto soltanto agli addetti
ad alcuni lavori, anche se presuppone delle conoscenze di base, nel settore
della psicoanalisi e della psichiatria in specie, le quali peraltro ci risultano
essere nella nostra stagione culturale patrimonio di ogni uomo colto.