Ogni anno le indagini
Multiscopo condotte dallIstat rilevano i comportamenti e gli
aspetti più importanti della vita quotidiana delle famiglie.
Il volume Cultura, socialità e tempo libero nel 2003, che contiene
anche informazioni sulla metodologia della rilevazione, è disponibile
sul sito internet www.istat.it.
Il campione analizzato comprende circa 21 mila famiglie, per un totale
di più di 55 mila individui.
I dati presentati nel volume riguardano la vita culturale e sociale
delle famiglie: il rapporto con i mass media, le letture, la fruizione
di spettacoli ed intrattenimenti, lattività fisica e
sportiva, le vacanze, la partecipazione sociale e quella politica,
la pratica religiosa, i rapporti con gli amici e la soddisfazione
per lanno appena trascorso.
l
tempo libero a casa
Televisione e radio
Guardare la televisione è uno dei passatempi preferiti: nel
2003 il 94,7% della popolazione di 3 anni e più lo fa almeno
qualche giorno alla settimana. Il pubblico televisivo nel complesso
è sostanzialmente stabile, rispetto al 2002, anche se cresce
la quota di teleutenti tra i giovani di sesso maschile nelle fasce
di età tra gli 11 ed i 19 anni (dal 94% circa al 96%). Tra
le ragazze della stessa fascia di età sono solo quelle in età
compresa tra gli 11 e i 14 anni ad aver aumentato il loro interesse
alle trasmissioni televisive (dal 93,7% al 97,%).
Anche lascolto della radio è unabitudine diffusa
ed in lenta, ma costante crescita: il 64,6% della popolazione di 3
anni e più la ascolta (era il 62,8% nel 2002) e di questi il
60,8% lo fa tutti i giorni. Lascolto della radio è maggiormente
frequente fra i più giovani e in particolare fra le ragazze
nella fascia tra i 15 e i 24 anni (oltre l'85%), ma é la quota
degli anziani di età compresa tra i 65 ed i 74 anni a crescere
di più rispetto al 2002 (dal 42,2% al 46,9%). A livello territoriale
non emergono forti differenze per ciò che riguarda i livelli
di fruizione televisiva, mentre per quanto riguarda lascolto
della radio si registra il 66,6% nel Nord-ovest e il 62,1% nelle Isole.
I lettori di quotidiani e di libri
Nel 2003, il 57,6% della popolazione di 6 anni e più ha letto
quotidiani almeno una volta alla settimana, di cui il 40,2% quasi
tutti i giorni (cinque volte o più). Rispetto al 2002, si registra
una riduzione di lettori di quotidiani (erano il 59,6%), anche se
rimangono stabili i lettori più assidui (cinque volte la settimana
o più). I maschi mostrano un interesse maggiore per la lettura
di quotidiani rispetto alle donne (64,5% dei maschi di 6 anni e più
contro il 51% delle donne) e si distinguono anche per una maggiore
assiduità.Tra
i lettori di 6 anni e più, infatti, il 45% ha dichiarato di
leggere quotidiani 5 o più volte a settimana, mentre fra le
lettrici si scende al 34,6%.
La percentuale più alta di lettori di quotidiani si registra
tra i 45-54 anni (69,3%); la quota di lettori è in
crescita fino a questa fascia detà per poi decrescere
a partire dai 54 anni. I lettori più assidui sono invece i
60-64enni (49,9%) e i 55-59enni (49,4%).
A livello territoriale linteresse per la lettura di quotidiani
è maggiore nel Nord Italia, dove circa il 65%
della popolazione si dedica alla lettura di quotidiani almeno una
volta a settimana, a fronte di una quota
che nellItalia meridionale si attesta sul 44,1%.
Le regioni con le più alte quote di lettori di quotidiani sono
il Trentino-Alto Adige (75,6%), il Friuli-
Venezia Giulia (73,2%) e la Valle dAosta (70%), mentre in Basilicata
e in Calabria si riscontrano le quote più basse (rispettivamente
39,3% e 42,2%).
Nel 2003 il 41,4% della popolazione di 6 anni e più ha letto
almeno un libro nellanno per motivi non
scolastici o professionali. La quota di lettori di libri é
identica a quella del 2002. Le donne mostrano un
interesse maggiore verso la lettura di libri rispetto agli uomini
(47,3% contro il 35,2%). Questa maggiore
dedizione femminile alla lettura caratterizza tutte le età
fino ai 74 anni, mentre nella fascia detà più
anziana (75 anni e più) sono gli uomini a leggere di più
(il 20,3% contro il 18,1%delle donne).
Le quote più alte di lettori si riscontrano al Nord, dove il
49% della popolazione di 6 anni e più ha letto
almeno un libro nellanno, mentre nellItalia meridionale
si scende al 29,6%.
Tra i lettori di libri il 48,9% ha dichiarato di aver letto fino a
3 libri nellultimo anno, mentre il 12,3% ha
letto 12 o più libri. Le differenze di comportamento nella
lettura tra le diverse ripartizioni geografiche si
riflettono anche nel numero di libri letti. Al Nord, infatti, non
solo si legge di più (in termini di quota
percentuale di lettori), ma si legge anche un numero maggiore di libri.
Oltre il 13% della popolazione
residente al Nord, infatti, dichiara di aver letto 12 o più
libri, mentre nel Meridione si scende al 6,1%.
Le nuove tecnologie: pc e internet
Nel 2003 il 39,2% della popolazione di 3 anni e più utilizza
il personal computer e il 31,1% della
popolazione di 11 anni e più ha dichiarato di utilizzare Internet.
Si registra in tal senso, rispetto al
2002, un incremento della quota degli utenti pari a 1,8 punti percentuali
per il personal computer e a 3,1
per Internet, a conferma della tendenza manifestata negli ultimi 4
anni.
Come già evidenziato per gli anni precedenti, si riscontrano
forti differenze di genere sia per quanto
riguarda luso del pc sia per quello di Internet. Dichiarano,
infatti, di utilizzare il pc il 44,6% degli uomini
a fronte del 34,1% delle donne, mentre, rispetto alluso di Internet,
le quote sono pari rispettivamente al
36,8% per gli uomini e al 25,8% per le donne. Va rilevato, comunque,
che tra i giovani fino a 19 anni i
livelli di utilizzo di pc e Internet sono sostanzialmente analoghi
tra uomini e donne.
Luso del pc è diffuso in maniera sensibilmente diversa
sul territorio: al Nord e al Centro la quota di
utilizzatori supera il 40%, mentre al Sud e nelle Isole la quota è
decisamente più contenuta
(rispettivamente il 34,2% e il 33,3%). Andamento analogo segue luso
di Internet.
Il tempo libero fuori casa
Il cinema
Il cinema si conferma lintrattenimento fuori casa preferito:
nel 2003, infatti, il 48,1%, della
popolazione di 6 anni e più ha dichiarato di aver visto almeno
uno spettacolo cinematografico. Il dato
registra una diminuzione degli spettatori rispetto al 2002, quando
la quota si attestava sul 50%, il valore
più alto dal 1999 in poi.
La quota di spettatori è più alta tra gli uomini (50,9%),
mentre tra le donne la quota di attesta sul 45,4%, anche se il maggior
interesse degli uomini verso il cinema emerge chiaramente solo a partire
dai 25 anni.
Tra i 6 e i 14 anni, infatti, i livelli di fruizione sono sostanzialmente
uguali, mentre tra i 15 e i 24 anni sono
le ragazze a mostrare livelli di fruizione maggiori.
Linteresse per il cinema è in genere maggiore fra i più
giovani: la quota più alta di fruitori si registra nella
fascia detà tra i 15 e i 24, con valori che superano
l80%. A partire dai 25 anni la fruizione inizia a
decrescere in modo continuo, per toccare i valori più bassi
nelle età anziane.
A livello territoriale, le quote maggiori di frequentazione delle
sale cinematografiche si riscontrano
nellItalia centrale (50,9%), nel Nord-ovest (48,1%), in particolare
nei comuni della cintura metropolitana
e nei comuni centro delle aree metropolitane (rispettivamente 53,7%
e 55%).
e gli altri intrattenimenti
Dopo il cinema, nella graduatoria delle preferenze seguono gli spettacoli
sportivi (il 29% della
popolazione di 6 anni e più è andato a vederli almeno
una volta nel corso dellanno), le visite a musei e
mostre (28,5%), la frequentazione di discoteche e balere (26,3%).
Tra gli altri intrattenimenti considerati, hanno destato minor interesse
i concerti di musica leggera
(20,5%) e il teatro (17,9%), mentre allultimo posto si posizionano
i concerti di musica classica (8,8%).
Rispetto al 2002, le visite a musei e mostre, i concerti di musica
classica e il teatro mostrano una
sostanziale stabilità nei livelli di fruizione, cresce invece
linteresse per gli altri tipi di intrattenimento, in
particolare nel Mezzogiorno e nel Nord Italia.
Uomini e donne esprimono preferenze molto diverse. I primi sono maggiormente
interessati agli spettacoli
sportivi (41,4% contro il 17,3% delle donne), frequentano in misura
maggiore i luoghi in cui si balla
(29,1% rispetto al 23,6%) e i concerti di musica leggera (22,1% contro
il 18,9%). Il teatro è lunica attività
del tempo libero, fra quelle considerate, in cui linteresse
femminile è maggiore rispetto a quello maschile
(19,3% delle donne contro il 16,4% degli uomini). Per tutti gli altri
tipi di intrattenimento si riscontrano
livelli di fruizione sostanzialmente uguali tra uomini e donne.
Lanalisi territoriale mostra come i livelli di fruizione siano
sempre più elevati nel Nord e nel Centro del
Paese, ad eccezione dei concerti di musica leggera che risultano più
seguiti nellItalia insulare (24%
rispetto al 20,5% della media nazionale). Differenze più contenute
nei livelli di fruizione si riscontrano per
i concerti di musica classica e per gli spettacoli sportivi.
Sport e attività fisica
Nel 2003 il 20,8% della popolazione di 3 anni e più pratica
con continuità uno o più sport nel tempo libero
e il 10,2% ha praticato saltuariamente. Nel complesso la pratica sportiva
ha interessato il 31% della
popolazione di 3 anni e più.
Le persone che, pur non praticando unattività sportiva
nel tempo libero, hanno dichiarato di svolgere
qualche attività fisica (come fare passeggiate per almeno due
km, nuotare, andare in bicicletta) sono il
27,4% della popolazione di 3 anni e più. La quota di sedentari,
cioè di coloro che non svolgono né uno
sport né unattività fisica nel tempo libero, è
risultata pari al 41%.
Rispetto al 2002 la quota di coloro che praticano sport (sia con continuità
che saltuariamente) è
leggermente aumentata (dal 19,8% al 20,8%), mentre si continua a registrare
il calo dellattività fisica,
iniziato a partire dal 2000.
I livelli di pratica sportiva sono molto più alti fra gli uomini:
il 25,4% di essi, infatti, pratica sport con
continuità e il 12,4% pratica saltuariamente, mentre fra le
donne le quote sono decisamente più contenute
(rispettivamente il 16,5% e l'8%). Tra le donne però risulta
leggermente maggiore la quota di coloro che
svolgono qualche attività fisica: il 28,1% rispetto al 26,7%
degli uomini.
Lanalisi territoriale mostra come la pratica sportiva diminuisca
man mano che si passa da Nord verso
Sud. Circa il 24,5% della popolazione residente al Nord dichiara di
praticare sport con continuità a fronte
del 15,4% della popolazione residente nellItalia insulare. Nel
Nord del Paese la quota di sportivi saltuari
supera l'11% mentre nellItalia insulare è pari al 7,2%.
Anche per quanto riguarda lattività fisica le quote
maggiori di praticanti si riscontrano al Nord con oltre il 30%, mentre
nellItalia meridionale e insulare il
valore si attesta sul 23% circa.
Le occasioni di socializzazione: gli incontri con gli amici
Nel 2003, il 26,5% della popolazione di 6 anni e più ha dichiarato
di vedere gli amici tutti i giorni, il
28,1% li frequenta qualche volta la settimana ed il 18,8% li vede
solo una volta la settimana.
Ad incontrare gli amici tutti i giorni sono soprattutto i giovani
fino a 24 anni, ed in generale gli uomini più
delle donne (rispettivamente 31,7% e 21,6%), mentre nelle età
più elevate gli incontri tendono a diradarsi.
A partire dai 35 anni, infatti, la quota di coloro che incontrano
gli amici meno di una volta alla settimana si
colloca tra il 25% ed il 30%, probabilmente anche per il sopraggiungere
degli impegni familiari e
professionali.
La maggiore abitudine ad incontrare gli amici si riscontra nel Sud;
oltre un terzo della popolazione di 6
anni e più li vede tutti i giorni e oltre tre quarti almeno
una volta alla settimana, mentre nel Nord si registra
una frequenza più bassa di incontri (tutti i giorni: 20,8%,
almeno una volta alla settimana circa il 70%).
Pratica religiosa e partecipazione ad associazioni
Continua nel 2003 la tendenziale diminuzione della frequentazione
assidua (una o più volte a
settimana) dei luoghi di culto: si è passati, infatti, dal
39,2% del 1993 al 33,9% del 2003. E aumentata,
invece, la quota di persone che ci vanno solo qualche volta allanno
(dal 27,9% del 1993 al 31,8% del
2003).
La maggiore assiduità delle donne nella pratica religiosa,
con il 42,9% rispetto al 27,1% degli uomini,
risulta evidente in tutte le classi di età. Risultano, inoltre,
maggiormente assidui coloro che possiedono un
titolo di studio elevato (laureati 34,6%) o basso (licenza elementare
o senza titolo 41,8%).
È nel Meridione che si registra la più alta percentuale
di coloro che si recano almeno una volta alla
settimana nei luoghi di culto (40,9%), mentre nellItalia centrale
si registra la quota più bassa (26,9%).
L8,5% della popolazione di 14 anni e più svolge attività
gratuita per associazioni di volontariato,
con un tasso di partecipazione del 9,1% per gli uomini e del 7,9%
per le donne.
A livello territoriale continua ad essere il Nord-est la zona del
Paese in cui il volontariato risulta più
diffuso, in particolare il Trentino-Alto Adige (con un tasso di partecipazione
pari al 21% della
popolazione). Al contrario, ladesione al volontariato, risulta
più bassa al Sud (5,2%) e nelle Isole (4,7%).
Lattività gratuita in associazioni non di volontariato
risulta meno diffusa (3,3%) e costante nel tempo.
Linteresse per la politica
Nel 2003 le persone di 14 anni e più che dichiarano di parlare
di politica una o più volte a settimana
sono il 33,7%, confermandosi sui livelli del biennio precedente.
La stabilità dell'interesse per i temi politici emerge anche
dal dato relativo allascolto dei dibattiti, che si
assesta al 21,1%, valore medio del periodo dopo il minimo rappresentato
dal 17,9% del 1999. Per quanto
riguarda la partecipazione a manifestazioni di piazza come i comizi
e i cortei, continua la leggera crescita
di quella relativa ai cortei (6,9%), mentre è stabile quella
ai comizi (5,7%). Un allineamento sui valori
dellanno precedente si registra nel caso della partecipazione
ad attività di partito, sia in termini di
impegno volontario (1,3%) sia di contributi monetari (2,6%).
A livello territoriale si parla di politica (almeno una volta a settimana)
più nel Nord-est (37,8), nel Nordovest
(36,1%) e nel Centro (35,7%) che nellItalia meridionale (29,3%)
o insulare (27,4%).
Sesso ed età influenzano notevolmente la partecipazione politica.
A parlare di politica più spesso sono
soprattutto i maschi, in particolare quelli delle fasce di età
centrali anche se le differenze di genere si
riducono tra le giovani generazioni. Anche per ciò che concerne
lascolto di dibattiti è la popolazione tra i
35 ed i 64 anni a rivelare un maggior coinvolgimento. Modalità
di partecipazione più dirette, quali ad
esempio la presenza nei cortei, riguardano invece soprattutto i giovanissimi
(14-19 anni), sia maschi che
femmine (rispettivamente il 17,6% e il 19%, rispetto un tasso medio
nazionale del 6,9%).
Linformazione politica
Linformazione sui fatti della politica avviene con frequenza
quotidiana per il 33,3% della popolazione di 14 anni e più.
Complessivamente il 57,1% dei cittadini si informa di politica almeno
una volta a settimana, mentre non si informa mai di politica il 25,9%.
Anche questa modalità di partecipazione alla vita politica
è stabile rispetto al 2002.
Sono maggiormente attenti allinformazione politica gli uomini
e le persone tra i 45 e i 64 anni. In
particolare, si informano quotidianamente oltre la metà degli
uomini di queste classi di età, rispetto a poco più
di un terzo delle donne nella stessa classe di età. Meno di
un quarto dei giovani fino ai 24 anni, sia maschi sia femmine, invece,
si informa tutti i giorni di politica.
Dal punto di vista territoriale spicca la differenza tra le regioni
del Centro-nord, in particolare lEmilia
Romagna (44,9%), dove più di un terzo dei cittadini si informa
quotidianamente di politica, e le regioni
del Sud e delle Isole, in particolare Calabria e Sicilia, dove tale
quota scende sotto il 25%.
Per ciò che riguarda lutilizzo dei diversi canali di
informazione, si rileva il prevalente ricorso ai mass
media (radio, tv, giornali) rispetto ai canali personali (amici, parenti
e colleghi di lavoro). Il mezzo di
informazione più diffuso è, infatti, la televisione
(94%), seguito dai quotidiani (50,4%) e dalla radio
(32%). Tra i canali informali prevale lo scambio di informazione con
gli amici (24,3%), parenti (16,3%) e colleghi di lavoro (13,6%).
Soddisfatti della vita quotidiana?
Gli aspetti della vita quotidiana per i quali i cittadini si dichiarano
più soddisfatti sono, in linea con
gli anni precedenti, la famiglia (il 90,6% delle persone di 14 anni
e più si dichiarano molto o abbastanza soddisfatte), gli amici
(82%) e la salute (80,3%). Rispetto al 2002, diminuisce la quota di
persone soddisfatte per il proprio tempo libero (dal 65,2% al 63%)
e per la propria situazione economica. La soddisfazione per la propria
situazione economica dal 1993 (49,2%) ha riguardato una percentuale
crescente di persone di 14 anni e più fino al 2001 (64%). Dal
2002 si osserva uninversione di tendenza con una riduzione in
soli due anni di dieci punti (53,6% nel 2003). La diminuzione della
soddisfazione per il tempo libero rispecchia una più generale
trasformazione dei tempi della vita quotidiana, come evidenziato anche
da anticipazioni dei risultati dell'indagine "uso del tempo"
(pubblicati sul Rapporto annuale del 2004), che ha visto contrarsi
il tempo libero, così come quello dedicato al riposo, ai pasti
ed alla cura della persona.
Per quanto riguarda la soddisfazione del proprio lavoro, si dichiara
molto o abbastanza soddisfatto del
proprio lavoro il 77,5% degli occupati, mentre tra le casalinghe il
livello di soddisfazione scende al
52,6%.
Le maggiori differenze tra uomini e donne relativamente alla soddisfazione
dei vari aspetti della vita
quotidiana si registrano per le relazioni con gli amici (84,6% maschi,
79,6% femmine), per il proprio stato di salute (83,4% maschi, 77,4%
femmine) e per il tempo libero (65,6% maschi, 60,6% femmine), mentre
uomini e donne esprimono opinioni analoghe per quanto riguarda la
soddisfazione rispetto alle relazioni familiari e alla propria situazione
economica.
A livello territoriale si possono notare alcune differenze significative
nei livelli di soddisfazione: in genere nel Sud la percentuale di
persone che esprime soddisfazione per i diversi aspetti rilevati è
sensibilmente più bassa di quella delle persone residenti nel
Nord o nel Centro.
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