Lalba
del T-Group in Europa e in Italia |
Dirò anzitutto che mi ha fatto piacere ricevere
questo invito dallARIPS perchè mi ha riportato molto indietro
nel tempo, e in qualche modo mi ha costretto a rivivere una parte della
mia vita che considero molto importante, in funzione di quello che è
successo poi. In un certo senso mi emoziona dover ripassare nella mia
mente, come in un film, le cose avvenute oltre 25 anni fa.
Largomento su cui mi è stato chiesto di scrivere ècome è nato
il T-group in Europa. Occorre dire che allepoca
Io a quel tempo lavoravo
nel Comitato Nazionale per la Produttività il quale faceva parte del
quadro più generale dellEPA. Quando ci fu la seconda edizione
con molta perplessità a Santa Marinella fui mandata come osservatrice
del CNP. Ricordo veramente come qualcosa di assolutamente nuovo e
non categorizzabile quello che vidi. Bisogna anzitutto ricordare cosera
la formazione a quel tempo. Quando si diceva formazione Il che già mi dette la sensazione di essere stata catapultata in un mondo completamente diverso da quello che io conoscevo. Poi ricordo che cerano molti questionari: questionari che chiedevano ai partecipanti cosa pensavano e le loro reazioni. Tutta una serie di questionari che ci facevano compilare e venivano raccolti, perchè evidentemente dopo linsuccesso di Milano cerano molti dubbi sulla validità di unesperienza di questo tipo. Però nel complesso, ebbi una buona impressione e tornai al CNP con un rapporto positivo, dicendo che era una cosa in qualche modo nuovissima, affascinante, una cosa che valeva la pena di non scartare, come sembrava invece fosse per il caso di Milano. Questo fu nel 57. Bene, quando venne fondato questo comitato dellEPA con Presidente Charles Mertens de Wilmars in Belgio nel maggio del 61, fu fatto il primo seminario in assoluto di dinamiche di gruppo in Europa. Era di tipo internazionale, lo staff era composto da Mertens de Wilmars, da Traugott Lindner che veniva dallAustria, da Maisonneure, che era francese, e Vanzina, belga, che era co-trainer con Maisonneuve. Le persone provenivano da tuttEuropa però le lingue erano francese e inglese. Per cui avevamo due gruppi: uno francese e uno inglese. La sede era a Bruges. Se voi conoscete Bruges, sapete che ha unatmosfera molto particolare, è un posto abbastanza incantato; in più eravamo in un convento, con delle suore che avevano dei cappelli con delle grandi ali bianche. Il convento aveva delle ex cappelle e un giardino con un laghetto. Forse questo può far capire meglio le impressioni, le sensazioni di questa esperienza, che credo mi abbia veramente segnato in qualche modo. Abbiamo cominciato questo primo T-group in una stanza con un tavolo al centro; eravamo seduti intorno al tavolo, cera una lavagna nella stanza, e ricordo che Lindner andò alla lavagna e scrisse qualcosa di molto iapidario come: osservare, analizzare, interpretare, (e forse cera un altro verbo ancora) tutto quello che succede nel gruppo. Scrisse, non disse nulla, poi si sedette insieme a Mertens de Wilmars e noi ci guardammo in faccia. Nel gruppo cera unaltro italiano con me, Gabriele Ferula, allora dellIPSOA. Incidentalmente cerano anche, ma nellaltro gruppo, Remondino, psicologo a quei tempi della Fiat e un funzionario dellENPI, un bu.rocrate completamente smarrito assillato dallidea che doveva fare una relazione scritta su questa cosa ed era preso da questincubo. Ferola propose di presentarsi, cosa che poi è diventata molto comune nei T-group. I due trainers erano nello sfondo. E cominciammo a presentarci, con fatica. Dopo di che naturalmente il vuoto. Poi si passò a parlare della pena capitale: certe cose rimangono molto impresse. Dopodichè di nuovo cademmo nel vuoto e a quel punto Mertens de Wilmars si levò la pipa di bocca e disse: cosa succede in questo gruppo? e da lì cominciò il decollo di questo primo T-group. Ve lo racconto come fatto episodico, per farvi anche capire come essendosi incisa chiaramente nella memoria, questa esperienza evidentemente si è incisa anche nella miavita. E difficilissimo
per me spiegarvi che cosa a quei tempi voleva dire scoprire il T-group.
Perchè dopo secondo me è tutto cambiato, ma a quei tempi con quei
punti di riferimento della formazione così classici, così tradizionali,
piombare in un tipo di formazione assolutamente fuori da quelle che
sono le aspettative e le regole, aveva un suo fascino indescrivibile.
Perchè era un po come entrare in una dimensione assolutamente
diversa dalle tradizionali e familiari: ma anche in una dimensione
che aveva qualcosa del mistico e del religioso in un certo senso,
del misterioso, un po come un incantesimo. Un po era latmosfera
del convento, le suore, i cigni che passavano nel laghetto. Lanno successivo andai in America, allNTL di Bethel e feci un seminario di due settimane e prima ne feci un altro ancora aIlUCLA (1 Università di Los Angeles) in California. Era un seminario residenziale di tre giorni e poi, ogni settimana per due mesi ci riunivamo presso lUniversità. In questo modo, acquisii il passaporto per poter partecipare a quello che il Comitato di Mertens de Wilmars chiamava Advance Training Program, cioè il programma di formazione avanzata per diventare trainer di T-group. Il che dice anche come fosse stata presa sul serio questa nuova professione. Se uno voleva diventare Trainer di T-group doveva rispondere a certi requisiti. Un requisito era il tipo di personalità ma laltro requisito era in termini di esperienza, per cui si chiedeva di aver fatto almeno tre T-groups. In che consisteva questo formazione per diventare trainer? Avevamo un nostro gruppo con un trainer - Lindner - e un osservatore - Claude Faucheaux - e tutte le sedute venivano registrate. In più noi partecipavamo a gruppi, cioè facevamo da osservatori nei gruppi che stavano andando avanti nel programma regolare di T-group e partecipavamo alle sedute dello staff (staff meetings). Fu allora che
il gruppo europeo che si andava formando attraverso questi seminari
fatti nel tempo, decise di fare un istituto europeo che potesse, in
qualche modo anche più valido e più solido, sostituire il Comitato
delle Scienze Comportamentali Applicate dellEPA. Questo istituto
si chiama tuttora, perchè esiste anche se in forma meno rilevante,
EIT che è una formula molto breve per un nome lungo e ambizioso: European
Institute for Transnational Studes in Groups and Organisations che
tradotto è: Istituto europeo per gli studi nei gruppi e nelle organizzazioni.
Questo è uno sguardo alla
storia dellEuropa; vorrei ora fare un aggangio con lItalia.
Ricordo queste riunioni non solo con piacere ma anche come una cosa molto importante, perchè per me è da li che è partita la scintilla per lintroduzione della dinamica di gruppo in Italia. Perchè scoprimmo che aldilà di quelle che sono le lingue che si parlano, le culture, la provenienza, avevamo molto in comune e avevamo questa intesa e questa motivazione a portare avanti il discorso. Il seminario di Grottaferrata fu più utile secondo me allo staff che non ai partecipanti. Questa è magari unidea eccessiva: in ogni modo fu per noi senzaltro molto importante. Fra i partecipanti cerano molti della IBM, che ha una tradizione di T-group perchè ha un centro in Olanda dove i dirigenti europei vanno per fare dei T-groups. Però lIBM Italia non fa T-group al suo interno, quindi questa fu unoccasione per lIBM di mandare persone lì anzichè in Olanda. Eravamo comunque a gruppi
ben assortiti, con poche donne. Questo seminario di Grottaferrata
diede il via a quella che fu successivamente lattività svolta
da Spaltro sotto varie etichette. Con Lindner andammo allIRIPS
di Milano per metterci in contatto con questa organizzazione che faceva
capo a Spaltro e vedere di incominciare a gettare le basi per un seminario
internazionale in Italia che si svolse poi a Inverigo nel settembre
del 1967. Da fl partì poi tutta una serie di iniziative che Spaltro
ha portato avanti perchè ci credeva, perchè la cosa ci ha coinvolto
ed era come una nuova religione: ma
in realtà cera veramente qualcosa che andava aldilà del razionale.
Secondo me era veramente una scoperta che ci coinvolgeva a livello
emotivo in modo notevole. Harold Bridger - con cui sono rimasta in contatto tutti questi anni - che aveva trasferito il modello Tavistock su questa organizzazione del tutto anomala, rispetto perlomeno alle organizzazioni che io conoscevo di tipo aziendale. Devo dire che mi ha molto coinvolto anche perchè, come potete immaginare, i partecipanti erano delle persone con ruoli direttivi allinterno del CEIS e però quasi tutti provenienti da esperienze di droga; quindi persone con già una dinamica loro personale molto diversa dal dirigente FIAT o IBM, e su questo non cera dubbio. Quindi per me è stata unesperienza interessantissima, durissima, devo dire, che mi ha riportato a rivivere la vecchia atmosfera. Naturalmente molto diversa dal 61 o dal 70. Mi ha fatto comunque capire che ci sono organizzazioni che ancora potrebbero utilizzare il T-group. La mia sensazione è che essendo cambiati i tempi non si è più molto centrati o preoccupati di quelli che sono i rapporti interpersonali o il rapporto con lautorità, ma soprattutto ci si preoccupa di quelle che sono le evoluzioni tecnologiche. Allora, siccome levoluzione tecnologica prevale, qualunque altro problema passa in secondo ordine, in particolare quello dellinterazione interpersonale. Il T-groùp viene spesso sentito non solo come un lusso ma forse anche controproducente, fuorviante nel contesto di oggi. Probabilmente ciò è sbagliato. Mi sembra molto pericoloso come tipo di indirizzo o di tendenza, però oggi credo che la situazione sia questa. Dopo questa esperienza CEIS, ho capito che il T-group è più trasferibile, più utilizzabile in un contesto dove il rapporto con sé stessi e il rapporto con gli altri è ancora fondamentale, vitale, percepito come tale che non in un contesto dove prevalgono considerazioni di profitto, di marketing o di altro genere. * |