Per la verità, non ricordo tanto bene che cosa sia successo
in quegli anni. So che cera una grande confusione e mentre sono
daccordo nel definire il T-group come la tecnica didattica più significativa
del nostro secolo, mi chiedo ancora oggi come certe cose siano state possibili.
Rivedendo centinaia di depliantes di Congressi, di gruppi - a volte T-groups,
a volte Laboratori, a volte Clima e a volte Incontri che abbiamo fatto
in quegli anni - mi chiedo come mai ciò sia stato possibile e come sia
stata così rapidamente metabolizzata e inglobata e scompaginata, questa
tecnica, questa attività, questa mentalità. Quello che ci mosse negli
anni 50 prima e 60 poi, fu un disagio, un senso di
incompletezza, un bisogno di decidere. Le letture degli anni Cinquanta
erano state letture confuse. Non ci andavano bene. Ricordo gli articoli
di Matteo Viviano nel 55 sulla psicoterapia di gruppo; le
esperienze del 57 con Pierangelo Achille, con i ragazzi di
Ferdinando Barison nel 56, in rieducazione. Non avevamo la
più pallida idea di che cosa si trattava; ma ci si trovava a discutere
e cera il senso di successo che queste cose davano, e che incentivava
nella continuazione. E ci fu il famoso seminario di Santa Marinella a
cui parteciparono Mirella Ducceschi e Luigi Meschieri. Io non capii niente
di quello che era successo; mi sembrò una cosa americana,
una delle tante americanate: cera però la sensazione di una novità.
Nel 61 ci fu un congresso al Passo della Mendola, sui rapporti tra
psicologia e psichiatria. Sembrava una cosa straordinaria che psicologia
e psichiatria si parlassero; ma evidentemente il bisogno di comunicazione
era grosso. Nel 61 ci fu anche il Congresso di Vienna di Psichiatria
e fu fondata anche lAsso
Nel 62 ci fu linvito di Moreno ad organizzare a Milano il III Congresso di Psicoterapia di Gruppo, che si svolse poi nel 63. Seguirono la fondazione dellAssociazione Italiana di Psicoterapia di Gruppo nel 62, e il Il Congresso Nazionale a Milano nel 63. Da tutte queste iniziative si comprende che le origini dellinteresse per i gruppi furono prevalentemente psicoterapeutiche; di T-group non si parlava. Santa Marinella lanciò lidea, ma non lanciò lidea del T-group; si parlava soprattutto di laboratorio o di seminario di relazioni umane. Tra laltro credo che lintestazione di quel seminario fosse proprio sulle relazioni umane o sulle relazioni interpersonali; il titolo non era comunque T-group. Successivamente compaiono le prime esperienze. La primissima esperienza in assoluto è nel 64 a Gardone: vi partecipò anche Mirella Ducceschi, e fu organizzata da Edoardo Abele. Per essere sincero, in quella occasiòne non capii molto bene di cosa si trattava e nonostante il povero Luigi Meschieri mi invitasse più volte e fossi molto in dubbio, non ci andai.
Questo seminario non ebbe una grande conseguenza perchè fu schiacciato dal dilemma fra accademici e non accademici. Il primo seminario che seguii con molto interesse fu nel settembre del 66 a Brunate, con Charles de Villmars, belga, che ci fece una settimana chiamata appunto T- group. Fu la prima volta che io mi imbattei in questo termine, nonostante avessi avuto delle esperienze precedenti negli Stati Uniti e in Canada, di dinamica di gruppo. Mi colpì in quella settimana questo senso di possibilità del successo, questa allucinazione, se vogliamo, di facilità di intervento; la sensazione che certe cose che sembrano impossibili da soli, insieme diventano possibili. Infatti subito dopo fondammo lIRIG, Istituto di Ricerca sui Gruppi, nel 66, che organizzò dei T- groups. Poi ci fu la fondazione dellIRIPS, il 3 febbraio del 68 a Milano, da parte di Stella, Casnatì, Spaltro, Residori e Odescalchi.
Ciò nonostante a
Allora io penso che anche in Italia il T-group non è nato
a caso; è nato e si è sviluppato, seguendo questa stimolazione antiautoritaria.
Non dimentichiamo questo fatto, perchè se è vero, è importante. Ricordo
alcuni appunti presi durante il T-group svolto presso lUniversità
Cattolica, nel 66. Tre giorni chiusi nellIstituto di Psicologia
con Direttori del Personale che si erano iscritti e che gridavano: Voi
ci dovete dire come gestire meglio i nostri uomini" e noi muti come
pesci, senza rispondere. Questi
In pratica la destrutturazione del tempo fu controbattuta da una strutturàzione del tempo; una strutturazione parziale che si rifaceva un po alle origini del T-group, quando non era possibile partire con una situazione totalmente destrutturata perchè la gente moriva di ansia. Lidea di passare delle settimane in silenzio era un po preoccupante, e quindi si cominciò a strutturare qualcosa, ad inventare dei contenuti. E chiaro che se ci si avvicinava alla situazione di Lab, cioè in una interazione fra i diversi livelli, era più facile. La strutturazione avveniva per il fatto stesso che esistevano gli esterni. Ricordo a Inverigo il caso dellallucinazione dei vari gruppi: ogni gruppo aveva il suo significato (cera il gruppo orso che rappresentava unimmagine che compariva di notte) e ogni gruppo aveva il suo simbolo. Daltra parte non cera niente di strano: si riscoprono sempre le cose vecchie. Nel medioevo cerano le varie comunità che avevano i loro simboli. Evidentemente acquisivano ed usavano dei significati simbolici. In quellepoca fu molto con noi in Italia una cara persona che amo ricordare qui e che è Alec Win che ci diede un grosso contributo. Win ci insegnò ad usare i cosidetti modelli di intervento cioè i T-groups focalizzati e ci insegnò anche come praticamente passare alla ricerca dei contenuti senza alterare quella che era la natura processuale e duale del T-group. Teniamo presente che in quel periodo cè stata una produzione febbrile di corsi di psicosociologia, tecniche di intervista, conduzione di riunioni, psicodramma, ecc. Intorno aI 70 iniziarono anche le prime esperienze di psicodramma, sempre sotto la spinta di questa tecnica di gruppo chiamata T-group. La quale ha rappresentato e rappresenta ancora oggi il momento più significativo, non dico la cosa più importante, ma certo la più significativa, la più diversa nelle cose fatte nel campo della formazione nel nostro Paese dalla fine della guerra ad oggi.Quando andai a insegnare a Bologna portai pari pari queste esperienze e questo metodo nei miei corsi. Ma il corso non si poteva più fare perchè il life planning (così chiamavamoo questi T-groups) fluidificava la situazione e finiva in modo molto piacevole, gradevole; i rapporti studenti docenti si modificavano e non si poteva più fare lezione: bisognava fare altre cose. Si insegnavano molte cose, ma di fronte alla struttura dei corsi con le lezioni, le aule, gli esami, i seminari, le tesi si restava disarmati; era difficile tenere tutto questo insieme. Si arrivò al punto che gli studenti che venivano a lezione da me, entravano mettevano un registratore e se ne andavano; per cui io parlavo a 5 o 6 registratori e laula era vuota, non cera nessuno, perchè cera un rifiuto del rapporto istituzionalizzato e una richiesta di un rapporto diverso.
Abbiamo fatto molte esperienze coi gruppi. Ma un principio è rimasto, che è tuttora valido e che andrebbe utilizzato: il principio della destrutturazione. Le aziende lo stanno riscoprendo quando si parla di differenziazione/integrazione: praticamente utilizzano la stessa logica al livello anche di strategia, anche se le potenzialità del principio della destrutturazione non sono state ancora sviluppate appieno.Questo principio della destrutturazione oggi satura tutta quella gamma di attività che hanno avuto nel T-group il loro punto di rottura, il punto di inizio. Penso che la cosa più importante è stata proprio il proporre lidea del pensiero negativo, della obiezione come negazione del dato, il non sono daccordo che Luft ci ha detto essere stato la scintila di inizio del T- group. Dunque il riconoscimento della diversità, il pretendere di cambiare continuando ad esistere. Unaltra impressione di quel periodo riguarda la sensazione di disagio e di sofferenza che avevamo. Nel 70 si è svolto il convegno Dieci anni di gruppo in Italia, nel 75 laltro convegno I piccoli gruppi in Italia. Gli atti sono pubblicati quindi si potrebbe andare a vedere cosa è successo nei servizi sociali, nelle comunità didattiche, nella conduzione delle riunioni, nella conduzione e nel comando delle organizzazioni, nella terapia, nei rapporti interpersonali e nellambito anche della soggettività che non è più identificata, oggi, con lindividualità. Ma i discorsi sarebbero molto lunghi. Io penso che la cosa migliore sia che io vi legga una poesia perchè è una poesia del 72 fatta durante un T-group e che secondo me non è poi tanto patetica:
*Laureato in Medicina nel 1953, Professore
di Psicologia Sociale nellUniversità Cattolica di Milano dal 1961,
Professore di Psicologia del Lavoro nella stessa Università dal 1967,
Professore di Psicologia Sociale nellUniversità di Trento, Professore
di Psicologia del Lavoro nellUniversità di Bologna dal 1970, Specialista
in Medicina del Lavoro e Psicologia del Lavoro, Presidente dellAssociazione
Italiana per la Psicologia Italiana dcl Lavoro dal 1961 al 1969, Presidente
dellAssociazione Italiana di Psicoterapia di di Gnippo dal 1962
al 1966, Assistente allUniversità di Montreal (Canada) dal 1959
al 1960, Direttore delle riviste Psicologia e Lavoro e Psicologia
Italiana, Direttore dellistituto di Ricerche e di Interventi
Psicosociali dal 1968, Presidente dcli Società Italiana di Psicologia
dal