La cultura imperiale, cioè quella dei paesi occidentali
nel XXI secolo, è una rivisitazione peggiorativa della
cultura piccolo borghese del Novecento. I caratteri della
cultura piccolo-borghese erano la retorica e l'ipocrisia,
il conformismo, l'insicurezza, il perbenismo, il bisogno di
ordine, e l'eterodirezione.
Il "benpensantismo" ora viene definito "politicamente
corretto" ed è divenuto un vangelo.
Come in ogni epoca, ci sono almeno due culture coesistenti:
quella del potere e quella del popolo. Su alcuni temi le due
culure combaciano, su molti altri sono diversi o opposti ma
non confliggono perchè l'impero è troppo forte.
Per esempio, il potere vuole l'euro, il popolo no. Il potere
vuole la guerra, il popolo no. Il potere vuole la nuova schiavitù
dell'immigrazione incontrollata, il popolo no. Semplicemente,
il potere impone le sue scelte cambiando il nome alle cose
ed evitando di chiedere l'opinione del popolo. L'euro viene
spacciato come unica salvezza dal baratro. L'immigrazione
incontrollata viene chiamata solidarietà (i negrieri
dei secoli scorsi chiamavano la schiavitù "civilizzazione"
o "salvezza dell'anima"). La guerra è definita
come "missione di pace". Il popolo reagisce astenendosi
dalle elezioni o polverizzando il voto. Ma il potere, che
arriva al massimo a rappresentare il 20% dei cittadini, si
autolegittima grazie ai trucchi della matematica elettorale.
Qui analizziamo solo quelle parti della cultura che il potere
e il polo condividono. Va detto che questa condivisione è
ottenuta mediante il bombardamento ideologico quotidiano operato
dai mass media e dal business dello spettacolo, ma tant'è:
la condivisione esiste. Il benpensantismo polticamente corretto
è patrimonio comune al potere ed al popolo.
- Il lavoro ("Ogni lavoro è dignitoso")
Per quasi tutto il Novecento il lavoro ha lottato per diventare
più remunerato, più garantito, più
pregno di senso. Ha cercato da passare dal lavoro come servitù
al lavoro come emancipazione. La crisi del capitalismo,
verso la fine del XX secolo, ha interrotto il processo di
qualificazione del lavoro che durava da quasi un secolo.
L'insieme dei fenomeni della smaterializzazione e della
globalizzazione ha portato il potere a rendere il lavoro
sempre meno remunerato, sicuro e significativo. Il lavoro-senso
è stato rinchiuso in sacche privilegiate, ed è
dilagato il lavoro-merce. Il ricorso alla nuova schiavitù,
chiamata immigrazione, ha creato un esercito di riserva
del lavoro che ha favorito l'abbassamento dei salari, delle
garanzie e dei significati. Oggi prevale la frase "ogni
lavoro è dignitoso", senza badare al fatto che
questo concetto sarebbe parso offensivo agli schiavi dell'Impero
romano, ai servi della gleba, ai neri che raccoglievano
cotone in america, ai piccoli eroi dickensiani.
- I bambini ("I bambini sono il nostro futuro")
In nome di questa affermazione, ci sentiamo liberi di disinteressarci
al loro presente. La scuola è un fatiscente ed insicuro
laboratorio dell'adattamento. Il fatto che l'evasione cresca
ogni anno non preoccupa: sotto sotto ognuno sa che serve
a poco. L'urbanistica sembra pensata per ogni esigenza fuorchè
per quella dei bambini. Il gioco è ormai possibile
solo in piccoli recinti, simili a gabbie. L'educazione dei
bambini è sotratta alla famiglia dallo Stato e da
questo affidata ai mass madia. I bambini devono restare
assolutamente estranei al mondo del lavoro fin sulla soglia
della maggiore età, ad accezione dei bambini schiavi
del mondo dello sport, della musica e della moda. I bambini
sono il nostro futuro e sarà per questo che in Occidente
se fanno sempre meno. I bambini, dopo la coatta abdicazione
dei genitori dal loro ruolo educativo, sono autorizzati
a decidere quasi tutto. Possono scegliere il tipo di studio,
come vestirsi, chi frequentare e come passare il tempo libero:
ogni interferenza della famiglia in questi campi è
considerata una violenza. Ciò che non possono scegliere
è il modo di vivere il sesso. Qui sono a priori consideati
incapaci di intendere. Viene stimato che Maria ebbe Gesù
quando era tra i 12 ed i 16 anni e Giuseppe era sui 30-40
anni. Oggi sui sarebbe in galera e Gesù sarebbe dato
in affido.
- La donna ("Emancipazione e pari opportunità")
La donna del secolo scorso lottava per essere se stessa,
oggi lotta per esssere uguale all'uomo. Il fatto che molte
donne si vestano come gli uomini, parlino come gli uomini,
sparino come gli uomini non viene chiamato imitazione o
omologazione, ma emancipazione. I movimenti delle donne
hanno confuso l'uguaglianza con l'equivalenza. Donne e uomini
hanno lo stesso valore e gli stessi diritti, ma non sono
uguali e non dovrebbero esserlo. Invece appena una donna
arriva al potere, si comporta esattamente come un uomo.
Il matrimonio per interesse è considerato astuto,
la prostituzione è una schiavitù per chi la
pratica, una vergogna per chi la consuma. La donna occidentale
si sente libera ed emancipata. Non fa caso al fatto che
deve subire uno stupro ogni due ore e un omicidio ogni tre
giorni. Gioisce del fatto che può mettere la minigonna
e un berrettino da baseball, ma non deve mettere il velo.
Nella prima modernità, fino agli Anni sessanta, per
la donna fare la casalinga, la "padrona di casa",
la "regiora" era un privilegio. Poi allo sviluppo
industriale serviva forza lavoro e questa esigenza si è
unita alla coscienza delle donne circa il loro diritto a
decidere. Oggi stare a casa è considerata una sconfitta,
anche se la donna per farlo non deve rinunciare ad un posto
di giudice, medico, scrittore, o imprenditore, ma di barista,
cameriera, operaia generica, cassiera, o netturbina. Il
lavoro sottopagato, insicuro e senza senso cui sono costretti
gli uomini è diventato il sogno delle donne.
- Il corpo ("il mio corpo è il mio tempio")
Tutta l'ossessiva attenzione che viene posta al corpo è
sottratta alla mente o alla psiche, e il potere lo sa. Non
a caso l'impero romano metteva in ogni avamposto un circo
ed un impianto termale, non una biblioteca o una scuola.
Il corpo è considerato il tempio della salute,
che deve essere tenuto nella forma migliore con un'alimentazione
costosa, un allenamento costoso, e molti farmaci costosi.
Il corpo è anche uno strumento di prestazione. Va
tenuto con molta cura come mezzo di prestazione lavorativa
e sociale. E' tollerato che lo scopo sia raggiunto anche
con l'aiuto di alcool e cocaina. Essere in forma è
l'imperativo categorico: anche se non è chiaro che
forma sia nè perchè.
Il corpo è anche un oggetto estetico da modellare.
Un trionfo di chirurgia plastica, botulino, fillers e depilazioni,
creme e unguenti, naturalmente tutti a caro prezzo. La natura
non è più considerata l'artefice della bellezza:
dopo i "successi" che abbiamo ottenuto nell'abbellire
il paesaggio, oggi ci dedichiamo all'abbellimento del corpo.
L'abbellimento della mente è del tutto secondario.
Questi valori del corpo escludono il suo valore primario,
quello che tutti i neonati esplorano: il piacere. Il piacere
è troppo eversivo per la cultura benpensante dell'impero.
Il corpo-piacere può esprimersi dentro un quadro
commerciale, può essere "visto" da lontano,
ma praticato il meno possibile. Il corpo non può
dare piacere al perbenista piccolo-borghese puritano: bere,
fumare, mangiare e fare sesso sono attività lecite
solo se controllate e consentite dal potere.
- Lo sport ("Mens sana in corpore sano")
Lo sport è l'alfiere dell'ideologia imperiale. Tutta
la cultura sportiva spande retorica perbenista, ma spinge
gli individui a sposare tutti i possibili interessi del
potere. Il primo dei quali è quello economico: nessuno
può giocare a pallone senza una maglietta omologata,
o giocare a pallacanestro senza scarpe costosissime. Ogni
sport deve essere praticato con una divisa completa di accessori,
possibilmente di marca. Il secondo è quello ideologico.
Lo sport è un'ottima scuola di addestramento alla
servitù. Insieme all'esercito, lo sport è
l'unico settore della società in cui comanda uno
solo e nessuno può discutere. Il terzo è quello
dello sfogo. Finchè il popolo si bastona per il tifo
sportivo non ha tempo per criticare o attaccare il potere.
Naturalmente, lo sport non manca di essere il paradigma
assoluto dell'ipocrisia perbenista. Mentre tutti inneggiano
alla funzione etica ed educativa dello sport, gli sportivi
si drogano, vendono le partite, maltrattano i loro figli.
Insomma fanno quello che fanno tutti quelli che nessuno
considera un modello. Ma non importa:"la mia squadra
è una fede!".
- Il senso ("Come, ma non perchè")
Ci sono state epoche nelle quali farsi domande e trovare
risposte sui perchè della vita era importante. L'epoca
neo-imperiale non è interessata ai perchè,
si accontenta dei come. Le domande sui perchè, cioè
sul senso, sono eversive. I giovani sanno tutto su come
far funzionare un iPad, ma non si domandano assolutamente
perchè lo usano. Moltissimi sanno tutto sulla moda,
ma non sanno dire perchè la seguono. Il significato
delle cose non è interessante. I giudizi si limitano
ai "mi piace". Molti sono "fan" di uno
sportivo o di un artista, al punto da arrivare a mettere
al centro della loro vita l'oggetto del "fanatismo".
Sanno descrivere il loro idolo in ogni dettaglio, ma non
sanno spiegare perchè lo fanno. Non se lo chiedono.
Appena in una piazza arriva una telecamera, tutti si radunano
e si mettono a lavorare gratis per l'emittente. Ci mettono
un minuto a capire come fare, ma moriranno senza sapere
perchè lo fanno. I come distraggono, i perchè
disturbano: per questo i primi sono sollecitati ed i secondi
ostacolati. Esistono decine di servizi che spiegano come
funziona o come usare qualcosa, ma nessuno che ne illustra
il significato. Il colmo è raggiunto dall'informatica.
In rete esistono decine di softwares accompagnati da descrizioni
dettagliate su come sono stati prodotti (con addirittura
la cronologia delle varie edizioni), come installarli, come
modificarli. Ma nemmeno un cenno su a cosa servono e perchè
dovremmo usarli. Dibattiti feroci sul come aiutare, facilitare,
incoraggiare o no, l'immigrazione selvaggia. Nessuna domanda
sul perchè i disperati, coi soldi che danno agli
scafisti, non possano prendere un aereo o un traghetto.
La cultura neo-imperiale scoraggia i perchè: non
saprebbe che risposte dare.
|