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Labbra colorate di Cristina Bertazzoni
La luce filtrava nella stanza. Come se volesse spiare e frugare nel buio di quel piccolo studio. Più che studio Alba lo definiva una specie di "discarica profumata". Discarica perché ci si poteva trovare di tutto. Ricordi d'infanzia, bamboline delle Regioni, libri, giornali, computer, scarpe,rossetti, vestiti alla rinfusa. Tutto emanava un fragrante profumo di colonia, essenze floreali, un misto tra il dolce, delicato e il penetrante. Era la mia collezione di profumi formato mignon, i "campioni" di prova che mi regalavano ogni volta che entravo in una profumeria per comprare "pennellate di colore per le labbra". Così chiamavo i rossetti. Una passione che coltivavo da sempre, fin da piccolissima. Ero ancora in carrozzina quando guardavo con occhi estasiati e invidiosi mia madre impegnata nel rito mattutino del rossetto. La bocca si protendeva e spalancava come una fontana di eros. Il rossetto navigava sui fiumi morbidi di velluto rosa e imprimeva il suo colore. Rosso fiamma, rosa shocking, rosa perlato, rosso cupo. Avanti e indietro solcava le labbra che si infiammavano ad ogni passaggio e si disegnavano perfettamente sul volto. Alla fine si rchiudevano strette strette ,come in un bacio appasionatissimo e poi, d'incanto, ualà, ecco spuntare i denti più bianchi che mai sotto una bocca "chiamabaci". Che meraviglia!! Il risultato era davvero strepitoso. Ecco come trasformare una casalinga sbiavida, dimenticata da se stessa in una diva hollywoodiana! La potenza del colore su quel piccolo dettaglio che sono le labbra. Alba che mi conosceva da anni mi diceva spesso: "Prima o poi ti verrà un tumore alle labbra con tutte le mani di vernice che ci metti sopra!" Alba è un'autentica fobica. Ha paura di tutto: diffida del mondo e di ogni cosa che c'è dentro. E' come un detective privato sempre sospettoso e alla continua ricerca del colpevole. "Lo sai che gli acari sono causa di molte malattie?" "Faccio la doccia almeno due volte al giorno per combattere virus, batteri e tutta la sporcizia che mi si attacca addosso". Alba ha paura di se stessa, anche della sua ombra. E' proprio come il suo nome. Vuole mantenersi pura come il sole del mattino che sorge e guarda dall'alto il mondo, tra l'incuriosito e lo spaventato. Teme di diventare il sole fiammante e passionale di mezzogiorno e anche il molle e incantato sole della sera, brillante di esperienza, stanco e appagato. Una volta l'ho sorpresa a disinfettare con cura certosina le maniglie delle porte di casa mia. Secondo lei si annidavano le peggiori malattie dell'umanità. Eppure è così dolce, piena di premure e attenzioni per me. A volte le dico: "Guarda che ce l'ho già la mamma". Lei mi guarda con gli occhi da cerbiatta che chiedono perdono. Sorride teneramente tirando appena in su le labbra carnose (sarebbero fantastiche con pennellate di colore rosso lacca!), si arrotola i capelli intorno a un dito (vizio che non riesce a perdonarsi vista la mole di acari e robacce varie che portano in giro) e nervosamente grida: " Vale, quando ti deciderai a fare di questa casa un qualcos a di civile!". Ma forse la sveglia non è suonata? Schizzo sul letto, col cuore a mille e guardo la radiosveglia appoggiata sbilenca su un plico di riviste, più mutande,più orecchini. "Sono le?" ?. "Sono le?..".. strofino gli occhi per cercare di mettere a fuoco i numeri rosso fuoco (proprio come l'ultimo rossetto che ho acquistato), nella speranza di scoprirmi ancora nelle braccia calde e silenziose della notte. Sono le 7. Splendido. Ho ancora un'ora di tempo per abbandonarmi nell'oblio del sonno. Mollo i pensieri, Alba, i rossetti e gli acari. "Volto gallone" ,come si dice dalle mie parti, e mi lascio cullare dai sogni. Spero sia un'ora lunghissima.