Elettroshock Torna
a Indice Misteri
|
CAMERA DEI DEPUTATI N. 7258 PROPOSTA DI LEGGE d'iniziativa dei deputati CANGEMI, VALPIANA, NARDINI, LENTI, VENDOLA, BONATO, GIORDANO, MALENTACCHI Introduzione del divieto delle terapie elettroconvulsivanti |
Attualmente la TEC è utilizzata prevalentemente
nel trattamento della depressione grave cronica, in particolare
nelle forme complicate da psicosi. Può essere impiegata anche
in casi di depressione grave in cui la terapia con antidepressivi
ripetuta e/o la psicoterapia non si sono rivelati efficaci, nei
casi in cui queste terapie siano inapplicabili o quando il tempo
a disposizione è limitato (per esempio nei casi di tendenze
suicide). La TEC laddove possibile è utilizzata in un caso
come presidio di urgenza: nella sindrome neurolettica maligna (overdose
di psicofarmaci neurolettici) qualora la gravità ne costituisca
un pericolo di morte, l'applicazione immediata della TEC ha mostrato
scongiurare questo rischio.
Altre indicazioni specifiche si hanno nei casi di depressione associata a malattie o gravidanza, in cui la somministrazione di antidepressivi può essere rischiosa per la madre o per lo sviluppo del feto. In questi casi, dopo avere attentamente valutato il rapporto costo/benefici, alcuni psichiatri ritengono la terapia elettroconvulsivante la soluzione migliore per la depressione grave. In alcuni casi la TEC è anche usata per trattare le fasi maniacali del disturbo bipolare e condizioni non comuni di catatonia. L'elettroshock deve essere somministrato in condizioni controllate e da personale specializzato, come prescritto da diverse legislazioni relative alla salute mentale. In Italia il riferimento principale è la circolare del Ministero della Salute del 15 febbraio 1999. La circolare stabilisce che la TEC deve essere somministrata esclusivamente nei casi di "episodi depressivi gravi con sintomi psicotici e rallentamento psicomotorio", dopo avere ottenuto il consenso informato scritto del paziente, al quale devono essere esposti i rischi ed i benefici del trattamento e le possibili alternative. In Italia tale orientamento è stato ulteriormente statuito dalla Regione Piemonte con la Legge Regionale 14/2002. L'applicazione dello shock deve avvenire in narcosi e spasmolisi ossia su paziente incosciente per l'effetto di anestetici e trattato con rilassanti muscolari per controllare le contrazioni muscolari. Esistono casi in cui la validità del consenso informato è dubbia a causa dello stato mentale del paziente. Questi casi impongono gravi problemi decisionali, in cui contrastano tra loro la salute del paziente, la sua capacità decisionale, la responsabilità del medico e la relazione medico-paziente. La legislazione e la giurisprudenza delle diverse nazioni che si trovano ad affrontare il problema sono in progressiva evoluzione. (Wikipedia) |
|