Oggi la parola Gruppo è usata in moltissimi contesti di lavoro e vita.

Con essa si indicano più cose: un insieme di persone che si incontrano, il dispositivo attraverso il quale si struttura un’organizzazione, il modo con il quale si cerca di far imparare qualcosa a qualcuno.

Parlano di lavoro di gruppo gli insegnanti quando organizzano la didattica in classe. Fanno gruppo gli operatori sociali quando si riuniscono in equipe. Predispongono task force le Imprese quando costituiscono gruppi per una certa mission. Le ASL quando istituiscono gruppi multidisciplinari per lo studio, la ricerca, la prevenzione o la cura.

Ma un gruppo ha una sua genetica e una fisiologia. Non nasce spontaneamente, né vive per inerzia.

Un gruppo si può dire tale se tutti membri condividono una finalità comune, se ad un certo punto della sua vita presenta una rete di ruoli reciprocamente interdipendenti e se ciascun membro presenta ed esplicita nei suoi comportamenti un sentimento di appartenenza al gruppo.

Se la finalità è un pre-requisito, ma va continuamente riprecisata, la strutturazione dei ruoli e il sentimento di appartenenza sono un risultato. Un insieme di persone si incontrano “per” qualcosa, ma la partecipazione (prendere parte, appartenere) e la relazione (tra i membri) non sono date a priori.

Il T/Group è uno strumento di sperimentazione del processo di costituzione di un gruppo e chiunque vi partecipi: