Suo figlio è vivace?” Farmaco in Agguato!
pubblicato il 12 gennaio 2003 su Il Resto del Carlino e Il Giorno

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In queste settimane i genitori di cinquemila ragazzi italiani compresi tra i 10 e i 14 anni stanno rispondendo a molte domande contenute in un questionario. Per esempio: suo figlio litiga con gli altri bambini? interrompe quando gli altri parlano? è incapace di star fermo? sogna ad occhi aperti? è troppo vivace?è facilmente distratto o incapace di concentrarsi?

E' quel che si dice un'indagine epidemiologica, conosciuta come «Progetto Prisma», che l'Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) «Eugenio Medea» di Bosisio Parini, in provincia di Lecco, sta effettuando, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità nelle scuole medie inferiori di sei città campione: Milano, Lecco, Rimini, Pisa, Roma e Cagliari.

Obiettivo? La valutazione dei problemi comportamentali dei ragazzi. O meglio: «Individuare la tipologia di eventuali disturbi psicologici e mentali, e stabilire come questi influenzano il comportamento sociale e scolastico del soggetto», così afferma il dottor Massimo Molteni, responsabile della ricerca per conto del «Medea», istituto d'avanguardia in materia di disabilità dell'età evolutiva, 4 poli regionali, 320 posti letto ospedalieri e 1750 extraospedalieri.

Insomma, una «semplice ricerca»? Non proprio. Le domande del test - cui seguiranno nei prossimi mesi interviste ad personam con genitori e ragazzi - ricalcano quelle che negli Usa fanno per accertare l'Adhd, da noi noto come deficit di attenzione e iperattività. L'anticamera del Ritalin, il controverso farmaco — incluso nella tabella farmacologica che comprende cocaina, anfetamine, oppiacei e barbiturici — che l'Italia si appresta a reintrodurre sul mercato per curare quella che potremmo definire la 'sindrome di Pierino'.

Un tempo erano semplicemente ragazzi con «l'argento vivo addosso», incapaci di stare fermi e di concentrarsi, difficili da gestire a casa come a scuola. Adesso, per la psichiatria e la pediatria organicista sono dei malati, il cui problema nasce da una disfunzione dei neurotrasmettitori. Affetti appunto da Adhd, una diagnosi impalpabile, che da tempo spacca in due la comunità scientifica.

Chi la condivide spinge per la somministrazione del metilfenidato (più noto come Ritalin, prodotto dalla svizzera Novartis), chi la considera una pericolosa invenzione osteggia l'uso del farmaco-droga, che ha già 'colonizzato' sei milioni di bambini americani. Certo, questo eccitante del sistema nervoso, paradossalmente, ha un effetto calmante sulla sfera emotiva e comportamentale, tranquillizza i ragazzi 'difficili' (rendendoli però vittime dell'assuefazione e arrivando a provocare depressione, anoressia, disturbi del sonno).

Ma ancor più tranquillizza genitori, insegnanti e pediatri che risolvono tutto con un pillola.

I fautori della pillola

Sulla neutralità dell'indagine in corso nelle sei città italiane gravano molti dubbi. A cominciare dal fatto che al «Medea» l'Adhd viene preso in seria considerazione, così come il ricorso al farmaco per curarlo. E sempre all'Istituto lecchese troviamo come ricercatore lo psicologo ferrarese Gian Marco Marzocchi, fondatore e presidente dell'Aidai, l'Associazione italiana disturbi di attenzione/iperattività, cui fa capo quella che potremmo definire la lobby del Ritalin: psicologi, pediatri e psichiatri che invocano la reintroduzione del farmaco.

Molte consulenze, molta pubblicistica e molti convegni. Il prossimo è in programma a fine gennaio ad Ostuni, organizzato appunto dall'Aidai e dal «Medea».

Tra i relatori figura — come in altre occasioni — il dottor Alessandro Zuddas, neuropsichiatra infantile del Dipartimento di neuroscienze dell'Università di Cagliari, il più acceso sostenitore del Ritalin e secondo il quale la sindrome Adhd colpisce in Italia 4 bambini su 100.

Con lui, oltre a Marzocchi e ai ricercatori del «Medea», ci saranno anche gli esperti dell'Irccs «Stella Maris» di Calambrone, in provincia di Pisa, altro centro in cui la somministrazione del farmaco trova consensi. Zuddas e lo «Stella Maris» sono anche i sostenitori della ricerca epidemiologica avviata dal «Medea» e che non a caso si svolge anche a Cagliari, Pisa e Lecco.

Il sospetto che si stia «testando» il mondo giovanile in vista dalla reimmissione sul mercato del Ritalin non è così infondato. Sospetto che il dottor Molteni respinge, pur ammettendo che dalle risposte a «quelle domande è possibile avvertire il rischio di Adhd; in ogni caso abbiamo l'autorizzazione e il finanziamento del ministero della Salute». Ma al ministero, dopo un iniziale «non c'entriamo nulla con il Progetto Prisma», fanno sapere che è farina dell'Istituto superiore di sanità. Tranne i finanziamenti.