Liberi nella Verità |
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Con viva soddisfazione ho appreso ieri da don Mario NEVA che a Brescia è stato costituito il Comitato Liberi nella Verità, per radunare le coscienze a sostegno di coloro ingiustamente accusati di pedofilia. Non è ammissibile ancora oggi assistere indifferenti agli eclatanti errori giudiziari che annichiliscono la vita di intere famiglie come in America, Francia, Germania, Portogallo e nelle città di Torino, Milano, Modena, Taranto È giunto il momento che politici, magistrati, avvocati, medici, psicologi, psichiatri, giornalisti e tutta la collettività pongano fine a questo stillicidio di abusi legalizzati a danno dei bambini. Occorre resistere, resistere, resistere non solo al clima di fanatismo e persecuzione fomentato dal pregiudizio, ma soprattutto alla gretta ignoranza di quanti strumentalizzano le disgrazie altrui per far carriera (una consulenza tecnica di parte ha un costo che oscilla tra 7.000 e 20.000 euro, una difesa tra 30.000 e 80.000 euro). Sono orgoglioso di combattere questa battaglia civile per la Verità e la Giustizia al fianco di tutte le persone innocenti, degne della massima stima e fiducia. Come ribadito nel volantino distribuito a Brescia e di seguito accluso, la determinazione a lottare contro la falsa accusa di abuso è pari alla determinazione a lottare contro la pedofilia da chiunque e in qualsiasi luogo venga perpetrata. Moncalieri, 18 giugno 2004 Vittorio APOLLONI, presso el.te.co, Corso Roma, 3, 10024 Moncalieri TO, e-mail: La documentazione, richiedibile sotto, comprende
Liberi nella Verità
Due maestre sono detenute nel carcere di Verziano e sono da mesi indagate per pedofilia. Altre dieci persone sono indagate con le stesse accuse. Ad indagini concluse: 1. non ci sono filmati e fotografie di natura pedo-pornografica 2. non ci sono stati improvvisi arricchimenti degli indagati 3. non ci sono testimonianze che confermino le uscite dei bambini dallasilo nelle circostanze dichiarate dalle denunce In carcere e indagati: perché? Genitori e giudici si sono affidati in buona fede, solo in parte giustificabile, alla valutazione di alcuni psicologi che hanno indicato come validi elementi considerati irrilevanti nella comune letteratura in materia.
Non si può evitare di considerare che una situazione analoga si è verificata nellasilo Abba e, per una comprensibile replica a catena, in molte scuole bresciane. La scarsa capacità professionale è stata aggravata da un mancato rispetto del segreto professionale che ha innescato un processo caratteristico di travaso di informazioni deformate da un asilo allaltro.
Tutto questo ha sottoposto gli indagati e le loro famiglie ad effetti devastanti; nonostante ciò essi hanno mantenuto un atteggiamento rispettoso delle regole giuridiche evitando di rilasciare dichiarazioni e di rispondere alle palesi calunnie; questo atteggiamento è stato considerato da taluni una conferma implicita delle accuse loro rivolte ma viene definitivamente chiarito dal presente comunicato.
Ci troviamo dunque dinanzi ad un clamoroso errore le cui ragioni sono complesse: solo una direzione di indagine totalmente nuova potrà permettere di fare luce sulla vicenda.
Le pseudo-prove addotte rivelano una costante tensione colpevolizzante nei confronti degli indagati e sono emerse in un ambiente profondamente turbato e manipolato.
A questo si aggiunge il fatto che gli enti pubblici, investiti violentemente dalla protesta di genitori, hanno distribuito sussidi economici avvalorando il teorema dellesistenza negli asili di fatti delittuosi, in realtà inesistenti e impossibili. Anche i convegni organizzati successivamente hanno ricevuto sussidi, finanziamenti e pubblici patrocini, continuando ad alimentare una situazione già fuori controllo.
Gli indagati sono stati sottoposti ad un vero e proprio linciaggio, hanno subito aggressioni fisiche e psicologiche, sono stati pedinati, spiati, calunniati, squalificati professionalmente.
Gli avvenimenti di questi mesi hanno messo in luce profondi squilibri esistenti nelle famiglie dei minori, isterie e fanatismi religiosi, protagonismi di improbabili giustizieri, che è importante contraddire, zittire, isolare.
Sono molti coloro che affiderebbero volentieri e di nuovo i loro bambini alle maestre indagate.
Il Comitato Liberi nella verità non raccoglie denaro, ma raduna le coscienze. Intende procedere in modo non violento lasciando a tutti lagio e la possibilità di riconoscere in un clima di serena fraternità di avere sbagliato. Non intende dunque procedere a ritorsioni di sorta. E nellinteresse di tutta la città che questa questione venga amputata dalla sua vita, in modo netto, civile e illuminato. Il Comitato: · Raccoglie attestati scritti di stima nei confronti di tutte le persone indagate. · Chiede ai genitori delle scuole interessate di collaborare per segnalare fatti ed eventi che possano gettare sullinchiesta una nuova luce di verità; · di segnalare, inoltre, le forti pressioni psicologiche e ideologiche cui sono stati sottoposti per aumentare il numero delle denunce. · Chiede infine limmediata scarcerazione delle maestre e il proscioglimento di tutti gli indagati. Analoghe iniziative sono già state condotte con successo in altre parti dItalia. (cfr. il caso Apolloni di Torino).
Non ci sarà vendetta, ma ci sarà una verità per ogni cosa.
Occorre affermare che la determinazione a lottare contro la falsa accusa di abuso è pari alla determinazione a lottare contro la pedofilia da chiunque e in qualsiasi luogo venga perpetrata.
Questo documento non intende gettare alcun discredito sulla magistratura e sul livello di competenza di molti dei suoi membri.
Di questa competenza attendiamo fiduciosi il rapido riscontro.
Brescia, 16.06.2004
COMITATO ABBA SORELLI - MEC - ASSOCIAZIONE
REDEMPTORIS MISSIO - USMI - CISM - GRUPPO GENITORI PENDOLINA - SUORE
DOROTEE
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