La TV è un cumulo di politicamente corretto, pietismo e buonismo. E’ un inno continuo a tutte le diversità (fuorchè alla diversità dei non-buonisti). Purtroppo l’inconscio non è politicamente corretto e salta sempre fuori.
Quando arriva un tossico, un disabile, un vecchio, un immigrato tutti gli danno del “tu”. Il “lei” è riservato solo ai “normali” sani, adulti, bianchi , meglio se benestanti.
Il giornalista che intervista una venticinquenne down le parla ad alta voce, elogia qualunque cosa dica e ironizza sui suoi amori, come si fa con una bambina di 8 anni.
La centenaria non viene chiamata signora con cognome, ma “nonnina” o, familiarmente, col solo nome.