Digitale terrestre

L’unica riforma del ventennio Berlusconi è il digitale terrestre, che a parole doveva liberalizzare il mercato, migliorare la visione, aumentare l’offerta di contenuti. Risultato: il mercato non si è aperto (gli operatori maggiori sono i soliti), la visione si presenta a quadratini e scariche un giorno sì e uno no, i canali si sono moltiplicati ma i contenuti no. Quello che l’anno scorso è andato sul canale X quest’anno va sull’Y, e viceversa. Addirittura, i programmi mandati l’estate scorsa, vengono rimandati oggi con la formula “rewind” o “il meglio di” o (come fa Rete4 con Forum) senza battere ciglio.