Educazione ai tabù

Come mai la tv espone migliaia di omicidi, avvelenamenti, squartamenti e mai scene di sesso? Per educare le masse alla normalità della morte violenta e al tabù del sesso. (Hitto Ogami)

La tv delle 4 P: pettegolezzi, promo, prediche, prelati.(M.Colangeli, estate 2005 ma vale anche oggi)

Il pettegolezzo
D’Alema che fa il giornalista all’America’s cup. Berlusconi che fa il playboy con la premier finlandese. Totti e una variopinta che si sposano. L’ultima stellina che si abbronza al mare, regolarmente in topless. La prima “P” dei mass media nostrani è quella dei pettegolezzi. I temi un tempo riservati ai giornali per barbieri, coiffeurs e manicure (per uomini e per donne) sono oggi il piatto centrale dell’informazione. I fatti non esistono più. Esistono solo le opinioni dei politicanti, che commentano i fatti. I servizi più importanti della tv sono basati su :”Il tale ha detto….” e “Il talaltro ha risposto”. Il fatto resta sullo sfondo: inspiegabile e inspiegato. Il “sentito dire” governa l’informazione, almeno quando è priva di istruzioni “velinate”, prodotte da questo o quell’altro ufficio-stampa.
L’Italia è un grande ballatoio dove l’informazione è affidata a massaie frustrate o cameriere impertinenti. I fatti politici vengono creati durante cene o vacanze, e interpretati da maggiordomi esperti nell’origliare. Il fenomeno dei passatempi orali di Clinton è stato l’apoteosi della supremazia del pettegolezzo sulla notizia. Mesi di tensione, processi, audizioni e milioni di dollari spesi per approfondire una questione di sesso orale, degna tutt’al più di un condominio periferico. Poco tempo dopo Bush mente al mondo e fa due guerre che causano oltre 150.000 morti, senza che nessuno indaghi. Le numerosi indagini private (di cittadini statunitensi), che testimoniano della possibile connivenza fra amministrazione Bush e terrorismo, non vengono neppure citate, dai media italiani.

Promo e pubblicita’
La seconda “P” che regge il giornalismo italiano è quella di promo-pubblicità. A dispetto di tutte le norme e del buon gusto, la televisione produce programmi che sono piccoli intervalli fra una promozione e l’altra. Non mi riferisco ai 300.000 spot pubblicitari annuali. Non alludo nemmeno alle decine di sevizi che promozionano programmi televisivi futuri. Mi riferisco agli ospiti che non mancano di reclamizzare il loro ultimo libro, disco, concerto, film. In pratica, la maggior parte dei programmi consiste in una passerella di promozioni che i presenti fanno a favore del loro più recente lavoro.
Ma soprattutto mi riferisco ai programmi dedicati a presentare sfilate di moda, libri, moto e auto, alberghi, spiagge. Questi programmi promozionali sono sempre esistiti, ma oggi hanno assunto proporzioni epidemiche. Si promozionano ristoranti, alberghi, discoteche, ma anche città, manifestazioni turistiche, fiere. Fino a pochi anni fa, questi programmi avevano un taglio giornalistico (arrivando all’eccesso di oscurare le marche) che presentava il luogo o l’evento con un taglio critico, in un contesto informativo. Oggi la promozione è spudorata. Il mezzobusto squittisce con entusiasmo di fronte a qualsiasi merce o evento che sta promozionando, senza la minima distanza o critica. La pubblicità e la promozione che vengono definite come tali sono ormai la metà di quelle che vengono mandate in onda. Il programma “Nonsolomoda” è il paradigma di tutta la tv attuale. Con uno stile patinatissimo, si susseguono promozioni di prodotti di ogni tipo -dalle auto ai profumi- e pubblicità dichiarate.

Le prediche
Questo è un elemento piuttosto recente della informazione spazzatura che ci sommerge. I fatti sono trascurati, ma al loro posto viene somministrata una pletora di “consigli” su ogni comportamento quotidiano, che non si riscontravano nemmeno durante il regime fascista. Ogni giorno ci viene spiegato come si deve mangiare, bere, fare sesso, affrontare il caldo, fare ginnastica, vestire, comprare. E ricordate le proibizioni: fumare, girare senza casco, abbandonare gli animali, esagerare coi farmaci, ingrassare. La vecchia funzione dei parroci, che ha contribuito ad allontanare molti dalla chiesa, è stata sostituita e ingigantita dalla tv. La funzione informativa è stata sostituita da quella predicatoria. Il cittadino non è più considerato qualcuno che, dotato di informazioni, sia in grado di esercitare il suo potere di scelta: ma un bambino idiota cui predicare ogni tipo di comportamento. Giornalisti sostenuti da esperti più o meno accreditati, scodellano decaloghi quotidiani e si stupiscono quando devono registrare comportamenti non adattati.

Prelati e Papa
Questa quarta “P” è esplosa recentemente, sorpassando tutti i regimi teocratici islamici. Non c’è telegiornale che non metta in scena ogni giorno i respiri del Papa. Meglio quando il Papa si coniuga con la promo, benedicendo le Ferrari o valorizzando località turistiche. La metà degli sceneggiati messi in onda negli ultimi anni ha come protagonista un prete, un santo, un Papa. Preti che indagano, soap operas con frati e suore, spopolano. Sono in temporanea diminuzione i prelati musicisti. Il prelato è ormai una figura fissa ovunque: nei talk shows, nei reality, nelle giurie dei concorsi, nei dibattiti politici. Non esiste un argomento sul quale l’opinione di un prelato sia irrilevante. Non esiste gesto papale che non meriti un servizio telegiornalistico.
(Hitto Ogami) vedi fonte

NOZZE REGALI

E’ già abbastanza patetico che l’Inghilterra, nel 2011, vada fuori di testa per il matrimonio di un rampollo regale. Ma è scandaloso che tutti i TG da mesi dedichino uno spazio regolare alla vicenda. Rimbecillire noi e i nostri figli con l’enfasi su queste notizie serve solo a distrarci dai problemi che abbiamo.
(Hitto Ogami)

Banalità

Non importa quale TG state guardando, se sentite la domanda “il Governo andrà avanti?” cambiate canale….E’ stata fatta 8.000 volte negli ultimi sette mesi… (Hitto Ogami)