2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.

Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici. Noam Chomsky: lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media (fonte)

I canali televisivi decidono cosa è una notizia e cosa non lo è, attraverso i Tg, i documentari, i dibattiti. Per appoggiare il regime non esitano a pubblicare sondaggi e statistiche, che definire imprecisi è un eufemismo. L’uso dei dati sullo spread è famoso come sistema per creare un problema e offrire come soluzione le dimissioni del governo. I filmati ripetuti fino all’ossessione dei “timbratori” di cartellino hanno creato il problema degli assenteisti per poi offrire la soluzione di giustiziare i peccatori, lasciando impuniti i capi e i politici incaricati di organizzare e controllare il lavoro.
Ma il culmine della complicità arriva con l’abuso di pubblicità alle malefatte della giustizia. Decine di persone vengono ghigliottinate sulla pubblica piazza telematica al primo strillo di un Pubblico Ministero, salvo divulgare smentite o notizie di assoluzioni “dopo la sepoltura”. Intanto, il problema segnalato diventa centrale su tutte le reti e le soluzioni sono sempre giustizialiste. (scarica intero .pdf)

Inchieste giornalistiche manipolate

Sulla NOVE domenica 24-10 è andato in onda un servizio sulla Corea del Nord. Un esempio lampante della malafede o imperizia giornalistica. Non difendiamo il regime nord-coreano che è enormemente criticabile. Difendiamo l’oggettività del cosiddetto “nuovo giornalismo”. Per tutta la puntata si sentono le risposte di un funzionario del regime, che sono tipiche di tutte le dittature, e l’ironìa del giornalista è giustamente evidente. Patetica la visita dei nord-coreani alle statue dei “leaders”, che ricorda molto il culto della personalità che in Occidente è riservato al Papa, al Presidente Usa o alle pop stars.

Negli ultimi 10 minuti viene intervistata una bella signora sud-coreana che elenca gli orrori del campo di concentramento del Nord da cui è stata rilasciata (che strano!) dopo una decina d’anni di prigionìa. Il giornalista presenta questa come la verità, senza neppure un dubbio sul fatto che potesse essere un’attrice della CIA. La signora parla di fucilazioni a cui ha assistito, ma il giornalista non fa alcun cenno alle camere a gas degli Usa. La signora parla di diritti legali negati e il giornalista non fa nessun richiamo al Patriot Act, a Guantanamo, alle extraonary renditions. Alla fine il giornalista ci regala le sue conclusioni critiche sulla Corea del Nord, senza fare alcun cenno alla somiglianza di questo Paese con l’Arabia Saudita.

La balle spaziali dei TG

1. La più grande potenza planetaria della storia viene hackerata da cinesi o russi, dicono i TG. O è una balla spaziale o gli Usa di Obama sono dei veri “piccioni”.
2. Ad Aleppo 90.000 alleati della coalizione attaccano i 5.000 killers rimasti in città, e i TG dicono che ci vorranno mesi per prendere la città. O è una balla spaziale o questi dell’ISIS sono meglio di Superman.
3. E’ iniziato l’attacco contro l’ISIS a Mosul. I TG dicono che ci sono 4.000 killers in una città con 1 milione e mezzo di abitanti. O è una balla spaziale, oppure gli abitanti sono amici dell’ISIS. Come può 1 milione e mzzo di abitanti subire il controllo di 4.000 miliziani?

Question time ?

Il finto servizio pubblico della RAI risulta palese quando si parla di question time (che naturalmente non si poteva chiamare “Tempo per le interrogazioni”). Giovedi 20 ottobre verso le 17 è andato in onda il patetico spettacolo delle interrogazioni sulla “buona scuola”. Balza all’occhio la folla di parlamentari interessati al tema: una decina. Più o meno lo stesso numero degli spettatori da casa.

Pubblicato in Rai2

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.

Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici. Noam Chomsky: lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media (fonte)

I canali televisivi decidono cosa è una notizia e cosa non lo è, attraverso i Tg, i documentari, i dibattiti. Per appoggiare il regime non esitano a pubblicare sondaggi e statistiche, che definire imprecisi è un eufemismo. L’uso dei dati sullo spread è famoso come sistema per creare un problema e offrire come soluzione le dimissioni del governo. I filmati ripetuti fino all’ossessione dei “timbratori” di cartellino hanno creato il problema degli assenteisti per poi offrire la soluzione di giustiziare i peccatori, lasciando impuniti i capi e i politici incaricati di organizzare e controllare il lavoro.
Ma il culmine della complicità arriva con l’abuso di pubblicità alle malefatte della giustizia. Decine di persone vengono ghigliottinate sulla pubblica piazza telematica al primo strillo di un Pubblico Ministero, salvo divulgare smentite o notizie di assoluzioni “dopo la sepoltura”. Intanto, il problema segnalato diventa centrale su tutte le reti e le soluzioni sono sempre giustizialiste. (scarica intero .pdf)

1 – La strategia della distrazione

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”). Noam Chomsky: lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media (fonte)

Le televisioni nostrane hanno un ruolo cruciale in questa strategia. Cento volte al giorno, su canali che sono uguali ma sono chiamati con nomi diversi, vengono spacciate come notizia tutte le banalità proferite dal Papa, dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio. Subito dopo arriva la notizia promozionale del libro, del Cd, del film prodotto da qualche autore di regime. Infine non mancano le notizie sugli anniversari della nascita, della morte, della fondazione di qualche individuo o istituzione santificati dalla cultura dominante. Infine, come notizia di politica estera, arriva la “velina” degli Usa. Qua e là non manca il solito servizietto pseudo-umoristico. (scarica intero .pdf)